Comunità di S.Egidio


 

02/02/2008

SANT�EGIDIO. Le parole d'ordine sono solidariet�, aiuto, equit� sociale: le stesse che simboleggiano il '68, anno di nascita della Comunit�. Un'idea nata al liceo Virgilio e che nel tempo � diventata un punto di riferimento
L'�Onu Trastevere� festeggia quarant'anni

 

Le milizie druse di Walid jumblatt assediano i villaggi cristiani sulle montagne dello Shouf, a sud est di Beirut, e la situazione, nel Libano sconvolto dalla guerra civile, � vicina al collasso. E il 1983, la memoria del massacro dei campi palestinesi di Sabra e Chatila � ancora fresca e per i cristiani accerchiati sembra non esserci scampo. Poi, improvvisa, la svolta. Maximos V, patriarca melchita cattolico di tutto l'Oriente, incontra il leader druso a Trastevere, nel cuore di Roma. I due si parlano, trattano, e dall'aristocratico signore della guerra parte l'ordine. Via l'assedio, i cristiani possono fuggire.

Il colloquio avviene nell'antico convento di Sant'Egidio, e la Comunit�, nota fino al quel momento per le iniziative di solidariet� sociale e il lavoro nelle borgate romane, irrompe a sorpresa sulla scena internazionale. E la prima di una serie di iniziative diplomatiche che porteranno la Comunit� di Sant'Egidio a diventare protagonista in molte delle crisi internazionali e dei conflitti degli ultimi 25 anni.

�Nel 1972 facemmo il primo viaggio a Istanbul - ricorda Mario Marazziti, portavoce della Comunit�- e prendemmo i primi contatti con i cristiani d'oriente. All'inizio degli anni '80 i rapporti di amicizia erano diventati forti e solidi e cos� avemmo la possibilit� di lavorare con successo su questo primo importante fronte di crisi. Un'attivit� ecumenica che si incrocia negli anni con quella diplomatica e con quella della solidariet� sociale. Prendevamo l'autobus al contrario, per andare dal centro verso le borgate romane dove il degrado era assoluto. Andavamo sul greto del Tevere, tra i baraccati, quando gli immigrati venivano dal sud Italia�.

Le parole d'ordine sono solidariet�, aiuto, equit� sociale. Sono, tra le altre, le parole d'ordine del '68, anno di nascita della Comunit� di Sant'Egidio. L'idea viene fuori nelle aule del Virgilio, storico liceo classico della capitale. E il 7 febbraio, alla Chiesa Nuova, la prima riunione del gruppo di giovani studenti cattolici. Tra di essi Andrea Riccardi, che sar� a lungo presidente. Marazziti arriva nel '70, e don Matteo Zuppi, ora parroco di Santa Maria in Trastevere, nel '71. Anche loro dalle aule del Virgilio. Ma � solo nel '73 che trovano una vera sede. E il seicentesco convento di clausura di Sant'Egidio, nell'omonima piazza, fatiscente, invaso dai topi e abbandonato tre anni prima dalle Carmelitane. La nuova sede viene trovata grazie a don Vincenzo Paglia, oggi vescovo di Terni, che in quell'anno riapre come rettore la piccola chiesa del convento. I ragazzi si mettono al lavoro e iniziano a scrostare l'intonaco che cade a pezzi per lasciare i mattoni a vista. E il primo atto del recupero del complesso e che aveva rischiato di essere trasformato in una serie di miniappartamenti. Il riscaldamento arriver� solo negli anni '80 e poco dopo la sovrintendenza che restaura i dipinti di fine '600. Ma solo quelli.

Per il resto la risistemazione � il frutto di �25 anni di collette�, precisa Marazziti. Il pi� grosso successo di Sant'Egidio � la mediazione tra il governo del Mozambico e la guerriglia della Renamo: due anni di trattative a Trastevere (dal '90 al '92), insieme all'ex sottosegretario agli Esteri Mario Raffaelli, che pongono fine a 15 annidi guerra civile con un un milione di morti. Ma i fronti sono tanti: Burundi, Guatemala, Liberia, Uganda, Darfur, fino alla Costa D'Avorio pacificata e riunificata all'inizio del 2007 dal lavoro del Burkina Faso e della Comunit� dopo 5 anni di divisione dovuta alla guerra civile. Senza dimenticare l'impegno nella battaglia per la moratoria universale della pena di morte o per gli annuali incontri inter-confessionali nati nell'86 da un'idea di Papa Giovanni Paolo Il.

Un ruolo, quello di Sant'Egidio, definita, con un'espressione ormai consunta, ma efficace, �l'Onu di Trastevere�, riconosciuto anche dai grandi della terra. A partire da George W. Bush che nella sua visita a Roma nell'estate scorsa ha incontrato i vertici di Sant'Egidio e avrebbe voluto visitarne la sede. Motivi di sicurezza l'hanno impedito. Ma il presidente americano ha portato con s� un'antica stampa del convento che la Comunit� gli ha regalato.

Eloisa Gallinaro