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04/02/2008 |
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I semi sparsi 40 anni fa tra le baracche della periferia romana sono gli stessi portati oggi nei sobborghi di tutto il mondo: Vangelo e preghiera; amicizia, dialogo e pace. Quando nacque, era il 1968, la Comunit� di Sant�Egidio era un gruppo di liceali rapiti dalla Parola di Dio piuttosto che dalla politica. Giovani studenti - � il ricordo di chi c�era - che avevano scoperto �il Terzo mondo sotto casa�. Quei ragazzi, oggi, sono uomini. E quel gruppo � diventato un movimento ecclesiale attivo in 70 Paesi del mondo con oltre 50mila volontari. La semina ha portato i suoi frutti. E venerd� sera, nella basilica di San Giovanni in Laternano, la Comunit� di Trastevere si � radunata dinanzi all�altare per ringraziare Dio. Oltre ai volontari, agli amici e ai rappresentanti delle istituzioni (presenti, tra i tanti, l�ex premier Romano Prodi, il presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo, e il sindaco di Roma, Walter Veltroni) alla celebrazione presieduta dal segretario di Stato Vaticano, cardinale Tarcisio Bertone, ecco anche gli �ultimi� a cui i volontari della Comunit� hanno portato e portano aiuto e speranza. Appoggiata a una colonna della navata laterale, Visirka, slava in Italia da oltre trent�anni, fissa l�altare commossa pensando a come la sua vita � cambiata dal giorno in cui ha conosciuto i ragazzi di Sant�Egidio. �Senza il loro aiuto - racconta - i miei figli non sarebbero mai andati a scuola�. �Nonostante le difficolt�, le sofferenze e il male che incontriamo, � il miracolo dell�amore di Dio che fa germogliare e crescere ogni seme di bene sparso per la terra�. � con queste parole che il cardinale Bertone commenta il lavoro svolto dalla Comunit� di Sant�Egidio in questi anni. Un fragoroso applauso rompe poi il silenzio dell�assemblea quando il segretario di Stato saluta, tra i tanti, proprio i rappresentanti del movimento trasteverino: Andrea Riccardi, il fondatore, Marco Impagliazzo, presidente, e monsignor Vincenzo Paglia, oggi vescovo di Terni, che sostenne dagli inizi la nascita della Comunit�. �Restate fedeli alla caratteristica fondamentale della vostra prima opera, la preghiera�, esorta il cardinale Bertone. Nato da un piccolo seme, spiega il porporato, Sant�Egidio � oggi un �albero rigoglioso�. Tra i frutti di questa pianta ci sono tre premi per la pace (Niwano, Balzan, Unesco) e un riconoscimento, la Menorah d�Oro, ottenuto lo scorso anno per la promozione del dialogo con il mondo ebraico. Ma non solo. Anni trascorsi a �vivere con i poveri l�amore di Ges� per i poveri�, come dicono loro, hanno impegnato i volontari di Sant�Egidio in numerose iniziative a favore della vita debole: anziani, portatori di handicap, immigrati, detenuti, senzatetto. A Roma, come in altre citt� d�Italia e del mondo. E in particolare, del Sud del pianeta: America Latina, Pakistan, India e Indonesia, per esempio. Poi c�� l�Africa, dove grazie al programma di assistenza e terapia dell�Aids �Dreams�, Sant�Egidio ha salvato la vita a quasi 50mila pazienti. Fin qui, il passato. Nel futuro del movimento ci sono nuove sfide da affrontare. Andrea Riccardi, il fondatore, pensa alla �violenza diffusa� e alla �tentazione dello scontro tra mondi culturali diversi�. Poi aggiunge: �Non � il momento dei trionfalismi, ma di scegliere come continuare a provare a cambiare il mondo in meglio�. E con mezzi deboli, come ricorda il Crocifisso senza braccia (il �Cristo dell�impotenza�) dinanzi a cui, nella chiesa di Santa Maria in Trastevere, la Comunit� si riunisce in preghiera ogni sera a Roma. Cambiare il mondo senza ricorrere con l�amore. � questa l�idea guida di Sant�Egidio, il volontariato �intelligente� e �originale�, per usare le parole del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano.
Angela Napoletano
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