Comunità di S.Egidio


 

10/02/2008


Zuppa e amicizia per i clochard
Da sei anni ogni marted� e mercoled� circa 60 volontari della Comunit� di S.Egidio portano cibi e vestiti, ma soprattutto una parola buona contro la solitudine ai senza dimora che vivono nel centro di Milano. Storie di una �normalit�� finita male.

 

La Comunit� di S.Egidio, presente a Milano dal 1989 (il 7 febbraio ha celebrato a Roma il 40� della sua fondazione, ndr) da sei anni svolge un servizio prezioso distribuendo cibo e coperte ai senza fissa dimora che vivono alla Stazione Garibaldi, a Cadorna, e in centro (tra corso Vittorio Emanuele e piazza San Babila). L�iniziativa coinvolge quasi 60 volontari, chi per cucinare a casa propria le portate destinate ai poveri, chi per reperire i vivere dai luoghi di lavoro, chi per raccogliere indumenti e chi per distribuire beni di prima necessit� in strada. Ogni marted� e mercoled� sera i membri della Comunit� si ritrovano nella chiesa di San Bernardino in via Lanzone per una preghiera insieme alle 20 e poi si dividono per svolgere il loro servizio nei diversi punti della citt� �sostenuti dalla fraternit� della Comunit� e soprattutto dal Vangelo�, dice Ulderico Maggi, responsabile di S.Egidio a Milano. �Incontriamo persone segnate dalla vita�, spiega Maggi, le loro storie non sono �straordinarie� ma di �normalit�. C�� chi perde il lavoro, anche a causa di una malattia o chi subisce una separazione � �La vita della strada � molto dura, vi si incontrano soprattutto uomini, per le donne � tutto pi� difficile, oltre che pericoloso�. Eppure ci sono anche loro, come Tania, una donna russa che faceva la badante, �ma quando � morta la persona che accudiva non aveva pi� un posto per vivere e si � ritrovata per strada�. L�incontro con Mario � dell�estate scorsa. Quando ha ricevuto lo sfratto esecutivo si � messo a cercare un appartamento pi� piccolo in affitto, �ma gli chiedevano pagamenti anticipati e anche lui � finito per strada�. Se lo si vede per le vie di Milano �molto ordinato, con la giacca e la camicia�, non viene da pensare a un clochard, �invece se lo si osserva da vicino ci si accorge che la sua camicia � scucita e sul volto si notano i segni della strada, che marcano le persone, anche nel loro aspetto esteriore�.

Ma quello che accomuna tutti uomini, donne, vecchi e giovani, non � solo la mancanza di un alloggio, �ma la solitudine e l�isolamento, la mancanza di una famiglia che possa sostenere nei momenti di debolezza�. Quasi nessuno decide di vivere per strada, �anche se qualcuno dice di averlo scelto�, ammette Maggi, �perch� quando si va a scavare nelle storie personali si capisce che il motivo � un altro e che qualche cosa � capitato�. Per questo i volontari non si accontentano di un aiuto materiale, ma entrano in rapporto con l�altro. �Moltissime persone ci ringraziano non tanto perch� portiamo panini, zuppa calda, carne, vestiti e coperte, che pure � importantissimo, ma perch� ci fermiamo a parlare con loro. Ci siamo convinti che la fedelt� nell�amicizia a volte �guarisce� ferite profonde�. Il rispetto poi della dignit� dell�altro passa anche attraverso piccole attenzioni come chiamare ognuno per nome, salutare dando del lei, non calpestare il cartone su cui dormono perch� � la loro casa�

Spesso chi vive per strada oltre a cedere alle dipendenze di alcol, droga e fumo, inizia anche ad avere problemi psichici. �Penso a due persone che vivono a Cadorna - dice Maggi -, danno l�impressione di essersi persi nei meandri della loro mente, ma allo stesso tempo l�amicizia, il tornare a trovarle a giorni fissi, chiamarle per nome li aiuta a �riemergere� e sui loro volti rispunta il sorriso�. Gli homeless sono soprattutto uomini tra i 20 e i 50 anni, ma ci sono anche ragazzi e anziani italiani, in crescita il numero degli stranieri. �C�� anche chi esce dal carcere e non ha un posto dove andare � spiega il responsabile di S.Egidio -, tra loro spesso si incontrano persone che vogliono cambiare vita, ma non sanno da che parte iniziare o a chi rivolgersi�. A volte scattano sentimenti di �orgoglio, paura e vergogna�, per questo alcuni ex detenuti vengono addirittura da altre citt�. I senza dimora sono aiutati dai volontari anche a ottenere una residenza virtuale per poter ricevere la posta, la pensione o lasciare un recapito quando cercano lavoro. Dopo qualche anno di strada infatti non sono pi� neppure registrati all�anagrafe, perdono il medico di base. �Anche quando un nostro amico non si trova nel luogo dove normalmente vive - spiega Maggi - andiamo a cercarlo e chiediamo nei vari ospedali se � stato ricoverato�.

�In citt� ricche come la nostra non si muore certo di fame, ma di freddo e questo capita ogni anno. La memoria delle persone che vivono per strada � molto importane per la Comunit�, per questo ogni anno organizziamo una preghiera (domenica prossima). Vogliamo dedicare la nuova guida a due amici che sono morti nel 2007�.

Uscita la guida �Michelin dei poveri�

�Dove mangiar, dormire, lavarsi� � la nuova guida del 2008 realizzata dalla Comunit� di S.Egidio con il contributo del Comune di Milano per i clochard che vivono in citt�. Per il capoluogo lombardo questa � la prima edizione, mentre a Roma sono gi� alla diciottesima. La guida nasce dalla conoscenza diretta delle persone che vivono per strada e dei loro bisogni, come la mancanza di mezzi per spostarsi e le poche notizie che dispongono sui servizi che offre il territorio. Spesso i senza fissa dimora hanno i loro canali di informazione, soprattutto il passaparola, ma � anche vero che l�accesso ai servizi non � sempre immediato. L�eccessiva burocrazia e le troppe procedure spesso scoraggiano i possibili utenti che per ottenere una tessera devono fare prima un colloquio (magari in un altro ufficio) o devono rivolgersi agli sportelli in determinati giorni e orari. Per chi nella vita ha priorit� diverse non � semplice accettare di adeguarsi al �sistema�. La �Michelin dei poveri� � cos� � gi� stata ribattezzata � invece � semplice, 160 pagine in formato tascabile, con informazioni essenziali sui servizi, accompagnate da simboli. Molti indirizzi e riferimenti sono stati segnalati dagli stessi homeless. La guida � pensata per gli utenti che devono districarsi nella �giungla� dei servizi alla persona di cui Milano � ricca. La Comunit� di S.Egidio ne ha stampate 5 mila copie e le ha regalate ai suoi assistiti durante il tradizionale pranzo di Natale nel dicembre scorso. La distribuzione gratuita del vademecum continua attraverso i volontari che la consegnano a clochard che incontrano la sera quando portano un pasto caldo e le coperte. Altre copie potranno essere richieste alla Comunit� di S.Egidio ([email protected]), ai servizi citati nella guida, in Comune o al Centro di aiuto della Stazione. �Dove mangiare, dormire, lavarsi� sembra non dimenticare nessuna categoria di persone: anziani, malati, stranieri, ex detenuti, donne maltrattate, alcolisti, tossicodipendenti � per tutte le necessit� ci sono indirizzi, numeri di telefono, giorni e orari di apertura, compresi i mezzi di trasporto per raggiungere ogni luogo. Nell�edizione del 2009 l�idea � di includere anche la mappa di Milano. La guida verr� aggiornata ogni anno, peer questo l�invito � di inviare nuove segnalazioni alla e-mail [email protected]. (l.b.)

Presentazione il 14 in metr�

Gioved� 14 febbraio alle 18 nel mezzanino della metropolitana (fermata MM1 Cairoli) sar� presentata a Milano la guida �Dove mangiare, dormire, lavarsi� realizzata dalla Comunit� di S.Egidio con il contributo del Comune di Milano. Interverranno Mariolina Moioli, assessore alla Famiglia, scuole e politiche sociali; Fabrzio Ravelli, giornalista di Repubblica; don Gino Rigodi, fondatore di Comunit� Nuova; Mario Mozzanica, docente all�Universit� Cattolica, e per S.Egidio Ulderico Maggi. Per informazioni, scrivere a [email protected].

Luisa Bove