Comunità di S.Egidio


 

01/03/2008


Uganda, firma di speranza

 

La pace per il Nord Uganda � vicina. E stato firmato ieri a Juba, capitale del Sud Sudan, il quinto documento dell'agenda negoziale: l'ultimo passo prima dell'accordo finale che sar� siglato quasi sicuramente il 6 marzo prossimo. Tale protocollo prevede il graduale disarmo di tutti gli effettivi dell'Esercito di resistenza del signore (Lra) ed il loro progressivo reintegro nella societ� ugandese. Grazie alla mediazione del governo del Sud Sudan, sostenuto fin dal luglio 2006 dalla Comunit� di Sant'Egidio e, pi� di recente, dall'inviato speciale dell'Onu Joaquim Chissano, da osservatori dell'Unione europea, degli Stati Uniti e di cinque Paesi africani, il governo di Kampala e l'Lra hanno trovato un accordo su tutti e cinque i punti dell'agenda negoziale (cessazione delle ostilit�, soluzioni complessive, giustizia e riconciliazione, cessate il fuoco definitivo e disarmo) e si apprestano a sottoscrivere un accordo di pace storico.

E un giorno che gli abitanti del Nord Uganda hanno aspettato per 22 anni, da quando, nel 1986, Joseph Kony prese le armi per opporsi al governo del presidente Museveni. E stata una guerra �sporca�, efferata, caratterizzata dall'utilizzo massiccio di bambini, rapiti e costretti a militare nelle fila dell'Lra. Uno dei conflitti meno noti e pi� crudeli tra quelli che hanno segnato il continente africano negli ultimi decenni: una guerra priva di un vero obiettivo e della quale gli acholi, l'etnia in nome della quale l'Lra pretendeva di combattere, sono stati la vittima predestinata. Accanto ai terribili numeri della guerra, 100mila vittime e quasi due milioni di sfollati, ci� che colpisce � la quantit� di rapimenti: gli esperti parlano di 80mila, quasi tutti bambini, strappati alle loro famiglie e inseriti, loro malgrado, nelle fila di un movimento noto per la particolare atrocit� delle sue azioni armate.

Per questi motivi, nel 2005, la Corte penale internazionale ha emesso cinque mandati di cattura nei confronti di alcuni esponenti dell'Lra, primo tra tutti il suo enigmatico leader Joseph Kony. L'accordo che in questi giorni � stato raggiunto prevede che egli ed alcuni dei suoi comandanti si sottopongano ad un procedimento giudiziario in Uganda. La giustizia ugandese sar� integrata da alcuni elementi del sistema tradizionale di riconciliazione utilizzato nel Nord dell'Uganda, il Mato Oput.

L'accordo stabilisce inoltre che i combattenti dell'Lra avranno un mese di tempo per raggrupparsi nella zona di Ri-Kwang-ba, al confine tra Sud Sudan e Repubblica democratica del Congo, dove inizier� il processo di disarmo portato avanti dalle Nazioni Unite. Priorit� verr� data alla liberazione delle donne e dei molti bambini rapiti ed alla loro reintegrazione nei rispettivi luoghi di origine.

La firma dell'accordo finale di pace permetter� inoltre il ritorno a casa di centinaia di migliaia di rifugiati. Quasi due milioni di persone hanno vissuto in questi anni in campi profughi nei quali non era possibile lavorare, n� coltivare la terra e dove la sopravvivenza dipendeva solo dagli aiuti della comunit� internazionale.

La pace � stata resa possibile e concreta da un'iniziativa coraggiosa presa quasi due anni fa dal governo del Sud Sudan, sostenuta all'inizio solo dalla Comunit� di Sant'Egidio ed alla quale mese dopo mese si sono aggiunti altri rappresentanti della societ� civile e della comunit� internazionale. Fin dall'accordo per la cessazione delle ostilit�, firmato a Juba il 26 agosto 2006, � apparso chiaro che i colloqui di Juba avevano serie possibilit� di riuscire. Dopo anni di tentativi falliti, quella di Juba era una strada nuova che poteva portare alla pace.

Nei primi mesi, dopo l'adozione dell'agenda negoziale e la firma dei primi protocolli, era sembrato che potesse anche essere una strada rapida. In realt� durante tutto il 2007 i colloqui hanno conosciuto accelerazioni e momenti di stallo portando in diversi momenti alla sensazione che si fosse sull'orlo di un fallimento definitivo. Poi l'accelerazione fino alla firma, il 23 febbraio scorso, del documento pi� atteso: il cessate il fuoco definitivo. E il segnale, atteso da ventidue anni, della fine di una guerra crudele e dimenticata e dell'inizio di un tempo in cui la parola pace avr�, finalmente, un significato anche per i bambini del Nord Uganda.

Vittorio Scelzo