Comunità di S.Egidio


 

06/03/2008

IMMIGRAZIONE, POVERT� E POLITICHE DI ORDINE PUBBLICO: UNA RIFLESSIONE SULLA CRISI DEI DIRITTI SOCIALI IN EUROPA
I poveri e i senza tetto che non vogliamo vedere

 

Negli ultimi anni andiamo assistendo all'impoverimento di fasce sempre pi� consistenti di popolazione, anche nelle cosiddette societ� del benessere. Nella vecchia Europa la crisi dello Stato sociale fa s� che un numero crescente di persone non trovi pi� sostegno in misure assistenziali garantite dallo stato: i tagli alla spesa sociale cominciano a far vedere i loro problematici effetti.

Il numero di persone che vive per strada nelle grandi citt� europee � in crescita e sempre pi� spesso si tratta di persone che fino a ieri conducevano una vita modesta ma "normale".

Siamo di fronte ad una nuova sfida: non si tratta solo pi� di migliorare le difficili condizioni di vita di persone gi� colpite da fenomeni, a volte anche antichi di disagio e di emarginazione. � necessario creare un "fronte di resistenza" per evitare che un numero crescente di nuovi soggetti scavalchi la tragica soglia della povert� perch�, una volta varcata questa soglia, � sempre pi� difficile trovare vie di ritorno. Ma quello che sembra cambiato � anche il rapporto stesso con la povert�, alla quale oggi pi� di ieri si guarda con un realismo rassegnato: si parla di razionalizzazione della spesa sociale. Di fatto si sta mettendo in crisi il sistema dei diritti sociali, finendo per accettare la povert� e le disuguaglianze sociali come fenomeni inevitabili.

Si pensa troppo facilmente che poco si pu� fare per combattere la povert�: le persone che vivono per strada sono diventate troppe e in fondo sono loro che hanno scelto di vivere cos�. Questo � evidentemente un pregiudizio che serve a mettere a tacere la coscienza. Come si pu� pensare che si possa ragionevolmente scegliere una vita cos�? Per strada si vive male e spesso si muore.

I poveri, inoltre, sempre pi� facilmente, sono avvertiti come una minaccia e non come uomini e donne che attraversano un periodo difficile della loro vita; la povert� sembra una colpa individuale e non un male sociale da combattere, dal quale non � facile mettersi al riparo. Ne consegue che gli stessi problemi sociali, come la presenza di persone senza dimora, l'immigrazione, vengono affrontati spesso solo nell'ottica dell'ordine pubblico. Per esempio si � fatto spazio un fastidio crescente verso chi chiede l'elemosina per strada: in molte citt� in Europa negli ultimi anni si discutono e sono stati approvati provvedimenti per impedire ai poveri di chiedere soldi per strada.

Si vorrebbe nascondere alla vista questi aspetti cos� visibili della povert� ma non si mettono in atto strategie per affrontare e risolvere i problemi che queste persone esprimono: � quello che � successo in tante citt� europee dove le persone che vivono in strada, nelle stazioni ferroviarie, sul greto dei fiumi o in baraccopoli improvvisate, sono state sgomberate e allontanate dai centri cittadini in nome della sicurezza e del decoro urbano senza dar loro alcuna sistemazione alloggiativa.

Per questo queste persone sono costrette a nascondersi in luoghi isolati a volte in situazioni di pericolo, sotto i ponti, lungo i binari ferroviari. Tanti ne incontra in queste difficili condizioni la Comunit� di Sant'Egidio nelle distribuzioni serali di cibo in molte citt�. La conoscenza di tante storie di povert� e di emarginazione fa guardare con preoccupazione ad un approccio solo repressivo a queste forme del disagio sociale.

Sempre pi� spesso si parla di tolleranza zero verso questi aspetti della povert� di strada. In una simile prospettiva non sembra tanto importante capire le ragioni del disagio sociale odi eventuali comportamenti devianti: avviare politiche di intervento efficaci viceversa richiede nuove conoscenze, interventi complessi e tempi a volte lunghi, almeno quanto lunghe, complesse e dolorose sono le storie di emarginazione di tante persone.

Di fronte ad una realt� sociale sempre pi� complessa, a meccanismi economici perversi, a nuovi aspetti del disagio sociale non bisogna rinunciare a cercare nuove risposte che salvaguardino i diritti della persona, della sua dignit� qualsiasi siano le sue condizioni, il suo passato.

Non c'� efficace lotta alla povert� di strada se non c'� la ferma convinzione che la vita di ogni uomo ha un eguale valore in qualunque parte del mondo sia nato, qualunque sia la sua condizione sociale, la sua et�, la sua storia; che ogni uomo ha gli stessi diritti alla salute, al benessere per tutto il corso della sua vita. I poveri non sono un' altra razza o una categoria sociologica, sono uomini, anzi sono l'immagine vera dell'uomo e della vita, spogliata da tante cose che non contano. L'accettazione passiva e colpevole delle disuguaglianze � un danno per tutti, per i poveri, ma anche per i ricchi perch� � la negazione del valore incondizionato della vita anche quando � debole o sfigurata dal bisogno: questa accettazione � il principio dell'imbarbarimento e dell'odio. Di fronte alle sfide della povert� � necessario per questo, impegnare nuove energie e credere nella possibilit� di costruire un mondo migliore per tutti, anche dove nuovi problemi sociali sembrano di difficile soluzione o laddove le risorse sembrano insufficienti, e del resto non � mai del tutto vero.

Francesca Zuccari