E stato un pellegrinaggio alla memoria dei martiri del ventesimo secolo, uomini e donne, noti e sconosciuti, quello compiuto da Benedetto XVI che, nel pomeriggio di luned� 7 aprile, ha presieduto la celebrazione della Parola nella basilica di San Bartolomeo all'Isola Tiberina, destinata da Giovanni Paolo II a essere memoriale dei cristiani del nostro tempo uccisi e perseguitati. Questo punto di riferimento ecumenico � affidato alla Comunit� di Sant'Egidio che quest'anno festeggia il quarantesimo di fondazione.
Il Papa ha acceso un cero davanti a ciascuno dei sei altari che, nella basilica, ricordano (attraverso reliquie e oggetti significativi) i cristiani uccisi sotto la violenza totalitaria del comunismo e del nazismo, quelli uccisi in America, in Asia e Oceania, in Spagna e Messico, in Africa. �Tanti sono caduti - ha detto Benedetto XVI nell'omelia - mentre compivano la missione evangelizzatrice della Chiesa: il loro sangue si � mescolato con quello di cristiani autoctoni a cui era stata comunicata la fede. Altri, spesso in condizioni di minoranza, sono stati uccisi in odio alla fede. Infine non pochi si sono immolati per non abbandonare i bisognosi, i poveri, i fedeli loro affidati, non temendo minacce e pericoli. Sono vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose, fedeli laici. Sono tanti!�. E costituiscono un grande affresco dell'umanit� cristiana del ventesimo secolo. Un affresco delle Beatitudini, vissuto sino allo spargimento del sangue. Un affresco che comunica amore e non sconfitta.
�Anche questo XXI secolo � ha affermato il Papa � si � aperto nel segno del martirio. Quando i cristiani sono veramente lievito, luce e sale della terra, diventano anche loro, come avvenne per Ges�, oggetto di persecuzioni; come Lui sono "segno di contraddizione". La convivenza fraterna, l'amore, la fede, le scelte in favore dei pi� piccoli e poveri, che segnano l'esistenza della Comunit� cristiana, suscitano talvolta un'avversione violenta�. A Sant'Egidio il Papa ha chiesto di custodire la memoria dei nuovi martiri: �Sforzatevi di imitarne il coraggio e la perseveranza nel servire il Vangelo, specialmente tra i poveri. Siate costruttori di pace e di riconciliazione fra quanti sono nemici o si combattono. Nutrite la vostra fede con l'ascolto e la meditazione della Parola di Dio, con la preghiera quotidiana, con l'attiva partecipazione alla Santa Messa�.. Con questo spirito si pu� costruire un mondo pi� fraterno. Prima di lasciare l'Isola Tiberina ha benedetto i ricoverati e il personale dell'ospedale Fatebenefratelli.
Davanti agli altari che ricordano i testimoni della fede
Nella basilica di San Bartolomeo all'Isola Tiberina il Papa ha compiuto, nel pomeriggio di luned� 7 aprile, un pellegrinaggio alla memoria dei martiri noti e sconosciuti, cristiani di ogni denominazione, perseguitati e uccisi nel Novecento e in questo primo scorcio del ventunesimo secolo.
La millenaria chiesa - costruita per ospitare le reliquie dell'apostolo Bartolomeo e di sant'Adalberto, entrambi martiri - � stata destinata da Giovanni Paolo II a essere luogo della memoria dei testimoni della fede e affidata alla Comunit� di Sant'Egidio che sta festeggiando i quarant'anni. della sua attivit�, in settanta Paesi, contro la povert� e per la pace.
Quello di San Bartolomeo � un memoriale che vede crescere ogni giorno la sua documentazione, aggiornata con le notizie di cronaca: anche agli inizi del nuovo secolo i cristiani suscitano un'avversione violenta in tante aree del mondo.
Alle 17.30 il Papa � arrivato sull'Isola Tiberina salutato da un grande entusiasmo tra canti, bandiere e campane a festa. Ad accoglierlo il cardinale Camillo Ruini, vicario di Roma, con il vescovo ausiliare Ernesto Mandara e i responsabili di Sant'Egidio: il fondatore Andrea Riccardi, il presidente Marco Impagliazzo, l'assistente monsignor Matteo Zuppi e il suo predecessore, monsignor Vincenzo Paglia, vescovo di Terni-Narni-Amelia.
Nell'atrio della basilica il Papa ha baciato una reliquia della Croce e ha salutato alcuni vescovi amici della Comunit�. Dopo l'adorazione del Santissimo, Benedetto XVI ha venerato le reliquie di san Bartolomeo.
La pittrice Renata Sciach� gli ha poi illustrato la grande icona ecumenica, posta dietro l'altare, che identifica il lager con una chiesa di filo spinato: si riconoscono, tra gli altri, i volti di monsignor Romero e Bonhoeffer, di Martin Luther King e don Puglisi. Il dono di Sant'Egidio al Papa � stata un'icona raffigurante il beato austriaco Franz J�gerst�tter che si oppose a Hitler. Benedetto XVI ha quindi presieduto la celebrazione della Parola. I martiri � ha detto Riccardi nel suo saluto � sono �scandalo per il mondo del Novecento che ha fatto sua suprema legge il
salva te stesso gridato a Ges� sotto la croce�. E, ritornando alle origini della Comunit�, ha affermato che �quarant'anni fa, dopo il '68, quel grande sconvolgimento occidentale, muovemmo i primi passi. In quella temperie sentimmo di non farci guidare da noi stessi. Ci guid� l'amore per la Parola di Dio. Siamo sempre figli pi� grati di questa Madre antica, la Santa Chiesa Cattolica�.
Intronizzato il Vangelo, � stato letto un brano dell'Apocalisse (�Essi sono coloro che sono passati attraverso la grande tribolazione...�), il salmo 115 e un passo del Vangelo di Giovanni: �Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me�.
Dopo l'omelia il Papa si � raccolto in preghiera davanti a ciascuno dei sei altari che ricordano (con reliquie e significativi oggetti) la persecuzione nelle diverse regioni del, mondo e sotto il nazismo e il comunismo. Davanti a ogni altare Benedetto XVI ha acceso un cero. A porgergli una delle fiammelle � stata Maddalena Santoro, sorella di don Andrea ucciso due anni fa in Turchia: a San Bartolomeo si conserva il suo calice e la sua stola.
Nella preghiera dei fedeli sono stati ricordati quanti oggi sono perseguitati in Medio Oriente e in Iraq. Il canto del Padre nostro ha concluso la celebrazione. Poi nell'atrio il Papa ha scoperto una lapide in ricordo, della visita e ha impartito una benedizione particolare ai ricoverati e al personale dell'ospedale Fatebenefratelii che si trova proprio davanti alla chiesa.
Poco prima delle 19 il Papa ha fatto rientro in Vaticano dopo aver salutato alcuni responsabili, anziani e disabili assistiti dalla Comunit�.
Ad accompagnare Benedetto XVI in questo pellegrinaggio gli arcivescovi Fernando Filoni, sostituto della Segreteria di Stato, e James Michael Harvey, prefetto della Casa pontificia, con i monsignori Paolo De Nicol�, reggente, e Georg G�nswein, segretario particolare del Papa.
Hanno partecipato alla celebrazione undici cardinali e numerosi arcivescovi e vescovi: tra loro l'arcivescovo Giuseppe Bertello, nunzio apostolico in Italia. Tra i presenti il nostro direttore, Giovanni Maria Vian.
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