Comunità di S.Egidio


 

16/05/2008


�C'� un clima da pogrom, allarme sicurezza esagerato�

 

�C'� un clima da pogrom�, �una ventata terribile�, un fuoco da spegnere subito. Mario Marazziti, portavoce della Comunit� di Sant'Egidio, decenni di attivit� tra immigrati e rom alle spalle, non ha paura delle parole. Aria di pogrom si respira nel rogo anti-nomadi a Napoli e nella marea montante degli atti di razzismo e di caccia all'immigrato. Quelli di Sant'Egidio non sono i soli nel mondo cattolico a gridare allarme. Oggi pomeriggio la Caritas incontrer� il ministro Maroni e non preannuncia convenevoli. Monsignor Vittorio Nozza, direttore della Caritas italiana, ha tirato fuori tutto il suo cattolicesimo popolare di radici bergamasche per dire pane al pane. In un'intervista all'Eco di Bergamo ha contestato �l'ossessione sulla sicurezza� che alla fine porta a considerare criminale la povert� e delinquenti i poveri. La Caritas respinge l'idea stessa di un reato di immigrazione clandestina, il ricorso a commissari straordinari qualora vengano preposti solo a sgomberi e controlli sulla popolazione nomade. �Si sfiorerebbe le leggi razziali�, ha denunciato Nozza. Non sar� facile per la Caritas discutere con Maroni ma nemmeno per i pi� forcaioli sar� agevole procedere lungo la strada intrapresa. Qualcuno, nei corridoi, ha fatto osservare al neo-sindaco di Roma Alemanno che se improvvisamente tutte le agenzie cattoliche sospendessero i servizi agli immigrati, nessuno potrebbe pi� controllare la situazione.

Per ora la minaccia non � all'ordine del giorno. Anzi. Anche la Comunit� di Sant'Egidio - come ci dice Marazziti - resta �interessata e disponibile a ragionare col ministro dell'Interno e con i prefetti su tutta la questione sicurezza. Purch� - sottolinea - il ragionamento sia concreto, non ideologico, e si affrontino i problemi reali�.

Marazziti, che impressione vi suscita il vento razzista di questi giorni?

La ventata � terribile. Dobbiamo lavorare a raffreddare il clima. Perci� non dobbiamo affrontare il problema sicurezza e quello immigrazione come se fossero la stessa cosa e come se, per giunta, ci trovassimo in un'eterna campagna elettorale. Un conto, infatti, � parlare dei problemi per cercare consenso, altro � risolverli e governarli.

Tutto nasce dall'enfasi sulla insicurezza come colpa degli immigrati?

Voglio essere molto chiaro: c'� un clima da pogrom. E' una strada pericolosissima per l'Italia, controproducente per la stessa sicurezza e per gli obiettivi che il Paese si pone. Primo fatto: l'Italia, confrontata agli altri paesi europei, non vive un problema vero di sicurezza. L'Italia e Roma in particolare sono pi� sicure di gran parte del resto d'Europa e del mondo: in Italia il 300% di furti in appartamento in meno rispetto alla Gran Bretagna, il 40% in meno di omicidi rispetto alla restante Europa e in costante calo; in Lombardia i furti in casa sono diminuiti negli ultimi anni tra il 30 e il 40% e in Veneto del 60%. Per contro si verifica il paradosso di una percezione di insicurezza in aumento. Le cause sono varie: un atteggiamento culturale che porta ad enfatizzare i casi individuali e un oggettivo aggravamento della fragilit� sociale che tende a scaricarsi sulle minoranze. Il problema va per� affrontato partendo dai dati reali. Ad esempio: si era fatto un gran rumore sugli 85 campi nomadi della Capitale ma poi, nella riunione col Prefetto, si � scoperto che, come noi ripetiamo da anni, i campi sono soltanto 21!

Secondo fatto: in Italia l'immigrazione costituisce un fattore decisivo per scongiurare un tasso di crescita negativo ed anche per l'andamento demografico. In soli tre giorni, dal l� al 3 dicembre, quando sono state riaperte le chiamate individuali per gli immigrati, le richieste hanno superato quota 700mila. Senza immigrazione l'Italia non ha futuro. La soluzione � lavorare per l'integrazione sociale, anche al fine della sicurezza. Guai a "etnicizzare" il discorso sulla sicurezza! Altrimenti diventa un boomerang. Dobbiamo colpire il crimine ma sapendo che le responsabilit� sono sempre individuali. Non si deve incoraggiare l'opinione pubblica ad individuare intere categorie come pericolose. Altrimenti arriviamo ai pogrom di Napoli o all'assalto odierno a Lecco che sono, appunto, atti criminali. A Napoli addirittura c'� il sospetto che le organizzazioni criminali vogliano accreditarsi come garanti dell'ordine e interpreti di un sentimento popolare.

Quali delle misure "sicurezza" preannunciate vi allarmano di pi�?

Aspettiamo di conoscere le misure concrete. Non vogliamo partecipare ad una sorta di "Porta a porta" sulla base di voci ventilate. Di sicuro noi siamo per una politica dell'immigrazione intelligente e larga volta all'integrazione sociale. Si pu� anche ricorrere a collaborazioni con altre polizie per reprimere il crimine e liberare cos� gli altri immigrati, specialmente i romeni, dai sospetti. Ma dobbiamo evitare la tentazione di chiamare e considerare un crimine la povert�.

Ma chi deve raffreddare il clima?

Tutti quelli che hanno una voce amplificata dai media. La nostra classe politica, il governo, i media.

Non dovrebbe toccare al governo che invece soffia sul fuoco?

I primi ad essere amplificati dai media sono appunto i governanti. Se continuer� invece un dibattito, peraltro non fondato, sull'Italia come paese dell'insicurezza non vedo all'orizzonte che altri guasti, dalla crisi del turismo alla caduta di quel sentimento favorevole all'Italia che � invece diffuso nel mondo.

L'ondata di razzismo si � intensificata non per caso nelle ultime settimane.

L'ondata proviene da anni di errori. Oggi per� c'� un'accelerazione. Per questo � urgente dare segnali forti perch� l'opinione pubblica sappia che nessuna criminalit� pu� essere tollerata e nessuno pu� permettersi di aggredire un immigrato o assaltare un campo zingari.

Come giudicate la scelta di commissari speciali per i nomadi?

L'idea in s� di un commissario ad hoc non sarebbe sbagliata se puntasse a garantire che qualcuno si applichi in modo intelligente al problema. Ma l'agitazione di poteri speciali mi evoca sempre il senso di un'abdicazione dai poteri democratici.

Fulvio Fania