"Una risposta culturale all'ondata di emotivit�, al comune sentire dell'opinione pubblica, che potremmo riassumere nel concetto di �antigitanismo�": cos� Andrea Riccardi, presidente della Comunit� di Sant'Egidio, ha presentato il 28 maggio a Roma il libro "Il caso zingari" a cura di Marco Impagliazzo. "Il pregiudizio antigitano - ha spiegato Riccardi - si nutre di stereotipi, si esplica in una politica del disprezzo per un intero gruppo. Il pregiudizio antigitano si serve, come tutti i pregiudizi, di elementi tratti dalla realt�, ma costruisce modelli e pensieri che rispondono a quel senso d'insicurezza che pervade la nostra realt�, nell'intento d'identificare un nemico concreto, facilmente schiacciabile. Certo, a volte si ha l'esperienza di un contatto non sempre facile con gli zingari, e affermo che il crimine va perseguito secondo la legge, ma la criminalizzazione di un gruppo, come i rom, � antigitanismo".
Colmare la frattura. "La situazione attuale non pu� essere sostenuta solo dalle forze dell'ordine e non fa onore al nostro Paese. Tuttavia ci sono gli strumenti per colmare la frattura" ha affermato Riccardi. "La gente ha sete di sicurezza di fronte a un futuro incerto per l'instabilit� dei rapporti umani, per la mancanza di prospettive sulla casa e sul lavoro". Per colmare la frattura "� necessario investire sull'istruzione dei bambini zingari, tutelare realmente il diritto allo studio con convitti e borse di studio, senza svalutare una coercizione a chi utilizza i figli per delinquere. Le istituzioni vanno responsabilizzate in questa direzione, con interventi opportuni sull'educazione, ben diversi dalle sistematiche perquisizioni dei campi all'alba, sopralluoghi che traumatizzano i bambini nel sonno e non favoriscono certo un sereno inserimento scolastico, specie se sottoposti a continui spostamenti. Non costruiamo una generazione intrappolata nel suo presente".
Nomadismo dettato dal bisogno. "Gli italiani sono un popolo di migranti, troppo spesso lo dimentichiamo. Anche io sono emigrato in Argentina, per sfuggire il nazismo" ha ricordato Arrigo Levi, giornalista e scrittore, che ha aggiunto: "Come credete che venissero considerati gli italiani? Ladri e ignoranti, esattamente come gli zingari oggi". Io stesso, ha confessato il giornalista, "non sono stato scevro di pregiudizi, anche romantici, su questo popolo nomade, ma oggi riconosco la realt� di un nomadismo dettato dal bisogno della ricerca di campi e strutture adeguate, un nomadismo forzato dagli sgomberi, eventi gravi perch� impediscono l'adempimento del diritto allo studio dei minori. Si sottovalutano le conseguenze di uno sgombero che allontana dai centri scolastici e dalle strutture di base. I campi nomadi fuori dai centri abitati sono privi di senso". "Molti ignorano - ha aggiunto Levi - che con gli zingari il popolo ebraico ha condiviso le deportazioni: ugualmente condannati dalla politica della razza". "Attualmente - ha detto - c'� grande confusione tra gli zingari e le nuove immigrazioni. Sono definiti tutti indistintamente rom, romeni, ignorando che per affinit� linguistiche questi sono tra i maggiormente inseriti. Nonostante sia coinvolto un numero relativamente ridotto di individui, temo che ancora non stiamo procedendo in una maniera corretta".
La presenza della Chiesa. Da anni la Chiesa � presente nei campi rom, ha ricordato il card. Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli, "spesso come unica istituzione". "Basta citare l'impegno per la scolarizzazione della Comunit� di Sant'Egidio. Occorre un serio impegno sociale, politico e culturale. � stato spaventoso che nessuna istituzione o persona si siano preoccupate di dare un po' di latte o qualcosa da mangiare ai bambini che sfollavano da Ponticelli. Spaventoso � il risultato dei temi di scuola, come in passato lo sono stati i temi che giustificavano la camorra. Sono il diretto risultato del comportamento dei genitori. Tuttavia la responsabilit� � dell'intera societ�, tanto che spesso i problemi sono simili in citt� diverse. Anche nell'attualit� sono da riconoscere le cause del rogo di Ponticelli: nella contraddizione di una societ� involuta in estremismi nazionalisti, nel provincialismo fino al campanilismo", ha denunciato l'arcivescovo di Napoli, senza dimenticare il coinvolgimento di "chi cerca la violenza e della camorra". "Credo - ha concluso il porporato - che sia necessario non dimenticare i diritti dell'altro, i diritti della persona, e le istituzioni civili dovrebbero impegnarsi in questo senso".
Norme costituzionali inattuate. "Esiste un problema di base: intendere gli zingari come gruppo e non come individui. Tuttavia, considerarli come gruppo porta a una chiarezza, che si tratti, cio�, di una minoranza, che come tale va trattata secondo le norme di diritto costituzionale previste", ha detto Giovanni Maria Flick, vicepresidente della Corte costituzionale. "Nel 60� della Costituzione risulta che norme fondamentali contenute nella sua prima parte sono attualissime e inattuate", ha denunciato, riferendosi ai primi tre articoli della Carta, sull'uguaglianza di fronte alla legge, per i diritti e per i doveri, pur nella diversit�.
Lia Mancini
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