Comunità di S.Egidio


 

15/06/2008


�Sostenere un piccolo popolo senza risorse�

 

�Pregiudizi antichi e una convivenza difficile: un piccolo popolo di poveri, lasciati senza risorse e senza soccorso, in una convivenza che, dopo mesi e anni cos�, diventa difficile�, cos� don Gino Battaglia, referente campano della Comunit� di Sant�Egidio alla presentazione del libro �Il caso zingari� curato da Marco Impagliazzo. Lo zingaro � spiega don Gino -. � visto come l�incarnazione del male. �Ma il male � nel cuore degli uomini, si annida nei loro rapporti, � in un sistema di vita, � in una mentalit�, � responsabilit� di tutti�. Troppo facile allora identificarlo in una persona, in un popolo, specie se piccolo e povero. L�obiettivo de �Il caso zingari� � proprio questo: spazzare via i luoghi comuni che identificano negli zingari e solo in loro, i ladri di bambini; un popolo di mendicanti, sporchi, criminali, una massa informa che invade le nostre terre per deprivarci di spazi e sicurezza. E, invece, evidenzia il nutrito parterre, convocato dalla Comunit� di Sant�Egidio nell�auditorium della Curia Arcivescovile, la presenza degli zingari � una realt� lillipuziana in Italia se si considera che rappresenta lo 0,25% della popolazione italiana, vale a dire un italiano su quattrocento. �Quindi � spiega Paolo Morozzo della Rocca, dell�Universit� di Urbino � nessuna invasione zingara, ma una realt� i cui contorni rimangono modesti se la si raffronta ai paesi a noi vicini�.

E Morozzo della Rocca snocciola altri dati a conferma delle sue tesi per chiarire anche la infondatezza del coinvolgimento dei minori zingari in azioni criminose. Dai dati forniti dal ministero di Grazia e Giustizia relativamente al 2006, infatti, su 19.920 minori che delinquono solo 2,424 sono zingari.

Una urgenza sociale, culturale e religiosa che interroga la Chiesa e per la quale il cardinale Crescenzio Sepe invoca �soluzioni non affrettate e non impietose, ma la collaborazione di tutti perch� non si pu� � aggiunge Sepe � non aprirsi all�altro, non accoglierlo con tutte le sue difficolt�.

Che � rilancia don Gino Battaglia -�noi conosciamo e ne conosciamo anche i bisogni�. Per questo �non si pu� pretendere di proibire l�accattonaggio senza metterli in condizione di non farlo - dice don Gino � n� pretendere che i bambini non siano portati a chiedere l�elemosina senza costruire delle alternative�.

Ed invoca una politica forte: �Ma una politica forte � dice don Gino Battaglia - non � mostrare i muscoli un�ora a scopo propagandistico. La politica forte non sono gli sgomberi, che spostano il problema in un altro quartiere�. Le organizzazioni che si occupano dei rom chiedono per loro una politica di accoglienza �ma � avverte Battaglia - non � buonismo, lasciar fare, lasciar correre, tolleranza indefinita; tantomeno significa accettare l�incuria e l�abbandono in cui vivono gli zingari oggi�.

Ecco allora le proposte: istruzione �prima di tutto � dice don Gino Battaglia � perch� gli zingari sono un popolo giovane, fatto per lo pi� di bambini. E un popolo cos� giovane pu� essere cambiato solo con l�educazione. Ma qui c�� il problema del sostegno alla scolarizzazione. Non bastano le iscrizioni: c�� un problema di borse di studio, di convitti o semi-convitti, di personale qualificato e motivato�. E poi le abitazioni: �Offrire agli zingari piccoli insediamenti attrezzati distribuiti sul territorio, nel contesto della necessaria riqualificazione generale dei quartieri o dei comuni che accolgono i rom, per cui chi vive accanto a loro non debba sentirsi penalizzato�.

�Per dare dignit� ad ogni uomo� rilancia Angelo Scelzo sottosegretario del Pontificio consiglio delle comunicazioni sociali. Che aggiunge: �Bruciano ancora le immagini dei campi, e ancora di pi� le frasi pronunciate da bimbi le cui coscienze sono gi� state manipolate da altri. Ma � questo il segno di un forte disagio sociale dove la povert� rischia di diventare un reato�. Le immagini di un Paese frammentato �dove � aggiunge Scelzo �si alimenta il malessere, e c�� invece l�urgenza di porre in atto serie politiche di integrazione�.

L�unica chiave possibile, allora, secondo il giurista Francesco Paolo Casavola, � �puntare sull�istruzione e sulla religione. Perch� � spiega Casavola � sui principi religiosi si � sempre costruita l�identit� nazionale. Ed, allora, su di essa sar� possibile sperare e credere di costruire un�integrazione possibile�

Rosanna Borzillo