CITTA� DEL VATICANO - La Comunit� di Sant�Egidio non ci sta all�intenzione di procedere all�identificazione dei bambini rom con la raccolta delle impronte digitali. �Qualunque sia l�intenzione, buona o cattiva, questo progetto costituisce un precedente pericoloso, da neutralizzare subito�. Mario Marazziti, portavoce della comunit� impegnata con centinaia di volontari nei campi rom, non esita a manifestare disagio.
In fondo � solo per aiutare questi bambini a sfuggire all�accattonaggio...
�Partiamo da un altro principio, e cio� che qualunque misura che non sia rivolta a tutti ma solo a una certa categoria di persone, oggi i bambini rom, domani qualche altra etnia, chiss�, rischia di diventare irrimediabilmente discriminante. Ma vogliamo scherzare?�
Ma cosa si potrebbe fare per recuperare questi bambini?
�Ogni situazione � individuale e va identificata famiglia per famiglia. Occorrono interventi mirati, con assistenti sociali, con programmi apposta, risorse, volont�, intelligenza�.
Non esiste un problema rom legato alla sicurezza?
�No, non esiste nessun problema che possa giustificare una emergenza nazionale di questo tipo, tale da richiedere misure straordinarie. Noi riteniamo che il problema della mendicit� si debba risolvere con un grande lavoro di sostegno ai nuclei familiari, alla genitorialit�, puntando sull�inserimento scolastico, con borse di studio e incentivi per costruire la prima generazione che esce dalla strada e dalla precariet�. So che tutto questo � costoso e difficile, ma � l�unica via percorribile. E poi c�� un altro aspetto che mi preme dire...
Ossia?
�Che, contrariamente a quello che pensa la gente, la cultura rom non esiste: il 60 per cento dei rom presenti sul territorio sono italiani. Persone che avrebbero desiderio di avere una casa, che non rifiutano la scuola e l�integrazione. Purtroppo, per�, quando si rade al suolo un campo zingari, si interrompe un lavoro di scolarizzazione che durava da tempo. Risultato? che i bambini si sparpagliano di nuovo per la citt�.
Franca Giansoldati
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