change language
sei in: home - ecumenismo e dialogo - incontri... la pace - assisi 2... di pace newslettercontattilink

Sostieni la Comunità

  

 
versione stampabile
19 Settembre 2016 16:30 | Palazzo Monte Frumentario

Intervento di Abuna Musie


Abuna Musie


Arcivescovo ortodosso, Chiesa Tewahedo di Etiopia

L’amore di Dio Padre e la Grazia del suo Unico Figlio e il Consiglio dello Spirito Santo siano su di noi e su tutti i fedeli.

Amen
 
E’ mio privilegio ed onore esprimere la benedizione e i saluti di Sua Santità Mattia I, Patriarca di tutta l’Etiopia, Arcivescovo di Axum e Supremo abate della Santa Sede di San Tekle Haimanot  su questa assemblea e su tutti voi.
 Miei fratelli nel Clero e tutti gli amati nel Signore:
Prima di affrontare il tema in questione “La religione e i poveri”, penso che sarebbe d’aiuto definire i due termini: cosa intendiamo, come Cristiani, quando usiamo la parola “religione” e quale è la definizione di “povero”?
Per ‘religione’, in senso Cristiano, potremmo offrire una definizione cioè combinazione di dottrina e di espressione liturgica che scaturiscono, entrambe, dalla raccolta comunemente condivisa delle Sacre Scritture, in seguito interpretate dai Concili e adottate come credo da un particolare popolo.
Per ‘povero’ intendiamo indicare coloro che sono poveri fisicamente a causa dell’assenza di risorse e per il peso dei debiti e, analogamente, coloro che sono poveri di fede, speranza e amore a causa di persecuzioni esterne o difficoltà interiori.
L’Etiopia è stato un impero Cristiano devotamente religioso dal momento in cui l’Eunuco fu battezzato da Filippo che riprende a predicare sulla rivelazione di Gesù Cristo nel 53° capitolo della Profezia di Isaia che descrive le sofferenze del povero servo del Signore. L’Etiopia è benedetta da una ricchezza di risorse ma è allo steso tempo responsabile di milioni di poveri. La Cristianità Etiope e la povertà Etiope, ahimè, sono unite da una storia comune e in una battaglia comune. L’Etiopia quindi riflette una sintesi dell’identità religiosa e della presenza dei poveri.
Permettetemi, per favore, di fornirvi un attuale esempio di come la Chiesa di Etiopia affronta e pone rimedio al tema dell’impoverimento. Il secondo capitolo della lettera di Giacomo può essere stata scritta per la Chiesa Universale ma è particolarmente intensa  quando descrive l’atteggiamento della religione in Etiopia nei confronti della povertà in Etiopia. 
Giacomo dice: “.. Non ha Dio scelto i poveri del mondo, perché siano ricchi in fede ed eredi del regno che egli ha promesso a coloro che lo amano? ” (Giacomo 2:5). Il ruolo della religione in Etiopia, e specificatamente il dovere della chiesa ortodossa Etiope Tewahedo, è di sviluppare la fede tra le persone, di incoraggiarli  nella speranza e di infondere in loro l’amore di Dio. Coloro che amano Dio, a prescindere dalla loro ricchezza, inevitabilmente si solleveranno al di sopra del loro impoverimento e diventeranno gli eredi del Regno promesso dei cieli.
E come viene raggiunto questo oggi? Da un punto di vista fisico, la chiesa Etiope sostiene migliaia di parrocchie e monasteri e molte di queste istituzioni hanno un significativo accesso ad acri di terreni coltivati, a fonti d’acqua, a granai e panifici in tutta la nazione. La Luce dell’istruzione religiosa brilla sia nelle aree urbane che rurali di tutta la nazione, e pone un moderno accento sulla salute, l’igiene, la pianificazione familiare, le malattie trasmissibili e l’uguaglianza sociale. Le scuole religiose insegnano sia l’agronomia e l’economia domestica, quanto a cantare Salmi sul raccolto e a leggere passi biblici circa la gestione responsabile. La predicazione da parte del clero, sia monastico che parrocchiale, si incentra sulla Grazia della Santa Trinità nella vita di ogni persona e l’insegnamento della Chiesa rimane fermamente basato sull’obiettivo doppio della salvezza attraverso la fede e della redenzione attraverso le opere buone e la carità. Gli ospedali, le cliniche, gli orfanotrofi, le case di riposo, le strutture per i disabili, gli alloggi per coloro che non hanno più radici, i centri di raccolta abiti e le banche alimentari, sono tutti parte del raggio d’azione della Chiesa Etiope verso i poveri e i bisognosi in tutta la nazione.
Nostro Signore ripete: “ Voi avrete sempre i poveri con voi” (Matteo 26:11; Marco 14:7; Giovanni 12:8) ma prontamente ci consiglia “ e quando vogliate potrete fare a loro del bene” (Marco 14:7). Oggi la Chiesa Etiope sceglie di stendere le braccia e di fare cose buone per i poveri. E’ profondamente vero che L’Etiopia come paese rimane sottosviluppato in molti contesti, ma la Chiesa rimane attiva nel suo Ministero. Se c’è un’importante lezione che la religione insegna sui poveri è che i poveri non sono soli in questo mondo. Le loro sofferenze non passano inosservate e le loro anime sono davvero amate.
La storia dell’Etiopia è stata a volte meravigliosamente ricca e altre volte è precipitata in tumulti e sangue. Gli Etiopi mantengono una pia venerazione della Santa Vergine Maria e il suo grande canto di lode descrive la presenza di Nostro Signore come l’unico Salvatore durante la tumultuosa storia dell’Etiopia “Egli ha rovesciato i potenti dai loro troni ed ha elevato gli umili. Ha dato a piene mani agli affamati ed ha allontanato i ricchi a mani vuote.” (Luca 1:52-53). La Salvezza è attraverso Gesù Cristo  e la Chiesa Etiope porta il messaggio di salvezza attraverso  il Suo consiglio ai ricchi per una gestione responsabile e attraverso la Sua predicazione di speranza e amore verso i poveri.
La chiesa Etiope non disprezza i ricchi, ma anzi predica e insegna ai ricchi ad amare DIO e a estendere la misericordia fuori dalla pienezza dei loro cuori e verso le case dei meno fortunati. Allo stesso tempo la chiesa Etiope incoraggia i poveri a sollevarsi dal loro status predicando e insegnando loro che attraverso la fede e attraverso le opere buone essi diventeranno gli eredi del grande  Regno promesso.
E’ la preghiera della Chiesa Etiope che attraverso il grande esempio che Gesù Cristo dà a tutti noi, perfino quando Egli separa le pecore dalle capre (Matteo25:31-46), che la religione continuerà ad officiare attivamente a favore dei poveri in corpo e spirito. Nell’esperienza dell’Etiopia, una chiesa che predica è efficace nell’assicurare la fede, nel promuovere la speranza e nel diffondere l’amore e una chiesa che insegna è efficace nel promuovere la consapevolezza nella salute fisica e nel benessere emotivo. E’ quindi il continuo ministero della Chiesa Etiope che offre una soluzione religiosa alla povertà sistemica e alla depressione spirituale compiendo la grande profezia “Beato colui che si dà pensiero del povero! Nel giorno della sventura il Signore lo libererà.” (Salmo 41:1).
 
Grazie per l’opportunità di aver potuto presentare l’attuale situazione della religione e della presenza verso i poveri in Etiopia.
 
Nel nome del Padre, del figlio e dello Spirito Santo, possa l’amore e la pace prevalere nel mondo.
 

#peaceispossible #setedipace
PROGRAMMA in PDF

EVENTI COLLEGATI
nel mondo

Materiale per la stampa

RASSEGNA STAMPA CORRELATA
8 Febbraio 2018
Avvenire
Il sociologo Bauman al Papa: «Sei la luce in fondo al tunnel» La testimonianza di Riccardi
29 Ottobre 2016
La Civiltà Cattolica
Intervista a Papa Francesco in occasione del viaggio apostolico in Svezia
5 Ottobre 2016
Avvenire
Marco Impagliazzo: Nel tempo del noi
2 Ottobre 2016
Avvenire
Quale accoglienza? Il metodo «adottivo» che emerge da Assisi
30 Settembre 2016
Vida Nueva
Marco Impagliazzo: “Los líderes musulmanes deben denunciar con más valentía el terrorismo”
tutta la rassegna stampa correlata


Giovani x la Pace


Ringraziamo