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Liturgia di ringraziamento per il 50mo anniversario della Comunità di Sant'Egidio

10 febbraio, ore 17,30 Basilica di San Giovanni in Laterano

 
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4 Ottobre 2010 18:30 | Auditori Caixa

Barcellona 2010 - Intervento di Shlemon WARDUNI

Shlemon Warduni


Vescovo cattolico di Babilonia dei Caldei, Iraq

Prima di tutto vorrei ringraziare Dio per avermi dato questa occasione di essere con voi per dialogare insieme sull’argomento che ho preparato e suggerito dalla Comunità di Sant’Egidio, che ringrazio di tutto il cuore di avermi invitato a condividere con voi tutti la parola sul dialogo e la pace.

Un discorso voluto da tutto il mondo, una realtà fondamentale è che tutti gli uomini vivano con gioia e serenità come vuole Dio amore, che li ha creati per amore e perché partecipino della sua gloria con amore e pace. 

Lui che è la pace per arrivare poi alla vita e alla felicità eterna.

Quindi vivere insieme è una necessità fondamentale per tutti ed è una verità naturale che il Signore ha seminato nel cuore di tutti gli uomini, perché li ha creati con la tendenza naturale a vivere insieme per creare la comunità: quella familiare, nazionale, mondiale e una comunità naturale, sociale e religiosa.

Questa comunità è fondata in Dio, in Dio Trinità.

Questa comunità straordinaria è sostanzialmente unità ed è il modello del vivere insieme, Dio Uno e Trino è assolutamente unito e perciò fa tutto con perfezione assoluta e vorrebbe che gli uomini vivessero in questa maniera, così che la loro vita fosse perfetta come creature umane. In questo modo potrebbero vivere in pace per mezzo del dialogo e la loro vita sarebbe una giusta preparazione per la vita futura nel cielo.

Il Signore vuole che l’uomo sia così e non come vive in realtà, dove l’individualismo, gli interessi, le divisioni e la zizzania seminata nel mondo vogliono distruggere la pace e la vera felicità dell’uomo che segue il male e le felicità mondane, allontanandosi da Dio fonte della pace, della serenità e della felicità vera.

Il vivere insieme è un istinto seminato da Dio anche negli animali sulla terra e negli uccelli del cielo e in tutti i pesci che vivono nel mare.

Sarebbe quindi una cosa non giusta se questo non esistesse anche fra gli uomini e specialmente tra le religioni che derivano da Dio.

Questa è una questione essenziale per la convivenza pacifica sulla terra e la risposta dovrebbe essere positiva, perché Dio la vuole. 

Dio Uno e Trino vorrebbe che la sua vita si diffondesse in tutto il creato, Lui che vive insieme ed assolutamente unito nella stessa sostanza vuole che gli uomini sperimentino questa vita insieme e vedano la sua dolcezza.

È per questo che Gesù chiede al Padre suo “che tutti siano uno” come lui e il Padre.

Così chiede anche di proteggerli dalle divisioni che il diavolo vorrebbe seminare tra di loro per disturbare la loro serenità e rendere amara la loro vita. 

Quindi si domanda alle religioni di vivere insieme perché affermino che questa è una condizione sine qua non, senza la quale non può vivere e continuare una religione.

È infatti un segno reale perché una religione sia vera.

La religione che non vuole vivere e convivere con le altre religioni è una religione falsa perché lontana da Dio.

In questo modo bisogna sacrificarsi per gli altri, voler bene agli altri, fare tutto il possibile per realizzare l’unità con Gesù in mezzo a loro, lui che dice: “Dove due o tre sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro”. 

Se applichiamo questo a tutte le religioni, diciamo: dove sono due o tre riuniti nel nome di Dio, Lui è in mezzo a loro.

Quindi ogni fanatismo, ogni relativismo è da condannare, ogni particolarismo è da allontanare e bisogna vivere insieme con prudenza, con saggezza e con amore.

Bisogna vedere con occhi nuovi tutte le religioni e prendere il positivo da ogni religione, prendere ciò che ci avvicina ed allontanare ciò che semina l’odio, le divisioni, la guerra e l’egoismo.

Quanti anni in Iraq abbiamo vissuto bene insieme, diverse religioni, ed ecco che arriva il maligno che odia l’uomo e semina la divisione attraverso il fanatismo, le idee chiuse, la ragione oscurata dalle cose mondane e lontane da Dio. 

Questo anche fra le comunità cristiane o le nuove sette che sono arrivate dopo la caduta del regime.

Esse fanno proselitismo e battezzano i figli dalle altre religioni, e ci accusano di evangelizzarli, e quindi cresce il fanatismo, crescono le difficoltà.

Perciò bisogna predicare e gridare con amore per costruire dei ponti col dialogo, per educare alla tolleranza che avvicina le religioni, per trovare i punti positivi in tutte le religioni, per trovare i punti in comune che avvicinano e fortificano costruendo relazioni positive.

Questo si potrebbe realizzare con i capi delle religioni perché loro sono gli educatori veri, mentre tante volte sono loro a seminare il fanatismo.

Tutti dobbiamo sapere che le religioni creano l’elemento positivo per avvicinarsi e per essere insieme, per costruire la società, per difendere la famiglia, per realizzare la giustizia e dare a ciascuno i suoi diritti.

Per seminare la pace, la fratellanza, la gioia che fa crescere tutti nell’amore di Dio e quindi rispettando i diritti di tutti e vincendo il rancore e l’odio con l’amore vero. 

Amore vero che è sacrificarsi per l’altro, non come fanno ogni giorno i terroristi, che in nome di Dio e della religione, distruggono la religione perché uccidono, rubano, seminano l’odio e la guerra dappertutto.

Cari amici, cerchiamo di diffondere questo spirito dello stare insieme, e questo per il bene di tutti, per seminare la cultura della fratellanza universale nella quale tutti vivono nella gioia e nella pace, così che tutte le religioni si incontrano in Dio Amore che vuol bene a tutti e per tutti. Di questa religione abbiamo bisogno per vivere la fratellanza in Dio.

 

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Barcellona 2010

Messaggio
di Papa
Benedetto XVI


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