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Liturgia di ringraziamento per il 50mo anniversario della Comunità di Sant'Egidio

10 febbraio, ore 17,30 Basilica di San Giovanni in Laterano

 
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11 Settembre 2012 09:30 | Bosniak Institute of Sarajevo (Bošnjački institut u Sarajevu)

Contributo di Lucjan Avgustin



Lucjan Avgustini


Vescovo cattolico, Albania

“La nuova Albania e quella vecchia sono caratterizzate da buone relazioni tra le religioni. La tolleranza e l’armonia religiosa sono il piu’ grande valore dell’Albania e non si tratta di qualcosa che e’ unicamente proverbiale. Gli albanesi hanno saputo far fronte all’olocausto. Al termine della seconda guerra mondiale l’Albania fu l’unico paese dove il numero degli ebrei era aumentato di quasi dieci volte. Sebbene qui esistano quattro comunita’ religiose e sebbene non sembriamo essere un popolo saggio, non abbiamo mai conosciuto conflitti religiosi. Due fratelli, l’uno cattolico e l’altro musulmano, hanno convissuto sotto lo stesso tetto”.

Ismail Kadare

 

Desidero esprimere la mia gioia e ringraziare per la possibilita’ che mi e’ stata data di parlare di fronte a questo qualificato auditorio dove presentare la convivenza religiosa in Albania come una ricchezza di cui possono far tesoro molti popoli e paesi, specificamente quelli in cui domina l’odio, l’intolleranza e la mancanza di armonia tra le religioni.

L’Albania e’ uno stato laico e secondo la sua costituzione esso non ha una propria religione ufficiale. Gli albanesi sono un piccolo popolo, se confrontati con molti altri; essi sono divisi ed abitano in differenti stati balcanici. Solo la meta’ vive all’interno dei confini dello stato albanese.

Per quel che riguarda l’appartenenza religiosa, sono presenti oggi in Albania:
-    i cristiani: ortodossi, cattolici ed evangelisti-protestanti;
-    i musulmani: la comunita’ islamica e quella bektashi (quest’ultima rappresenta una corrente riformata in senso piu’ liberale all’interno dell’islam);
-    un considerevole numero di persone che non si dichiarano appartenenti ad alcuna fede ma allo stesso tempo non si dicono atei;
-    gli ebrei ed appartenenti ad altre religioni e sette.

La convivenza, l’armonia e la tolleranza tra le diverse religioni e’ una particolare caratteristica degli albanesi, tanto per il passato quanto per il presente.

Un po’ di storia per comprendere meglio la convivenza religiosa.

Il cristianesimo si diffuse nelle terre degli Illiri, popolo dei quali gli albanesi sono successori, durante il primo ed il secondo secolo. Lo stesso San Paolo afferma di aver attraversato questi paesi durante i suoi viaggi missionari in direzione di Roma, percorrendo la Via Egnatia e il porto di Durazzo per proseguire, in seguito, verso l’Italia.
Nel 395, in seguito alla divisione dell’impero romano, le attuali terre albanesi passarono sotto il dominio dell’Impero romano d’Oriente, mentre per quel che riguarda la dipendenza ecclesiastica continuo’ a persistere un ininterrotto legame con Roma. Nel 732 l’imperatore bizantino Leone Isaurico sottopose l’intera regione all’autorita’ del Patriarcato di Costantinopoli.

L’Albania e’ stata dunque il luogo dove si incontravano e si dividevano i due maggiori imperi del medioevo, Roma e Bisanzio. Allo stesso modo, essa era il luogo dove si incontrava e si divideva l’autorita’ delle due chiese, quella romana e quella bizantina. Tuttavia, ne’ i due imperi ne’ le due chiese divennero causa di conflitto tra gli albanesi.

A partire dalla fine dell’eta’ medievale una parte di essi comincio’ ad essere islamizzata. Con la diffusione dell’islam durante la dominazione ottomana, la diversita’ religiosa, che potenzialmente poteva creare condizioni che favorissero spaccature, si approfondi’. Tuttavia, nulla di tutto cio’ avvenne. La tolleranza religiosa esistente nei secoli precedenti venne conservata anche durante la diffusione dell’islam, in quanto continuarono ad essere attivi i medesimi fattori: un territorio comune, la lingua, le tradizioni etnoculturali, i legami familiari o tribali nonche’ le relazioni spirituali. Presso gli albanesi il cristianesimo, come anche l’Islam, rimasero una religione popolare, lontane dall’intolleranza e dal fanatismo dottrinario.

Il tempo del potere comunista fu crudele e oltremodo ostile per quel che riguarda i comportamenti e gli atteggiamenti nei confronti della religione. La dittatura provo’ ad annullarla e ad innalzare l’ateismo a livello di culto. Essa venne legalmente vietata e le istituzioni religiose furono chiuse. Sebbene tale ideologia atea abbia causato gravi danni, la fede rimase viva nell’animo delle persone e si risveglio’ con nuova forza negli anni del post-comunismo.


Alla sua caduta e con la riapertura delle istituzioni religiose, musulmani, ortodossi e cattolici presero parte insieme alla ricostruzione, riedificando gli edifici di culto, le chiese e le moschee, ma anche partecipando reciprocamente alle rispettive cerimonie religiose.

Molti esempi di comprensione, armonia e tolleranza interreligiosa possono essere enumerati. Accenno qui soltanto allo storico esempio della celebrazione della prima messa ed alla riapertura della prima moschea a Scutari, episodi avvenuti nel novembre del 1990, una volta caduto il divieto imposto per oltre un quarto di secolo dallo stato comunista. La collaborazione tra giovani cristiani e musulmani scutarini, instaurata in occasione della prima messa celebratasi presso il cimitero cattolico della citta’ e della prima predicazione avvenuta presso la moschea dei Piombi, fu espressione di armonia e fraternita’ interreligiosa di fronte al regime, a quel tempo ancora al potere.

In tale modo e per secoli la convivenza e l’armonia religiosa sono continuate ad esistere nella nazione albanese e sono giunte oggi fino a noi come un grande valore nazionale proprio di un piccolo popolo. Siamo chiamati a salvaguardare questo raro valore, a coltivarlo ed a promuoverlo in tutti i modi, attraverso l’istruzione, i media, ovunque, sia nel paese sia in ambito internazionale.

Papa Giovanni Paolo II, durante la sua visita in Albania svoltasi nell’aprile del 1993, disse: “In questo senso il popolo albanese deve essere preso ad esempio come il luogo dove le comunita’ religiose intrattengono un reciproco rispetto ed una umana collaborazione. Deve essere appresa l’arte del dialogo e dell’ascolto, sia pure quando cio’ appare impossibile. Auguro che l’Albania diventi sempre piu’ la patria dell’ecumenismo e del dialogo interreligioso. Non c’e’ per voi piu’ degno motivo di orgoglio di essere indicati dall’Europa e dal mondo intero come un esempio di dialogo, di non utilizzo della violenza, di reciproca comprensione religiosa”.

I recenti esempi occorsi nel mondo ed anche nei Balcani hanno testimoniato che gli equilibri religiosi sono estremamente fragili e spesso il manipolarli e’ causa di pesanti conseguenze. In Albania esiste il pluralismo religioso che ha dato prova di aver portato con se’ le dovute dosi di reciproca tolleranza; allo stesso modo esiste, ben delineato, uno sfondo di armonia interreligiosa, ereditata dal passato e che in parte continua ad essere salvaguardata grazie al lodevole lavoro portato avanti dalle diverse comunita’ religiose al fine di conservare e far crescere i comuni, unici valori.

Tale modello costituisce una preziosa ricchezza per noi albanesi ma anche una positiva realta’ per la regione nella quale viviamo e non solo per questa. Le nostre societa’ si sono incamminate inevitabilmente verso la globalizzazione e l’integrazione, tentando di dare vita ad una grande famiglia nella quale ci sia posto per tutti i valori e le ricchezze proprie di ogni popolo e nazione. Nel mondo globale non ci si puo’ certo aspettare che i piccoli paesi si confrontino con gli altri con le loro economie e con le ricchezze materiali. Ciononostante, per mezzo della loro identita’ e delle loro qualita’ piu’ preziose, essi potranno contribuire all’arricchimento della societa’ globale, dando vita ad un ricco mosaico di valori e culture che si riconoscano, si accrescano e si rispettino l’una con l’altra. Il nostro contributo, vale a dire l’armonia religiosa, e’ il piu’ alto messaggio di amicizia e comprensione  che l’Albania puo’ inviare ai popoli del mondo.

La tolleranza religiosa degli albanesi non e’ un talento dei tempi moderni ed essa non si e’ formata con l’istruzione e la scuola. Essa e’ una tradizione che proviene dalla profondita’ dei secoli. Possiamo dire che in Albania il senso della tolleranza interreligiosa venga addirittura superato. Qui infatti vivono insieme cristiani e musulmani in piena armonia e reciproca comprensione.




Vau i Dejes, 16 agosto 2012                Mons Lucjan Avgustini

Messaggio del papa per l'Incontro di Sarajevo
Benedetto XVI

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