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16 Novembre 2005

In Niger, gli aiuti della Comunità di Sant'Egidio raggiungono le popolazioni nomadi del deserto

 
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Comunità di Sant'Egidio - Aiuti al Niger La Comunità di Sant'Egidio ha avviato un programma di aiuti  alle popolazioni del Niger colpite dalla fame a causa di una prolungata siccità.  

Nel mese di ottobre una delegazione della Comunità di Abidjan, in Costa d'Avorio, si è recata nella regione di Maradi, la seconda città del Niger, dove si sono concentrati i nostri aiuti.

La città di Maradi si trova a circa 650 Km dalla capitale Niamey, vicino al confine con la Nigeria. Abbiamo visitato i centri nutrizionali  di 6 villaggi della regione, dove vengono distribuiti gli aiuti forniti dalla Comunità. I centri sono gestiti dai responsabili della Caritas locale, insieme alla quale la Comunità sta procedendo a questo programma di integrazione alimentare, rivolto in particolare ai bambini. 

La situazione è molto grave. Abbiamo visto arrivare ai centri nutrizionali bambini gravemente malnutriti (uno, di 3 anni, pesa solo 5,2 kg e un altro, di 2 anni, soltanto 3kg). I responsabili, prima di procedere alla distribuzione di cibo, pesano i bambini e calibrano l'integrazione alimentare secondo il livello di dimagrimento. Si distribuiscono i cibi di base: farina di miglio, farina di grano, latte in polvere, olio di arachide. 
I centri nutrizionali sono una speranza in questi villaggi dove non c'è nulla e dove il tasso di scolarizzazione non arriva al 13%.  

 

Comunità di Sant'Egidio - Aiuti al Niger
Si pesano i bambini
 
Comunità di Sant'Egidio - Aiuti al Niger
La distribuzione degli alimenti
 
Comunità di Sant'Egidio - Aiuti al Niger
Con i tuareg

Ci siamo recati poi nella prefettura di Dakoro, addentrandoci per circa 250 km nel deserto del Sahara, dove abbiamo visitato 4 villaggi di nomadi di etnia tuareg e peul: Eggo, Issou, WEnnifi e Bermo. 
Siamo stati accolti con grandi onori da questo popolo nomade, povero, che si sente in pericolo. La siccità, infatti, minaccia di uccidere, insieme alle persone, le loro tradizioni e il loro stile di vita.  
Nel corso di quest'anno, la mancanza d'acqua ha ucciso le bestie, fonte del sostentamento di questo popolo di allevatori. Un capofamiglia ci racconta di aver perduto 75 vacche su 80,  e 77 capre su 80. Un altro, che possedeva una mandria di 48 tori, ora ne ha solo 3. Dei suoi 15 montoni, non ne è rimasto neppure uno. Il valore di un toro  è pari a circa 600 euro. Ma non si tratta solo di una perdita economica, seppure molto ingente. Gli animali sono tutto per un nomade del deserto. Gli uomini, fin da piccoli, si occupano delle mandrie (a volte le bambine vanno a scuola, ma per i maschi c'è subito la cura degli animali, insieme ai loro padri). Le bestie sono il loro lavoro, ma anche la loro dignità. Riceviamo notizia di un capofamiglia che aveva perso tutto e si è tolto la vita.

Abbiamo trascorso una giornata ad ascoltare il racconto di queste gravi sofferenze. E comprendiamo meglio l'utilità del nostro aiuto. La Comunità infatti ha predisposto l'acquisto di circa 250 capi di bestiame da distribuire in questi villaggi, per aiutare a ricostituire le mandrie. Il mercato degli animali, tradizionalmente, si svolge al termine del raccolto, che è in corso. Ancora pochi giorni, quindi, e arriveranno qui giovani vacche, capre e pecore.

La loro distribuzione alle famiglie che hanno perso in tutto o in parte le loro mandrie, permetterà di ricominciare le attività tradizionali e di assicurare così il sostentamento a tutto il nucleo familiare.


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