Caro signor Sindaco, cari amici di Roma,
"Oggi è una gioia particolare per noi giovani della Comunità di Sant’Egidio del Rwanda accogliervi in questo luogo cosi importante per la città di Kigali e per i suoi bambini come poi ci spiegherà lo stesso signor Gisimba.
Noi giovani di Sant'Egidio siamo ruandesi, ma anche tutti un pò romani (e quindi oggi è anche un po il nostro sindaco che salutiamo e insieme a lui ci troviamo in mezzo a tanti concittadini). Per noi di Sant'Egidio, Roma è dove è nata la nostra comunità, dove i poveri sono accolti, dove la solidarietà non è un sentimento ma una realtà che si vive ogni giorno. Io come potete sentire parlo italiano ed è a Roma che l'ho imparato condividendo con i bambini della Scuola della Pace della Comunità ad Ostia tanti pomeriggi insieme, non solo tra bambini italiani, ma anche stranieri come me, bambini di origine nigeriana, etiopica, romeni e zingari, ho imparato che siamo tutti romani e che possiamo convivere insieme. Sì convivere è importante ed è importante dircelo qui, in questa città e in questo quartiere dove nel 1994 la gente non ha saputo convivere ed ha trasformato l'intolleranza etnica in odio omicida.
Qui a Gisimba furono nascoste 400 persone soprattutto bambini, che si salvarono, senza distinzione di etnia. Per noi giovani ruandesi di Sant'Egidio questo è molto importante. C'è stato un tempo in cui da bambini abbiamo imparato a riconoscere e disprezzare chi era diverso da noi, hutu, tutsi o twa; ma arriva anche un tempo nella storia in cui bisogna dire basta con la mentalità corrente. Qui fu detto "basta" e tante vite furono salvate, qui e in tanti posti del rwanda con la Comunità stiamo continuando a dire basta alla mentalità etnica che insegna ad odiare, proprio a partire dai bambini. E' qui il senso del nostro lavoro con i bambini di cui ci parleranno Pierre e Canisius.
Sappiamo che avete fatto un lungo viaggio e non vogliamo affaticarvi oltre, solo dirvi la nostra gratitudine per la vostra visita; sappiamo quanto l'Africa sia nel cuore di Roma. I giovani africani guardano a Roma con speranza, per tanti è un nome che evoca la pace e una fraternità universale. La vostra presenza qui allora è un segno di una città che non ha confini, che può arrivare ovunque, dove non c'è periferia ma tutti siamo al centro, perchè nessuno è uno straniero. E' una città impossibile? Noi della Comunità di Sant'Egidio, da Roma a Kigali, dalle periferie di tante città dell'Africa e del mondo, stiamo provando a costruirla ed oggi qui ne vedete un pezzo che vorremmo portaste per sempre nel cuore."
CELESTIN |