ASSESSORE Cutini, quanto è aumentata la povertà a Roma con la crisi?
«La crisi ha fatto aumentare sicuramente la povertà. Ce ne accorgiamo dalle persone che vanno a mangiare alle mense della Caritas e di Sant'Egidio, che spesso appartengono al ceto medio, agli "insospettabili", che magari hanno perso il lavoro. A cui si aggiungono storie familiari complicate. La crisi aumenta il bisogno, ma per fortuna anche il numero di chi vuole dare una mano. Mi sono sentita provocata dalle parole di papa Francesco a Lampedusa, quando richiamava alla responsabilità tutti noi amministratori per l'attenzione che dobbiamo porre verso i poveri e i deboli senza mai dimenticarci la loro dignità di persone».
Che fare? Si lancerà il cosiddetto assegno di inserimento?
«È chiaro che di fronte alle domande vecchie e nuove che ci vengono dalle persone dobbiamo trovare delle risposte non estemporanee, bensì di sistema, e una di queste è quella del reddito minimo di inserimento».
A quanto potrebbe arrivare l'assegno?
«Il reddito minimo è uno strumento di cui in generale l'Italia si deve dotare. Si pensa a cifre che vanno da 400 a 700 curo. E ci sono anche varie ipotesi per quanto riguarda i destinatari. Dalle famiglie in difficoltà ai giovani in cerca di lavoro e così via. Insomma uno strumento di sistema, uscendo dalla prassi della sperimentazione, come accade in tanti Paesi europei».
Quali altri strumenti innovativi pensate di mettere in atto?
«Tra ivari strumenti non nuovi, ma da potenziare, c'è quello dell'assistenza domiciliare, una risposta molto più efficace di sostegno per disabili, malati, e anziani».
Ma ci sono i fondi a disposizione?
«L'assistenza domiciliare già c'è ma bisogna fare uno sforzo economico in tal senso, come recentemente affermato dal sindaco Marino, e soprattutto dobbiamo passare da una logica prestazionale a una di presa in carico».
In concreto?
«Vuole dire che ora la persona anziana ha a disposizione un pacchetto di prestazioni orarie. Ma i bisogni sono mutevoli e c'è bisogno di figure di riferimento che accompagnino gli anziani sempre, soprattutto nei momenti di difficoltà».
Facciamo un esempio.
«Se a Roma c'è la neve e un anziano ha l'influenza dobbiamo aiutarlo in quel momento e non in generici orari fissi; per questo c'è bisogno di servizi che sappiano modularsi in modo flessibile».
E i tagli all'assistenza dei disabili fatti dalla giunta Alemanno?
«La precedente giunta ha tentato di riformulare l'offerta di assistenza domiciliare. Tuttavia c'è ancora tanto da fare per rispondere alle aspettative delle famiglie che più volte mi hanno manifestato le difficoltà dell'attuale impianto».
I suoi primi tre obiettivi?
«Una città a misura di anziano; poi dotare Roma di percorsi di prima e seconda accoglienza degni di questo nome; infine, come dicevamo, l'assistenza domiciliare come servizio diffuso e flessibile per rispondere alle famiglie in difficoltà. Tutto questo collaborando strettamente con i Municipi e la Regione e seguendo una logica non di emergenza ma di sistema». |