change language
du bist dabei: home - Ökumene und dialog - internat...streffen - antwerpe...e future newsletterkontaktlink

Unterstützung der Gemeinschaft

  

Dankgottesdienst zum 50. Jahrestag der Gemeinschaft Sant’Egidio

10. Februar um 17.30 Uhr in der Lateranbasilika des Hl. Johannes

Die ersten Personen sind 2018 durch die humanitären Korridore in Italien angekommen. Die neue Phase des Projektes, das zum Modell der Gastfreundschaft und Integration für Europa geworden ist


 
druckversion
9 September 2014 09:30 | Thomas More, Campus Carolus, Room 006

Intervento


Louis Raphaël I Sako


Patriarch von Babylon der Chaldäer, Irak

Per circa due millenni comunità cristiane hanno vissuto in Iraq, Siria, Egitto e altrove in Medio Oriente. Questi gruppi hanno contribuito economicamente, politicamente e intellettualmente e hanno aiutato a forgiare le loro rispettive culture. Sfortunatamente, nel XXI secolo i cristiani mediorientali sono stati gravemente perseguitati. Se possiedono mezzi, molti fuggono dalla regione.

È divenuto ovvio che i cristiani iracheni assieme ad altre minoranze abbiano ricevuto il colpo fatale al cuore delle loro vite e delle loro esistenze quando più di 120.000 cristiani sono stati forzati a fuggire dalle loro case e dai loro villaggi, quando i loro beni di una vita, valori e documenti sono stati saccheggiati e quando le loro case sono state occupate: quindi una autentica e antica tradizione è in pericolo!

La comunità internazionale a causa della sua responsabilità morale e storica verso l’Iraq non può restare indifferente. È anche triste dire che la risposta della comunità internazionale musulmana verso gli atti barbarici commessi (nel nome della loro religione) contro la vita, la dignità e la libertà dei cristiani non è stata a livello delle nostre speranze, considerando il fatto che i cristiani hanno contribuito e lottato per questo paese, vivendo in partnership con i loro fratelli musulmani lungo il periodo della civilizzazione islamica (condividendo le loro sofferenze e le loro gioie).

Il fondamentalismo religioso sta ancora crescendo in potere e forza, provocando tragedie e questo ci porta a interrogarci su quando gli studiosi religiosi islamici e gli intellettuali musulmani esamineranno criticamente questo pericoloso fenomeno e lo sradicheranno attraverso l’educazione a una autentica coscienza religiosa, diffondendo una autentica cultura di accettazione della gente di fede diversa come fratelli e cittadini con uguali e pieni diritti. L’Isis sta progredendo con la sua guerra feroce contro la cultura e la diversità e in questo modo minaccia la costruzione intellettuale e sociale dell’intera società.

I cristiani e i musulmani non dovrebbero cessare di alzare le loro voci contro gli estremisti e dovrebbero lavorare insieme per creare una nuova mentalità del vivere insieme in pace e armonia. Quindi, è giunto il momento che una azione affettiva venga intrapresa a livello ideologico all’interno del mondo islamico e arrestare la pretesa di questi estremisti di una loro legittimazione religiosa che consente loro di ricevere risorse e di reclutare nuovi militanti. Noi esortiamo tutti i leader politici e religiosi a diffondere una cultura di apertura, diversità, pluralismo e uguaglianza di fronte a una cultura dell’estremismo, della eliminazione, della marginalizzazione e dell’arretratezza sociale sostenuta da una debole consapevolezza, individuale e collettiva, del proprio limite.

Solo l’educazione può avviare questa trasformazione e costruire una società in cui prevarrà l’uguaglianza tra i cittadini. Tutto ciò può essere realizzato in primo luogo operando una opportuna revisione del curriculum di tutti i centri di insegnamento, specialmente dei centri di formazione religiosa. Per garantire una migliore coabitazione è doveroso creare una società civile che rispetti ogni religione e non politicizzi le religioni per i suoi propri interessi.

Il titolo di questo incontro a 100 anni dalla prima guerra mondiale è “Religioni e culture in dialogo. La pace è il futuro”. Questo dovrebbe essere il nostro stile di vita. Quindi, suggerisco alcuni punti pratici.

1. La nozione di religione nell’islam e il suo linguaggio teologico differiscono dalla prospettiva cristiana. L’islam è un sistema in cui la religione e la politica sono interconnesse e in che detta legge in tutte le aree dell’umana esistenza. Ritengo che sia giunto il momento di separare la religione, che è basata sulla verità, dalla politica, che è basata essenzialmente sugli interessi (di colui che governa o di coloro che vogliono governare!).

2. Il dialogo è un processo, uno stile di vita. Non è un lavoro da ufficio né qualcosa che può essere ridotto a qualche incontro o discussione. Il dialogo è uno sforzo autentico intellettuale nel pensare e analizzare la propria fede, la propria vita e la propria cultura mentre facciamo spazio alla comprensione della fede, della vita e della cultura degli altri. In questo processo, l’autentico cercatore di dialogo trova più somiglianze che differenze tra le religioni, più motivi di unità che di divisione tra le fedi. Allora, la religione diventa qualcosa di personale e non una realtà ereditata.

3. La promozione dei diritti umani e’il migliore terreno comune tra cristiani e musulmani su cui entrambi possono lavorare ed agire per promuovere una coesistenza pacifica.  Entrambi dobbiamo preoccuparci delle questione sanitaria e della lotta alla fame e all’analfabetismo.

Un aggiornamento del vocabolario religioso ed una riforma dei programmi di insegnamenti religiosi e’ fondamentale. La trasformazione ed il rinnovamento e’ parte della natura. La cultura si sta evolvendo, le mentalità stanno diventando più fini, ed i linguaggi si stanno sviluppando. Dovremmo cercare un nuovo metodo di pensiero ed esistere in uno spirito di “misericordia e nel servizio dell’ amore.” (cfr. Ut Unum sint, 92-93) piuttosto che far ricorso a giustificazioni della situazione attuale. Le religioni dovrebbero ricercare un nuovo linguaggio umano e teologico che parli e tocchi i cuori delle persone, dando un orientamento ed una speranza alla loro vita invece di essere strumenti di violenza a beneficio di pochi. Invito i nostri amici musulmani in Medio Oriente a portare avanti un’ azione comune per una “parola comune”.

4. La riforma della Costituzione: l’islam è religione di stato nelle Costituzioni dei Paesi islamici. Per rendere giustizia alle situazioni ed alla storia, sarebbe necessario un emendamento di queste costituzioni, che garantisca ai cristiani ed alle altre minoranze, che abitano questa terra dagli albori della storia, lo stesso trattamento dei cittadini musulmani. Non ci aspettiamo la tolleranza (“dhimmi”), ma l’uguaglianza. La religione non dovrebbe diventare un criterio di discriminazione dei cittadini. I cristiani sono una minoranza distinta in Medio Oriente, radicata sulla loro terra, dotata di una mente aperta e capacità di dialogo, che ha offerto un grande contributo ai loro paesi in diversi campi della vita, specialmente in quello dell’educazione. 

Infine, invito noi, cristiani, musulmani e yazidi a fermare la logica dei conflitti e della violenza e a sostituirla con la logica del dialogo e della pace, allora tutti avremo un futuro. Io credo fermamente che la soluzione del nostro problema sia un governo federale che possa mantenere l’unità nel paese e possa aiutare.

 

PROGRAMMA
PDF



RELATED NEWS
31 Januar 2018
MÜNCHEN, DEUTSCHLAND

Sant’Egidio gedenkt Prof. Joachim Gnilka, der im 90. Lebensjahr verstorben ist

IT | DE
30 Januar 2018
BANGUI, ZENTRALAFRIKANISCHE REPUBLIK

Chantal, Elodie und andere – Geschichten von Kindern und anderen, die im DREAM-Programm der zentralafrikanischen Hauptstadt Bangui behandelt werden

IT | ES | DE | FR | CA | NL
28 Januar 2018
MÜNCHEN, DEUTSCHLAND

Das beste Gericht ist die Freundschaft: das bietet Sant’Egidio vielen Freunden an in den Peripherien von München


Besuch von Marco Impagliazzo in der Schule des Friedens und in der Mensa
IT | DE
25 Januar 2018
ROM, ITALIEN

Der Präsident der Zentralafrikanischen Republik Touadera in Sant’Egidio: Der Friedensprozess wird fortgesetzt, eine neue Phase der Entwaffnung beginnt

IT | ES | DE | FR | PT | CA | ID
15 Januar 2018

Frieden schaffen - die Diplomatie von Sant'Egidio' ist im Buchhandel - auf Italienisch und bald auch auf Deutsch


Kurz vor dem 50. Jahrestag ist es eine Hilfe, um die Friedensarbeit von Sant'Egidio zu verstehen
IT | ES | DE | PT
1 Januar 2012

1. Januar 2012 - Weltfriedenstag

IT | ES | DE | CA
tierratgeber

NEWS HIGHLIGHTS
7 Februar 2018

50 Jahre Sant’Egidio – die Freude des Evangelium von Rom bis zu den Peripherien der Welt


Die Gemeinschaft wird 50 Jahre alt. Eine am 7. Februar 1968 von Andrea Riccardi mit einer kleinen Schülergruppe begonnene Geschichte, die die Welt verändern wollten
IT | DE | PT
7 Februar 2018

‚Ein wesentlicher Zug von Sant’Egidio ist der Einsatz für den Dialog‘. Aus Yad Vashem, der Gedenkstätte an die Shoah in Jerusalem, kommen Glückwünsche zum 50. Jahrestag

IT | DE
7 Februar 2018

‚Ich wünsche Ihnen, dass Sie Ihre Mission für den Frieden fortsetzen‘: Ahmad Al-Tayyeb, Groß-Imam von Al-Azhar, zum 50. Jahrestag von Sant'Egidio

IT | DE

ASSOCIATED PRESS
26 Februar 2018
Roma sette
Congo e Sud Sudan, Gnavi: «La liberazione ha il nome di Gesù»
23 Februar 2018
Domradio.de
"Wir können Frieden organisieren wie andere den Krieg"
22 Februar 2018
Famiglia Cristiana
La preghiera sia un urlo contro le guerre
21 Februar 2018
Vatican Insider
Sant’Egidio si unisce alla Giornata di digiuno per Congo e Sud Sudan indetta dal Papa
21 Februar 2018
SIR
Giornata preghiera e digiuno: Comunità di Sant’Egidio, adesione all’invito del Papa. Veglia nella basilica di Santa Maria in Trastevere a Roma e in molte città italiane
alle presse-