change language
sei in: home - rassegna stampa newslettercontattilink

Sostieni la Comunità

  
9 Giugno 2014

Il sogno di Francesco

Peres e Abu Mazen in Vaticano. Preghiere per un cammino di pace

 
versione stampabile

ROMA - La preghiera di ebrei, cristiani e musulmani, ieri, in Vaticano è un fatto rilevante sullo scenario intricato mediorientale. Ma è anche un evento significativo nella forma e espressivo della nuova presenza di papa Francesco sul terreno internazionale.
Invitati da lui si sono ritrovati per pregare il presidente israeliano, Shimon Peres, e il presidente dell'Autorità Palestinese, Mahmoud Abbas. In Terra Santa non ci s'incontra mai per pregare fuori della propria cerchia confessionale. Ormai tra palestinesi e israeliani non ci s'incontra più per trattare: da aprile il governo israeliano ha sospeso i negoziati con Abbas, dopo il suo accordo con Hamas per un governo unitario e tecnico. Non sfugge quindi il valore dell'incontro di ieri.
Come evento è sorprendente. Mai si erano sentite preghiere musulmane entro le mura vaticane. Anzi quelle mura sono state erette più di un millennio fa, dopo un attacco arabo-musulmano a Roma nel lontano 846, durante il quale fu saccheggiata San Pietro. Roma papale allora si sentiva a rischio di conquista musulmana. Nel 1944, Pio XII chiese agli Alleati di non liberare Roma con le truppe musulmane, perché offensivo del carattere cristiano della città. Oggi invece le mura servono a garantire un`ospitalità imparziale, mentre il carattere cristiano si manifesta come tratto unitivo nel conflitto. È il Papa ad avvicinare due mondi che non condividono la sua fede. La presenza del Patriarca ortodosso Bartolomeo mostra come l'ecumenismo nulla tolga all'autorità del Papa, anzi la rafforzi.
D'altra parte non sono abituali in Vaticano le preghiere ebraiche, anche se forse sono state pronunciate lì, nel segreto, dagli ebrei nascosti durante l'occupazione nazista. Si vede il grande cammino fatto dallo «spirito di Assisi», iniziato da Giovanni Paolo II: pregare gli uni accanto agli altri, non più gli uni contro gli altri. Basta sentire alcuni sermoni nelle moschee palestinesi (e non solo), per rendersi conto di come si preghi gli uni contro gli altri. La preghiera può purificare l'atmosfera tra la gente, inquinata dall'odio che rende difficile il negoziato. La pace, a questo punto, sembra umanamente impossibile tra israeliani e palestinesi, tanto che non resta che pregare. La speranza di Francesco è che la preghiera generi un nuovo slancio. Anche Peres ha parlato dí «nuova speranza».
«Dio che è pace, ci benedica con la pace» così ha risuonato l'invocazione di Nahman di Breslavia, antico maestro hasidim. È il sogno di Francesco. Questi ha insistito sulla sua personale «incompetenza» politica a proposito del Medio Oriente (l'ha fatto anche per l'Europa e l'Italia). Non che i competenti abbiano avuto finora successo in Medio Oriente. L'incompetenza sapiente del Papa ha conseguito un risultato. Colpisce il suo prestigio che ha convinto i due leader a venire a Roma. Negli incontri interreligiosi, non pochi musulmani rifiutano di partecipare se ci sono ebrei d'Israele. Del resto Francesco ha colto la disponibilità umana di Peres e ha voluto la visita in Israele prima che scadesse la sua presidenza. Il potere di un presidente israeliano è ristretto, tanto che il rabbino Rosen consigliava di invitare Netanyahu. Ma la personalità di Peres rappresenta gli israeliani al di là della politica governativa. Nella cornice suggestiva dei giardini vaticani, si sono susseguite le preghiere delle tre religioni secondo il «modello di Assisi». Poi il Papa ha proposto sommessamente la via roncalliana alla pace, distillato della sapienza diplomatica cattolica: cercare quello che unisce e mettere da parte quel che divide. Ha evocato la fraternità dei figli di Abramo, quasi a dire che, come si prega insieme, così si può vivere insieme. Non un discorso politico, ma morale e concreto.
Non che il quadro negoziale cambi con l'evento di ieri, però la decisione torna ai due attori mediorientali e ai grandi. Gli attori politici s'inchineranno davanti al gesto del Papa argentino per continuare come prima? Obama, Putin, l'Europa (così divisi), sapranno intervenire con garanzie che rispondano alla mancanza di mutua fiducia e con opportune pressioni? Una svolta internazionale è avvenuta sorprendentemente dopo la preghiera per la Siria. È possibile per la Terra Santa? Ogni giorno la pace si allontana, perché la situazione diventa più intricata. C'è bisogno di fissare un limite di tempo al processo di pace, altrimenti diverrà impossibile. La preghiera di Roma è un'occasione per voltar pagina e rilanciare il negoziato. Del resto i due leader sono venuti in Vaticano per esprimere «il desiderio che i loro rispettivi popoli affidino a Dio la comune e ardente aspirazione alla pace». C'è una grande domanda di pace tra israeliani e palestinesi, a cui l'invocazione vaticana dà voce, anche se non si trova ancora come realizzarla.


 LEGGI ANCHE
• NEWS
30 Gennaio 2018
BANGUI, REPUBBLICA CENTRAFRICANA

Chantal, Elodie e le altre: storie di bambini e non solo in cura con il programma DREAM a Bangui, capitale del Centrafrica

IT | ES | DE | FR | CA | NL
25 Gennaio 2018
ROMA, ITALIA

Centrafrica, il presidente Touadera a Sant'Egidio: prosegue il processo di pace, parte ora la nuova fase del disarmo

IT | ES | DE | FR | PT | CA | ID
24 Gennaio 2018

Centrafrica, domani il presidente in visita a Sant'Egidio: Colloqui sul processo di pace e incontro con la stampa

IT | PT
23 Gennaio 2018
PERU

La Comunità di Sant'Egidio di Lima agli incontri con papa Francesco in Perù

IT | ES | DE | FR | PT
19 Gennaio 2018
TORINO, ITALIA

Le periferie svuotate. Primo allarme di Francesco. Il commento di Andrea Riccardi sul Corriere della Sera

15 Gennaio 2018

'Fare Pace - la diplomazia di Sant'Egidio' è in libreria

IT | ES | DE | PT
tutte le news
• STAMPA
26 Febbraio 2018
Roma sette

Congo e Sud Sudan, Gnavi: «La liberazione ha il nome di Gesù»

23 Febbraio 2018
Domradio.de

"Wir können Frieden organisieren wie andere den Krieg"

22 Febbraio 2018
Famiglia Cristiana

La preghiera sia un urlo contro le guerre

21 Febbraio 2018
Vatican Insider

Sant’Egidio si unisce alla Giornata di digiuno per Congo e Sud Sudan indetta dal Papa

21 Febbraio 2018
SIR

Giornata preghiera e digiuno: Comunità di Sant’Egidio, adesione all’invito del Papa. Veglia nella basilica di Santa Maria in Trastevere a Roma e in molte città italiane

17 Febbraio 2018
Corriere della Sera

Dal palazzo alla tenda.Il cristianesimo in cammino

tutta la rassegna stampa
• NO PENA DI MORTE
4 Ottobre 2015
STATI UNITI

Il Governatore del Missouri commuta la condanna di Kimber Edwards

24 Settembre 2015
STATI UNITI

Papa Francesco al Congresso Usa: “Abolite la pena di morte. La vita è sacra!"

25 Marzo 2015
GIAPPONE

Messaggio a 1 anno dalla liberazione di Iwao Hakamada

vai a no pena di morte
• DOCUMENTI

''Entente de Sant'Egidio'': Accordo politico per la pace nella Repubblica Centrafricana

Intervista a Papa Francesco in occasione del viaggio apostolico in Svezia

Libia: L'accordo umanitario per il Fezzan firmato a Sant'Egidio il 16 giugno 2016

Appello di Pace 2016

Nuclear Disarmament Symposium on the 70 th anniversary of the atomic bomb. Hiroshima, August 6 2015

Comunidad de Sant'Egidio

Un appello al popolo centrafricano e alla comunità internazionale per la riconciliazione nazionale

tutti i documenti
• LIBRI

Fare Pace





San Paolo

La forza disarmata della pace





Jaca Book
tutti i libri