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Il Ticino

8 Gennaio 2016

Più di quattrocento persone hanno partecipato ai pranzi

Comunità di S.Egidio, il Natale della Misericordia a Pavia

 
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Anche a Pavia si sono svolti i tradizionali pranzi di Natale della Comunità di Sant'Egidio, che coinvolgono più di mille città nel mondo. Questi eventi hanno radunato il popolo variegato che la Comunità incontra durante i suoi servizi tutto l'anno: bambini provenienti dal quartiere Crosione-Vallone che frequentano la Scuola della Pace, invitati insieme alle loro famiglie, quaranta rifugiati ospitati in provincia, novanta senzatetto, anziani, famiglie italiane e straniere che frequentano il Centro di Solidarietà della Comunità di Sant'Egídio presso la parrocchia di San Michele. Sono stati allestiti due suggestivi pranzi, uno nella cripta della chiesa di San Michele e uno nella chiesa di San Luca. Il giorno di Natale si è tenuta una festa anche alla casa di riposo "F. Pertusati", che
ha coinvolto oltre 100 persone tra gli anziani ospiti della struttura, che i volontari di Sant'Egidio visitano ogni settimana.
Il pranzo di Natale è il coronamento di un lavoro, o per meglio dire di un'amicizia, costruita quotidianamente dalla Comunità con chi è "marginale" nella nostra città. Per questo, si tratta di un pranzo veramente familiare, in cui chi serve si confonde con chi è servito. Molti dei volontari che hanno partecipato si sono seduti a tavola con gli ospiti, per condividere con loro il piacere della festa e della convivialità. Oltre cento volontari hanno contribuito a realizzare le iniziative natalizie della Comunità di 
Sant'Egidio. Ad essi sí aggiungono í tanti commercianti pavesi che hanno contribuito fornendo gratuitamente tutto l'occorrente per il pranzo: regali, tavoli, pane ed eleganti centrotavola. In rappresentanza delle istituzioni, il sindaco Massimo Depaoli e l'assessore provinciale alla Cooperazione Internazionale Francesco Brendolise hanno porto un sentito saluto ai commensali. Quest'anno i pranzi di Natale si sono svolti nel segno della misericordia, cui Papa Francesco ha voluto dedicare l'anno giubilare appena inaugurato.
Si legge nella bolla Misericordiae vultus: In questo Anno 
Santo, potremo fare l'esperienza di aprire il cuore a quanti vivono nelle più disparate periferie esistenziali, che spesso il mondo moderno crea in maniera drammatica. [...] In questo Giubileo ancora di più la Chiesa sarà chiamata a curare queste ferite, a lenirle con l'olio della consolazione, fasciarle con la misericordia e curarle con la solidarietà e l'attenzione dovuta. [...] Apriamo i nostri occhi per guardare le miserie del mondo, le ferite di tanti fratelli e sorelle privati della dignità, e sentiamoci provocati ad ascoltare il loro grido di aiuto. Le nostre mani stringano le loro mani, e tiriamoli a noi perché sentano il calore della nostra presenza, dell'amicizia e della fraternità. Che il loro grido diventi il nostro e insieme possiamo spezzare la barriera di indifferenza che spesso regna sovrana per nascondere l'ipocrisia e l'egoismo. Il Natale della Misericordia (#mercychristmas 2015) mostra un'immagine bella di questo impegno e offre una via concreta per ricreare nella nostra città un tessuto di legami, amore, solidarietà, simpatia e pace.