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16 Marzo 2012

Il cardinale Stanislaw Dziwisz a Genova ricorda Giovanni Paolo II. Un Papa e un esempio per il nostro tempo

 
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Quarant'anni di servizio come segretario particolare di Karol Wojtyla. Una vita al fianco dell'uomo che ha viaggiato e incontrato persone come nessuno aveva mai ratto. E poi udienze, incontri, il sostegno nei momenti difficili dell'attentato e della malattia. Fino alle ultime ore, quando tu lui a impanare al Papa in punto di morte la benedizione degli infermi. «Eppure la mia avventura con Giovanni Paolo n continua ancora. Perché mi ha fatto suo esecutore testamentario. ma soprattutto perché sono rimasto il custode della sua memoria..

Stanislaw Dziwisz oggi è un cardinale. arcivescovo di Cracovia. ma per unti lui rimane don Stanislao. il segretario di Papa Wojtyla e mentre lo si ascolta tratteggiare il carattere c la spiritualità di Giovanni Paolo II. è davvero difficile non visualizzare l'immagine vivissima del Papa venuto da lontano. Mercoledì sera il cardinale Dziwisz era a Genova. su invito dell'arcivescovo della diocesi ligure. il cardinale Angelo Bagnasco. che ha voluto centrare sul ricordo del Pontefice polacco l'ultimo incontro del fortunato ciclo «Cattedrale aperta.. Nel pomeriggio. Ozi wisz ha visitato la basilica dell'Annunziata, «quartier generale della Comunità di Sant'gidio di Genova per un saluto alla Comunità e per benedire una nuovissima icona del beato Giovanni Paolo II.

Il cardinale ha ricordato il grande affetto di Papa Wojtyla per Sani Egidio c per i movimenti ecclesiali e la sua gratitudine per il lavoro di pace, di incontro con le religioni, di amore per i poveri. «Oggi si parla di nuo- va evangelizzazione - ha spiegato -e questa espressione è stata coniata dal santo padre Giovanni Paolo II tanti anni fa: la Comunità di Sant'Egidio ha fatto propria questa vocazione fin dall'inizio. preoccupandosi dei biisognosi, della gioventù, di quelli che cenavano aiuto. Il Papa era molto unito al vostro movimento. aveva bisogno di gruppi come il vostro e anche il vostro movimento è molto legato a lui".

La visita a Genova è proseguita di sera. con l'incontro nella cattedrale di San Lorenzo. Il cardinale Dziwisz ha salutato l'arcivescovo e tutta la diocesi con affetto, ricordando le due visite a Genova di Giovanni Paolo II e ha voluto donare due reliquie.  Poi la descrizione di alcuni tratti fondamentali del carattere e della spiritualità di Karol Wojtyla che resta - come ricorda il titolo della conferenza - «un Papa e un esempio per il nostro tempo".  Visse un tempo difficile, sperimentando la ferocia del totalitarismo nazista, come di quello comunista «la dittatura del proletariato diviene sempre dittatura sul proletariato" spiegava, e fu durante la seconda guerra mondiale che maturò la sua vocazione sacerdotale; «E' l'esperienza della vita di Wojtyla che spiega la sua sensibilità sul tema della dignità
dell'uomo" Il Papa si era reso conto di come tutti i regimi autoritari costruiscano il loro potere sulla paura - ha spiegato ancora il cardinale - «e per questo riteneva che l'arma più efficace fosse la liberazione dalla paura, come anche la verità e la libertà. Era convinto che non ci può essere programma di lotta migliore della solidarietà". Fine intellettuale, uomo colto e sensibile al bacino
dell'arte, «Karol Wojtyla capiva il mondo della scienza e quando incontrava gli uomini di cultura parlava come uno di loro, ma sapeva anche accompagnarli nel profondo e indicare il senso ultimo, trascendente, della ricerca. Voleva una Chiesa vicina al mondo e il mondo più vicino alla Chiesa; per questo era ne cessano secondo lui evangelizzare la scienza, perché essa condiziona il modo di pensare degli uomini". 

Fu molto attento ai problemi dell'uomo contemporaneo e maturò una simpatia istintiva e profonda verso i giovani fino all'intuizione delle Giornate mondiali della gioventù: «Che non sono solo grandi eventi - ha detto l'arcivescovo di Cracovia - ma riescono a infrangere lo spirito e a far crescere
nei giovani il senso di appartenenza alla famiglia umana e alla Chiesa universale. Karol Wojtyla dunque
fu un uomo del dialogo: con la storia, con il mondo della cultura, tra diverse generazioni, ma anche
con le altre confessioni cristiane e le tradizioni religiose. L'immagine forse più nota ed eloquente fu quella dell'incontro di Assisi, nel 1986 che spiega come «Giovanni Paolo n riteneva che di fronte ai gravi problemi del mondo, le grandi religioni dovessero parlare con una voce sola».

Resta comunque aperto il misterno della vita di questo grande uomo spirituale. che traeva la sua forza da un'intensa vita di preghiera, dall'eucarestia quotidiana, da un dialogo ininterrotto con il Signore: «Un uomo - ha affermato il suo segretario - che ha orientato discorsi, ha insegnato, ha scritto documenti fondamentali, ma, alla fine, ha parlato nel modo più significativo con la sua sofferenza e la sua santità».

Ed è questo ricordo che ha sottolineato anche il cardinale Angelo Bagnasco. «Con Giovanni Paolo II - ha ricordato l'arcivescovo di Genova - con la potenza della sua intelligenza, della sua cultura, dell'amore per Dio e per l'uomo, la Chiesa è diventata pre presente, più coraggiosa, più umilmente fiera del dono del Vangelo. E ha ricordato l'immagine dell'anziano Pontefice afte nato su piazza San Pietro, frustrato dall'impossibilità di rivolgersi ai fe-deli: «La sua incapacità di parlare è diventata una grande parola capace di abbracciare il mondo. Abbiamo tutti ancora bisogno di Giovanni Paolo II, perché abbiamo tutti ancora bisogno di sentirti ripetere 'non abbiate paura....».


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