NO alla Pena di Morte
Campagna Internazionale 

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  - 06/03/2001

"Graziate il killer delle mie figlie" Usa, una madre vuol salvare il condannato che rischia di essere giustiziato domani

dal nostro inviato VITTORIO ZUCCONI

WASHINGTON - CI voleva una madre per accendere un cerino di umanit� nel buio. Dieci anni or sono, notte su un ponte del Mississippi. Due sorelle che tornano a casa. Le grida che nessuno ascolta, due corpi di donna che i violentatori adoperano e poi buttano gi� dal ponte nelle acque del grande fiume, per liberarsi di bambole che potrebbero trasformarsi in testimoni. Dieci anni dopo, uno degli assassini sta sulla porta della stanza della morte nella citt� di St. Louis, dove morir� alla mezzanotte di domani. E' il colpevole perfetto, esemplare, senza alibi, senza pretese di innocenza, senza la piet� di nessuno. Nessuno tranne una donna, la madre di quelle due ragazze che si alza a chiedere la grazia per lui, nel mistero incomprensibile e sbalorditivo della compassione.Ginny Kerry lo sta pagando caro, quel suo gesto. Quando la signora ha chiamato una stazione radio di St.Louis domenica per chiedere che ad Antonio Richardson, il primo dei sei uomini che torturarono e buttarono nel fiume le sue uniche due figlie dieci anni or sono, fosse commutata la pena in ergastolo, la gente della citt� si � scatenata contro di lei. L'hanno trattata da idiota, da rimbambita, addirittura da amica dei criminali, proprio lei che una sera del 1991 ricevette una telefonata dalla polizia per informarla che i corpi della sua Robin, che aveva 19 anni, e di Julie, che ne aveva 20, erano stato ritrovati impigliati sui cespugli della riva e condannarono i loro assassini con la voce del loro Dna che portavano addosso.L'ha coperta di male parole l'ex marito e padre delle due ragazze, il dottor Richard Kerry, che invece li vuole tutti morti. L'hanno attaccata i commentatori con la Bibbia in una mano e lo schioppo nell'altra, nella grande provincia americana, dove la forca � un dogma di fede come la bandiera, i saldi e il barbecue. Ce l'hanno con lei perch� questa donna ha osato dire quello gli altri non osano dire, che "una morte non restituisce mai a nessuno la vita che ha portato via".Nella rappresentazione classica del sacrificio umano organizzato dallo Stato per tenere buona la gente e calmare l'ansia che afferra tutti di fronte al male, il genitore, il parente, l'orfano devono sfilare in Tv prima e dopo l'esecuzione, dichiarare che finalmente giustizia � fatta e la povera vittima pu� risposare tranquilla. Ma questa signora spariglia il gioco, distrugge il teatrino della forca, dice quello che i politicanti e i giustizieri non vogliono sentirsi dire: "So benissimo che Antonio Richardson mi ha portato via le figlie, ma non capisco quale pace possa portare a me o alle mie bambine il fatto che lui venga ucciso. Antonio deve restare chiuso in carcere e non fare mai pi� male a nessuno, pensando ogni giorno della vita che gli rimane a quanto fece quella notte".E saranno molti anni, quelli che restano ad Antonio Richardson per ricordare, perch� nella notte del Mississipi del 1991, su un ponte chiamato "La catena delle rocce", lui aveva appena 16 anni, era dunque un minorenne, un cerebroleso dalla nascita e clinicamente idiota. Era andato dietro alla banda di randagi idrofobi come un cagnetto e adesso lui nega di avere partecipato direttamente alla torture delle due sorelle o di averle buttate, ancora vive, oltre il parapetto del ponte, anche se per la legge non fa nessuna differenza. "Non so che cosa abbia fatto esattamente lui alle mie bambine e non lo voglio sapere" ripete adesso la madre con la voce di chi non ascolta pi� niente, "ma so che aveva sedici anni, era poco pi� di un bambino idiota e nessuna giustizia pu� essere servita dall'esecuzione di bambini".Non sa di statistiche, di studi Onu, di Amnesty International, la signora Ginny Kerr e che volete che importi di politica e di statistica a una donna che and� a ripescare le proprie figlie dalla riva di un fiume, sotto il ponte delle rocce, 10 anni or sono. Nessun giurista le ha raccontato un'altra verit� che l'America preferisce non vedere, essendo abbagliata dal mito del taglione: che ci sono soltanto altre due nazioni al mondo che mettano a morte per reati commessi quando ancora non avevano raggiunto la maggiore et�, e queste nazioni non sono la migliore compagnia giurisprudenziale, sono l'Iran e il Congo."Ma neanche io sono contro la pena di morte" deve difendersi adesso la madre che ebbe la spudoratezza della piet� pi� difficile "sono soltanto contraria ad ammazzare un deficiente che neppure capiva quello che faceva e che neppure capisce adesso quello che stanno per fargli. Che senso ha infliggere una pena a qualcuno che non la capisce? Uccidere Antonio farebbe sentire me un'assassina peggiore di lui, perch� io so esattamente quello che gli faranno domani a mezzanotte".Deve essere una pazza, questa Ginny Kerry, e pochi la capiscono, probabilmente neppure il governatore del Missouri, Holden, che adesso si trova tra i piedi questa donna irritante che rovina lo show politico e demagogico della vendetta collettiva. Soltanto una pazza pu� dire che "domani a mezzanotte e un minuto, quando gli faranno l'iniezione, non potr� fare a meno di guardare l'orologio e mi torneranno davanti le mie ragazze, rivedr� nella fantasia la scena di quella notte sul ponte, sentir� le loro urla e io che non posso fare niente per loro. E questo incubo mi torner� davanti a ogni esecuzione di quei sei che le violentarono e le buttarono di sotto, per anni e anni a venire. Chi � la vera condannata a una pena senza fine, io, o loro?"