NO alla Pena di Morte
Campagna Internazionale 

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  -  04 DICEMBRE 2001

Appelli dalla Toscana alla Nigeria 

"Salvate Safya dalla lapidazione" 

Ha avuto un figlio fuori dal matrimonio: "Va uccisa" 

CLAUDIA RICONDA 

�Vogliamo Safya viva�. E' un tam tam che cresce, qualcosa che passa di voce in voce, che viaggia su Internet e sulla posta elettronica, tra le associazioni dei diritti umani e di quelli delle donne, entra nelle scuole, nei discorsi dei politici e delle persone comuni. �Vogliamo Safya viva�. Dove passa, scuote coscienze, solleva indignazione, spinge la gente a dire s�, anch'io voglio che viva. Safya non � una questione di donne. E' la battaglia di tutti. Della Toscana che si � messa a scrivere. Lettere, appelli, messaggi al presidente della Nigeria: presidente, salvi questa donna. Salvi Safya Hussein Tudu. Trent'anni e un figlio. Lo sta allattando nella sua capanna a Sokoto, nel nord della Nigeria. Per quel figlio � stata condannata a morte dal tribunale islamico che detta legge nella sua regione. Condannata alla lapidazione per adulterio: il bambino � nato fuori dal matrimonio. Safya non � sposata. Ha fatto l'amore con un uomo ed � rimasta incinta. Lui � stato assolto, per mancanza di prove: ha negato tutto. Lei tra cento giorni, quando avr� smesso di allattare, sar� infilata in una buca all'altezza del seno, e lapidata. Cos� vuole la sharia, cos� il tribunale islamico di Sokoto ha deciso, interpretando il Corano. Per questo la Toscana si � messa a scrivere lettere al presidente della Nigeria, per questo sono sempre di pi� quelli che hanno deciso di aderire all'appello lanciato dalla comunit� di Sant'Egidio e dall'agenzia di stampa Anbamed notizie dal Mediterraneo, tra i primi a far conoscere la storia di Safya in Italia, per questo Claudio Martini parler� di lei durante il Meeting internazionale dei diritti che si svolger� al Palasport il 10 dicembre, che avr� come tema la schiavit� e la libert�: �S�, non era in programma, ma apriremo una finestra su questa vicenda, e chieder� a tutti i toscani di dare un segnale per Safya�. Un segnale, la lettera. Indirizzata al presidente nigeriano Olusegun Obasanjo, da spedire presso l'ambasciata nigeriana di Roma, via Orazio 18. Usare fax o posta elettronica ormai � impossibile: tanti sono stati gli appelli, che entrambi i sistemi si sono bloccati. Lettere, dunque. Per chiedere la grazia. Ne scriveranno anche i ragazzi della scuola superiore Capponi, che oggi durante l'autogestione affronteranno la vicenda di Safya e spediranno decine di appelli a Roma. E lettere partiranno dai membri della commissione pari opportunit� della Regione che ha organizzato per venerd�, all'auditorium del consiglio, un convegno sulla libert� delle donne. Di tutte le donne nelle zone di conflitto. Afghanistan, Israele, Palestina, Kurdistan, Turchia, Saharawi. La battaglia pi� urgente si chiama Safya.