08/07/2001
Dal
'96 c'� una moratoria sulle esecuzioni e ora molti (tra cui Solzenicyn)
ne chiedono la reintroduzione
La Chiesa
di Mosca si schiera per la pena di morte
Per
i vertici ortodossi: �Le Sacre Scritture non la proibiscono�
Anna
Zafesova MOSCA La chiesa ortodossa russa � favorevole alla pena di morte,
e anzi chiede a gran voce la sua reintroduzione. A farsi portavoce di
questo messaggio non � un pope nazionalista, ma il numero due del
patriarcato di Mosca, il suo ministro degli esteri, il mitropolita di
Smolensk e Kaliningrad Kirill. �Le sacre scritture non proibiscono la
pena di morte�, ha sentenziato ieri il prelato.
Il
comandamento di �non uccidere�, per non parlare poi di �porre l'altra
guancia� e �perdonare ai propri nemici�, probabilmente � stato
dimenticato.
Kirill
- considerato il capofila dei �liberali� nella chiesa di Mosca - afferma
che chi lotta contro la pena di morte �non pu� fare riferimento al verbo
divino, n� alla dottrina della chiesa�. Il movimento abolizionista � �un
fenomeno laico� che non dovrebbe farsi scudo con la carit� cristiana.
Una
dichiarazione sconvolgente che giunge nel bel mezzo di un aspro dibattito
sulla reintroduzione della pena capitale. Dal 1996, anno di adesione della
Russia al Consiglio d'Europa, nel Paese vige una moratoria sulle
esecuzioni. Ma sia la Costituzione che il nuovo codice penale continuano a
prevederla, a condizione che il verdetto venga emesso da una giuria. Le
corti dei giurati funzionano solo in 9 delle 89 provincie russe e
l'espansione della loro attivit� a tutto il territorio nazionale dovrebbe
concludersi solo nel 2005.
Il
messaggio poco cristiano di Kirill � pero condiviso da gran parte del suo
gregge. Secondo un sondaggio uscito proprio ieri, l'80 per cento dei russi
vorrebbero l'abolizione della moratoria sulle esecuzioni. E un buon terzo
degli interrogati condannerebbe alla fucilazione non solo per omicidio, ma
anche per spaccio di droga, crimini contro bambini, violenze sessuali e
perfino �crimini economici a danno dello Stato o dell'individuo�.
Tra
i capofila del movimento a favore della pena di morte, oltre al leader
comunista Ghennadij Ziuganov e al ministro della Giustizia Jurij Chaika,
si � recentemente aggiunto anche un altro nome illustre e sorprendente,
Alexandr Solzhenicyn. Lo scrittore che ha denunciato la violenza e
l'ingiustizia del Gulag, ha cambiato idea e ritiene che nella sua
situazione economica e sociale grave la Russia pu� essere salvata solo da
uno Stato impietoso.
I
difensori del diritto alla vita sono in netta minoranza e perdono terreno.
Una
settimana fa lo scrittore Anatolij Pristavkin ha esplicitamente accusato
il Cremlino di voler smantellare la commissione per la grazia, di cui
Pristavkin � presidente da 10 anni. Dall'inizio dell'anno il presidente
non ha firmato nessuna richiesta di perdono (incluse quelle di riduzione
di pena), mentre i ministeri dell'Interno e della Giustizia accusano
Pristavkin e i suoi collaboratori di essere troppo teneri con i criminali.
Vladimir
Putin - a cui lo scrittore abolizionista ha fatto appello - � rimasto
silenzioso. Anche il messaggio del mitropolita Kirill � chiaramente
diretto al padrone del Cremlino, che si dichiara fervente cristiano. Il
prelato infatti ha insistito che la pena di morte � negli interessi dello
Stato, e che la chiesa ortodossa non fa altro che appoggiarlo predicando
ai fedeli �l'obbedienza al potere�. E subito dopo Kirill ha lamentato �l'eccessiva
severit� con cui si osserva la divisione tra chiesa e Stato,
rivendicando un maggiore ruolo dei religiosi.
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