NO alla Pena di Morte
Campagna Internazionale 

pdm_s.gif (3224 byte)





11/09/01

IN UN CARCERE DELL�ARIZONA

 Aspettando il boia diventa scrittore

Richard Rossi, figlio di italiani, condannato 18 anni fa per omicidio

dal nostro corrispondente ANNA GUAITA - NEW YORK - Il percorso di Richard Michael Rossi doveva essere diverso: figlio di italiani, cresciuto in una famiglia povera ma molto religiosa, era riuscito a prendere un diploma di ragioniere. Sembrava tranquillamente avviato verso una esistenza piccolo borghese. Ma non � andata cos�: dai ponti di Brooklyn il signor Rossi � finito in una cella nel braccio della morte in Arizona. Cosa ha deviato in modo cos� tragico il suo destino? La droga. Lo ammette senza mezzi termini, dalla sua cella nel braccio della morte dell�Arizona: �La droga � stata la mia fine� .

Nel penitenziario di Florence sono 124 i detenuti in attesa di essere convocati dal boia. Ma lui � diverso da tutti gli altri: quegli anni in cui la mamma, Angelina, lo spingeva a studiare �per farsi una vita� lo aiutano oggi a non impazzire nella lunga disumana attesa dell�esecuzione. Nei diciotto anni dacch� � stato condannato per aver ucciso un uomo e ferito una donna durante una rapina, il signor Rossi � diventato quello che la critica francese ha definito �il nuovo Soljenitsin�. Un suo libro, Dans le couloir de la Mort, trecento pagine di memorie, testimonianze e poesie "dal braccio della morte", � stato pubblicato dalla casa editrice Fayard e accolto con ottime recensioni. Ieri, l�agenzia di stampa Ansa ha rilasciato un�intervista con Rossi dal penitenziario dell�Arizona: �Attraverso quelle pagine - ha spiegato il detenuto - voglio far capire che qui dentro ci sono persone con il cuore buono, che hanno fatto errori, ma alle quali la societ� non vuole dare una seconda possibilit�.

E� trascorso meno di un anno da quando un altro italo-americano � stato giustiziato negli Stati Uniti. Derek Rocco Barnabei insistette fino all�ultimo di essere innocente. Rossi ammette senz�altro di essere colpevole, e riconosce il male fatto in quel giorno in cui, completamente fatto di droga, uccise Harold August: �Sono in carcere da 18 anni e non c�� giorno in cui non mi alzo con la consapevolezza che sono qui perch� ho fatto una cosa terribile. La peggior cosa che si possa fare. Se togli la vita a un uomo gli togli tutto quello che ha�. Figlio di un romano e di una newyorchese di famiglia napoletana, a 54 anni il signor Rossi non ha al mondo altro che la madre, morente di un cancro al cervello. Ma spera che dall�Italia gli venga un po� di sostegno: �Vorrei tanto essere adottato come detenuto e che le autorit� italiane seguissero il mio caso - confessa -. La mia � una vita triste, solitaria. Niente lavoro. Niente amicizie� (potete scrivergli via Internet a www.geocities.com/richie_rossi o usando la posta normale a: Richard Rossi, #50337, PO box 3400, Aspc, Florence, AZ 852332).

Secondo un copione che si ripete con imbarazzante regolarit� per la pi� potente democrazia del mondo, anche nel caso di Richard Michael Rossi sembra ci siano stati gravi mancanze procedurali: il suo avvocato si disse poco preparato per un caso che comportava la pena capitale, e il giudice che lo condann� risult� essere un tossicodipendente. Ma nei ricorsi in appello la condanna � stata confermata. E l�esecuzione si avvicina. A Rossi rimane s� e no un anno.