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Campagna Internazionale 

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- 15/07/01

L'America che uccise Nick e Bart 

Ottanta anni fa la sentenza di condanna a morte per Sacco e Vanzetti

dal nostro inviato VITTORIO ZUCCONI 

WASHINGTON- Per andare a morire in America, il calzolaio e il pescivendolo fecero un lungo viaggio. Nicola dalla Puglia, Bartolomeo dal Piemonte. Sbarcarono a 17 anni nella Boston del 1908, senza conoscersi, senza neppure sapere perch� ci fossero andati, soltanto due "dego" come chiamavano con disprezzo gli italiani, due immigrati senza permesso, due extramericani andati a infettare con le loro abitudini, la loro religione e le loro idee pericolose una nazione che aveva bisogno di molte braccia a poco prezzo e per questo ne aveva paura.

"So bene perch� sono qui - disse nel suo rustico inglese Nicola al processo - sono qui perch� gli oppressori devono ammazzare gli oppressi per restare superiori. Faccia come le pare, giudice". E il giudice lo fece. In un 14 luglio come questo, di 80 anni or sono, condann� a morte Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti. 

Provare a guardarli oggi, 80 anni di vergogna e di inutili rimorsi pi� tardi, nelle fotografie sdrucite, nelle pose con il vestito della domenica, il colletto duro e la faccetta seria in mezzo alle guardie tronfie come pescatori accanto al tonno pescato, � impossibile immaginare che attorno a questi due disgraziati, Vanzetti coi suoi baffoni da circo, Sacco con l'aria da bravo bambino, si fosse scatenata la furia della xenofobia e della paranoia "rossa" di una citt� civile. Ma riprendere tra le dita quelle immagini, quella carte processuali, quella storia, non � fare un viaggio nel passato dell'America, ma nel presente possibile di tutti. Rivivere, nella Boston del 1921, le pagine della cronaca gi� vista, delle "emergenze immigrati".

Per arrivare a Boston, Vanzetti era partito dalla provincia di Cuneo, dal paese di Villafalletto, Sacco da Torremaggiore, in Puglia. Avevano 17 anni, nel 1908, e non sapevano fare niente altro che faticare. Vanzetti era arrivato alla sesta elementare, aveva lavoricchiato come garzone di fornaio. Sacco era un contadino da Terra di Lavoro, che aveva imparato a rifilare le suole delle scarpe, per sfuggire alla zappa. Nella Boston dove gli antenati dei Kennedy, come loro, sgomitavano per campare, finirono nella pensione di una vedova italiana, la signora Brini, che aveva trasformato la sua casa in una fornace di "teste calde", di anarchici, di sindacalisti, di "rossi". Insieme con il latte della mattina, Sacco, Vanzetti, i loro amici, presto divenuti "compagni", leggevano religiosamente le pagine della Cronaca Sovversiva dell'anarchico italiano Galleani, diffuso da un altro anarchico, Salsedo, che morir� - guarda guarda le coincidenze storiche - "cadendo" accidentalmente dalla finestra del commissariato dove lo stavano interrogando, come Pinelli nella Milano di mezzo solo dopo.

La guerra, che i due evitarono fuggendo in Messico, la rivoluzione bolscevica nel 1917, gli attentati, gli scioperi delle donne nelle filande, l'angoscia della influenza "spagnola", la alluvione di immigrati dall'Europa accesero la paranoia dei "bramini", dei vecchi padroni anglo e puritani di Boston. La citt� divenne il fronte principale della guerra alla "red scare", al grande terrore rosso che un giovane poliziotto federale, J. Edgar Hoover, i politicanti, i giudici locali decisero di cavalcare e vincere a qualunque prezzo. E quando, il pomeriggio di aprile del 1920, il cassiere di una tessitura e la sua guardia del corpo (Bernardelli, italiano anche lui) furono uccisi per rapinare 15.751 dollari di incassi, la polizia lanci� il rastrellamento degli stranieri e dei rossi. Un passante disse di avere riconosciuto Nicola e Bart, come ormai li chiamavano. La polizia li arrest�, gli trov� addosso due revolver e un volantino con il quale si invitavano i lavoratori a una conferenza, non troppo rivoluzionaria n� cospiratoria, visto che "donne e bambini erano calorosamente invitati". Ma Hoover, lo sceriffo e il giudice non ebbero dubbi: quei due erano perfetti, come vittime sacrificali.

Il processo, durato sei mesi, fu una commedia tragica. File di testimoni furono portati dal difensore per offrire alibi di acciaio. Vanzetti stava vendendo pesci per strada, al momento del delitto. Sacco era al consolato italiano, per chiedere un passaporto e tornare in Italia, come testimoni� il console stesso, perch� si era convinto di avere sbagliato, emigrando. Il gangster di una banda criminale italiana, la Morelli Gang, confess� e diede nomi, circostanze, dettagli. Il danaro non fu mai trovato. E la sola "prova" contro Nicola e Bart fu l'automobile usata dagli assassini per fuggire. Bart l'aveva usata in prestito, in altre occasioni, disse il procuratore. Invano il difensore dimostr� che era un'auto diversa, con pneumatici pi� grossi. L'avvocato aveva commesso un errore fatale: aveva trasformato il processo in un processo politico, invocando la solidariet� del mondo, di tutte le sinistre, degli intellettuali, in un'ondata di sdegno e di solidariet� internazionale che servirono a convincere il giudice e la giuria che il pescivendolo e il calzolaio erano la "minaccia rossa" che avrebbe divorato l'America.
Impiegarono sei anni, per ammazzarli sulla sedia elettrica. John Dos Passos, il grande scrittore, grid� il suo sdegno nel romanzo Usa, "brava America maledetta, hai ucciso te stessa", i cortei chiedevano giustizia, i due consumavano il tempo scrivendo lettere, gonfie di incredulit�, come il pi� freddo Vanzetti, o di orgoglio disperato, come Sacco: "E se mi uccidereste e io potrebbe rinascere, io tornasse davanti a voi giudici per farmi ammazzare ancora". Leggevano freneticamente tutto, Dostoevsky e Thoreau, Proudhon e Malatesta, ma Sacco trascorse l'ultima notte prima dell'esecuzione a chiedere al cappellano se davvero esistesse l'aldil�.

Finirono insieme il lungo viaggio il 22 agosto del 1927, quando in Italia governava Mussolini e in Germania Adolf Hitler aveva cominciato la sua marcia verso il potere. "Una macchia indelebile sulla storia americana del XX secolo" defin� la loro fine lo storico Arthur Schlesinger, "il tributo umano alla follia xenofoba e ideologica". Joan Baez gli dedic� un pezzo famoso, "Nicola and Bart". Nel 1977, il governatore del Massachussets, Michael Dukakis, proclam� il giorno dell'esecuzione il "Sacco and Vanzetti Memorial Day". Il primo sindaco italoamericano di Boston, Tom Mannino, gli ha fatto erigere un monumento ricordo. Le belle, inutili rimembranze della storia di ieri che non sa di essere sempre e soltanto la cronaca di oggi.


Ma al paese il mito vacilla 

A Villafaletto, dove � nato Vanzetti, rimangono ricordi e sospetti

MASSIMO NOVELLI 
VILLAFALLETTO (cuneo) - Ci sono posti in cui la memoria di un uomo, almeno la memoria ingombrante di un anarchico morto innocente sulla sedia elettrica, rimane oscurata o rimossa per anni. E se non fosse per quelli che vengono da fuori, per quella memoria pesante, il silenzio sarebbe quasi perfetto. Per Bartolomeo Vanzetti � stato cos� fino a qualche anno fa. Il suo paese natale, Villafalletto, borgo rurale disteso e assolato nella piana della "provincia granda" di Cuneo, lo ha ignorato a lungo, nonostante l'appassionata battaglia di Vincenzina Vanzetti, sorella di Bartolomeo, scomparsa nel 1994. Una donna combattiva, straordinaria e dolce, che, quando parlava dell'indifferenza dei compaesani, diceva: "Villafalletto non ha mai capito, soprattutto non ha voluto capire".

"Un anarchico, qui, fa ancora impressione" dicevano i pochi che ne onoravano il ricordo. Erano i pochi di questo paese che il 23 agosto, il giorno dell'esecuzione di Nicola Sacco e di Vanzetti, si univano ai libertari venuti da varie parti d'Europa per rendere omaggio a Nick e Bart. Come nel 1977, subito dopo la riabilitazione dei due anarchici fatta da Michael Dukakis, governatore del Massachusetts. "Di notte cambiammo le targhe stradali del paese con la vernice" racconta Michele Calandri, direttore della bella rivista, Il presente e la storia, dell'Istituto storico della Resistenza di Cuneo. "Cos� Villafalletto divenne Villa Vanzetti". Proprio in quel '77 uscirono allo scoperto anche ventinove cittadini di Villafalletto. In una lunga lettera inviata alla Gazzetta del Popolo, lanciarono l'idea di costituire un comitato Sacco e Vanzetti: "Ci stiamo avvicinando al cinquantenario della loro morte, noi ci auguriamo che Villafalletto si decida di ricordare degnamente Vanzetti".

Da allora, in effetti, qualcosa si � fatto. E oggi chi viene a Villafalletto, che d'estate odora di grassa terra concimata e di Vecchio Piemonte, se non altro non s'imbatte soltanto nei monumenti dedicati agli alpini e al conte Carlo Falletti, "insigne benefattore" vissuto tra il 1834 e il 1907. Adesso c'� un corso Sacco e Vanzetti, per esempio. E, non distante dalla lapide collocata dagli anarchici, in corso Umberto I (che, ironia della sorte, cadde per l'anarchica mano di Gaetano Bresci), sul muro della casa di Bartolomeo dall'82 fa bella mostra la targa che recita: "In questa casa nacque Bartolomeo Vanzetti/ apostolo di fede/ pag� con la vita l'amore per gli umili/ 18881927/ a cura del Comitato Sacco e Vanzetti".

C'� anche dell'altro. Forse i ragazzi che, nei lunghi pomeriggi estivi, giocano al calciobalilla sotto il portico di un caff�, a qualche metro dalla casa di Bart, sanno poco o niente di quel ragazzo di fine Ottocento che emigr� in America. Ma nelle scuole se ne parla, dopotutto. Si � cominciato a farlo nel '97, in occasione del settantesimo anniversario della morte. E la scuola media ha intitolato a Vanzetti il laboratorio di informatica. "Resta il fatto che Vanzetti, sebbene sia stato riabilitato negli Stati Uniti spiega Antonio Lombardo, esponente del movimento libertario cuneese in questi posti continua a essere un tipo sospetto. Il ragionamento che molti fanno ancora � questo: se Vanzetti fin� sulla sedia elettrica, qualcosa deve avere pur fatto". Quest'anno, comunque, il sindaco ha fatto distribuire cinquecento copie delle lettere dall'America di Giovanni Battista Vanzetti, il padre di Bartolomeo, raccolte per l'Istituto storico della Resistenza di Cuneo. E nessuno ha pi� imbrattato la tomba dei Vanzetti.