NO alla Pena di Morte
Campagna Internazionale 

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Nell�ambito dell�Edizione 2001 della manifestazione �LE STRADE DEI DIRITTI� si � svolta presso il Tetatro Aurora di Marghera, la presentazione dell�iniziativa �Venezia per la vita: la campagna per l'abolizione della pena di morte nel mondo�. Hanno partecipato all�incontro l�Assessore alle politiche sociali del Comune di Venezia G. Caccia, George White (Journey of Hope), William Nieves  (Pennsylvania Coalition.), Mario Marazziti della Comunit� di Sant�Egidio, tra i principali coordinatori dell�iniziativa e di cui riportiamo ampi stralci del discorso tenuto a Marghera.


 

MARIO MARAZZITI - Desidero ringraziare il comune di Venezia per la scelta di lavorare insieme e quindi per questo invito e alcuni di quelli che hanno lavorato a questo perch� ritengo che sia la scelta che non � scontata perch� se ne possono fare tante altre e a questo punto � anche una scelta di campo � coraggiosa e che merita tanto successo e per avere successo deve fare tanti passi e questo � il primo passo.

Questa sera potremmo avere l�impressione di stare alla periferia del mondo, perch� in fondo � una sera come tante a Marghera per� io sento che questa sera � nata una cosa nuova e grande.

Inizia un anno per la vita e contro la pena di morte da Venezia nel  mondo. Questo � quello che abbiamo deciso insieme alla citt� di Venezia e Venezia prender� il testimone dalla citt� di Roma che aveva offerto il Colosseo come testimonial per la vita e il Colosseo si � acceso nell�anno 2000 sedici volte di una luce dorata, una luce diversa, per dire oggi nel mondo � successo qualcosa di importante per la vita e oggi la pena di morte � diventata pi� debole.

sedici volte che hanno corrisposto ad otto abolizioni della pena di morte nel mondo o moratorie, sospensioni generali di tutte le esecuzioni o a vite effettivamente salvate.

Questo ha fatto parte di una grande campagna per fermare la pena di morte nel mondo e la Comunit� di Sant�Egidio si � assunta questa responsabilit�, insieme a tanti altri, perch� la pena di morte � un po� la sintesi di quanto il mondo pu� essere prima stupido e poi barbaro. Stupido perch� la pena di morte veramente non migliora il mondo, non aggiunge nessuna vita umana, quando una vita � tolta aggiunge solo altra vita tolta, perch� non sono calati i reati gravi e in molti al contrario, anche negli S.U. negli stati che consentono la pena di morte, gli omicidi spesso hanno un tasso doppio, triplo degli stati che non la applicano.

Perch� la cultura di morte che trasmette la pena capitale � contagiosa, perch� cultura di morte. E mentre vorrebbe punire chi attenta alla vita, paradossalmente legittima al punto pi� alto, attraverso l�intervento dello stato, proprio una cultura di morte.

Allora se lo stato fa questo, anche i singoli, paradossalmente possono sentirsi autorizzati a fare questo. La pena capitale � in effetti la sintesi di tante piccole e grandi malattie del mondo, che offende la dignit� dell�uomo, perch� � sia che colpisca un innocente, sia che colpisca un colpevole � contiene una dose indeterminabile di tortura che umilia la dignit� umana sempre, che umilia chi la sopporta e chi la infligge.

Il mondo oggi, anzi fino all�altroieri, era ufficialmente d�accordo sul fatto che la tortura era un orrore ed � stata una conquista dopo secoli, ma dentro la pena di morte ci sono pi� torture, perch� il percorso dalla condanna all�esecuzione � un percorso quasi sempre di disumanizzazione. Dunque nel braccio della morte c�� un tentativo di renderti bestia, di renderti poco umano, perch� quando tu poi vieni eliminato chi ti elimina non pensa pi� che sta  eliminando un essere umano, ma sta eliminando un peso, un qualcosa che assomiglia, ma non � un essere umano. La pena di morte � fatta di tante cose concrete, � fatta di un meccanismo scientifico che � costruito per togliere la vita umana. Diceva un grande scrittore che � Albert Camus, che la pena di morte � diversa dalla morte come un campo di concentramento e di sterminio � diverso dalla prigione, perch� aggiunge una scientificit�, una organizzazione alla morte cos� innaturale, da rendere assolutamente incomparabile quello che succede rispetto al crimine commesso.

Infatti anche il peggiore assassino commette un crimine in alcune circostanze.

La pena di morte � applicata dopo tempo, dopo venti, dopo anni, a freddo nei confronti di una persona che non pu� pi� nuocere. E questo aggiunge un elemento di gravit�. Ed � una vendetta da parte dello stato fatta a tempo ritardato. Di fronte a tutto questo abbiamo sentito che dovevamo lavorare per convincere. E che cosa pu� fare uno in Italia contro la pena di morte? Apparentemente nulla. Anzitutto pu� ricordarsi che l�Italia non � vaccinata per sempre contro la pena di morte, perch� c�� stata anche in Italia. E� stata abolita presto, all�inizio del �900, ma � rientrata presto, durante il fascismo, senza che ci fosse nessuna resistenza, senza che fosse nessuna posizione significativa contraria. La pena di morte pu� entrare e uscire da un Paese, solo per un turbamento dell�opinione pubblica oppure perch� ad un certo punto cambia il Governo. Bisogna lavorare molto perch� in Italia si pu� fare molto � abbiamo scoperto � per sciogliere quell�area grigia che rende possibile la pena di morte nel mondo. Cio� quel grande centro di persone che non hanno un�idea tanto precisa e che oscillano tra il dire che forse ci vorrebbe una lezione e il pensare che non � opportuno, n� utile. Attorno all�appello per la moratoria universale oggi stanno 3 milioni e 750 mila persone che hanno firmato quest�appello nel mondo. In molti Paesi fuori dall�Italia, ma pi� di tutti in Italia. Questo appello � stato portato da Kofi Annan nel dicembre dell�anno scorso ed oggi abbiamo l�obiettivo oggi di arrivare a dieci, venti milioni di firme perch� ad un certo punto le Nazioni Unite, l�Europa e tutti quelli che hanno potere di decidere su questo si possano imbarazzare come non mai a dire: �Noi saremmo favorevoli ad abolire la pena di morte, ma � l�opinione pubblica che la vuole!�. Noi stiamo costruendo un�opinione pubblica mondiale per fermare la pena di morte e possiamo dire che negli ultimi due anni, come ho accennato all�inizio, otto Paesi hanno eliminato la pena di morte.

Oggi per la prima volta nella storia umana abbiamo pi� di met� dei Paesi del mondo che non utilizzano pi� la pena di morte.

Centodieci Paesi non la usano pi�, settantacinque la usano. Cosa vuol dire?

Vuol dire che siamo ad una svolta della storia umana. Questa svolta � fatta di persone e di comportamenti individuali. Ognuno di noi pu� fare moltissimo.

Pu� firmare, pu� trovare altre firme, pu� fare una colletta e in cinque, in dieci, in mille possiamo adottare un condannato a morte e scrivergli, assumerci il peso della sua difesa legale e cos� via. Possiamo insieme in Italia e nel resto del mondo costituire un movimento di pressione che aiuti quegli incerti che governano e che usano questo barbaro strumento a cambiare idea e a fermare la pena di morte.

Noi oggi cominciamo qui.

Venezia offrir� un monumento al mondo che si illuminer� di una luce diversa per dire: �Venezia � per la verit�, Venezia � testimone della verit�.� E da Venezia parte con slancio questa lotta per i diritti umani insieme e noi collaboreremo come Comunit� di Sant�Egidio. A Venezia abbiamo il sogno di raccontare a tutti e tutti  i giorni che stiamo facendo qualcosa per questo. Abbiamo il sogno che i vaporetti parlino di questa campagna contro la pena di morte e di questa campagna per la vita. Sappiamo che ci riusciremo. Nel 2002 anche i vaporetti di Venezia diranno; �Noi siamo contro la pena di morte e tu?�.

E poi abbiamo il sogno che da una scuola, in un�altra scuola, anche qui inizi qualcosa di contagioso e se siamo fortunati possa contagiare altri ancora. Non solo l�antrace, ma anche questa lotta per i diritti umani e per la vita.

La pena di morte non � solo un nemico perch� rappresenta uno stato che usa la vendetta, ma perch� ci toglie l�anima e fa di ognuno di noi una persona solo in preda all�odio e al rancore.

Noi vogliamo eliminare la pena di morte per liberare gli Stati da questo, ma  anche per liberare noi stessi dalla tentazione della vendetta.