NO alla Pena di Morte
Campagna Internazionale 

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  - Marted� 22 Maggio 2001

Iran, ora lapidano le pornostar

 di BOB MARTIN - TEHERAN L'accusa: aver recitato in filmini a luci rosse ed averli distribuiti. La condanna: morte per lapidazione per adulterio e corruzione.La vittima: una donna di 35 anni, abitante a Teheran che si � dichiarata innocente nel corso del processo. L'esecuzione: � avvenuta in un cortile del carcere di Evin a Teheran, alla presenza del magistrato che aveva deciso la condanna. La legge: l'articolo 104 della Legge di Hodud del codice islamico iraniano stabilisce che "per la lapidazione le pietre non devono essere tanto grosse da uccidere il condannato al primo o al secondo colpo, n� cos� piccole da non poter essere definite pietre. Esse devono infliggere gravi ferite e dolore fino alla morte". Cos� � stato, nell'esecuzione che ha interrotto cinque anni di moratoria della pratica della lapidazione. Un camion carico di pietre adatte allo scopo era stato portato nel cortile della prigione. La legge prevede anche che il condannato maschio prima dell'esecuzione deve essere seppellito fino al torace, mentre la condannata � seppellita fino al collo "per evitare che venga colpita al seno". La donna che appariva nei filmini porno recitava a volto coperto. L'accusata ha negato di essere lei la protagonista. Ma � stata smascherata da una prova ritenuta inconfutabile dal magistrato. In un fotogramma si vedeva nettamente  un contatore della luce, il quale avrebbe permesso agli inquirenti di individuare l'appartamento dove sono state girate le scene a luci rosse. E di incolparne la donna per il reato pi� grave: corruzione e adulterio,accuse che comportano la pena di morte per lapidazione.Una pena che, proprio per la sua gravit�, secondo la sharia o legge islamica, richiederebbe testimoni oculari del misfatto e, sembra, non prodotti nel corso del processo. Le pietre che hanno ucciso la donna erano dirette anche contro il presidente Mohammed Khatami, che si ripresenta perle elezioni presidenziali dell'otto giugno nelle quali � il gran favorito. E il nocciolo duro degli ayatollah antiriformisti - che controllano da sempre l'apparato giudiziario - vedono come fumo negli occhi la decisione di Khatami di proseguire la sua lotta per le riforme. Cos� si spiegherebbe,secondo alcuni analisti, la ripresa delle condanne a morte per lapidazione,un sistema barbaro quant'altri per infliggere la morte. Tanto che la maggioranza dei religiosi, seppur a bassa voce, si esprime contro tale pena. Eppure la settimana scorsa la Corte suprema ha approvato un'altra sentenza di lapidazione per una donna di 38 anni che ha ucciso il marito. La magistratura islamica scende cos� in campo a venti giorni dalla probabile riconferma di Khatami. Nell'obiettivo le donne, ovvero le sostenitrici pi� accese, assieme ai giovani, del presidente.


 Lapidazione elettorale - Donna uccisa in Iran: per i giudici appariva in film porno

di G. SG. Torna ad essere applicata la terribile pena della lapidazione in Iran. Ed � toccato ad una donna, di trentacinque anni, accusata di aver recitato in film pornografici. Dopo essere stata sepolta fino alle ascelle � stata colpita a morte nel carcere di Evin a Tehran, dove era stata incarcerata otto anni fa. L'esecuzione � avvenuta, non si sa quando, sotto gli occhi del giudice che aveva inflitto la pena.Secondo le notizie diffuse dal quotidiano iraniano Entekhab, la donna si era proclamata innocente ma le prove raccolte e le testimonianze avrebbero convinto il giudice a comminare la tremenda pena in base alla sharia, la legge islamica. La donna che recitava nei film in questione era a volto coperto ma a tradirla sarebbe stato il contatore della luce ripreso in uno dei fotogrammi. Da questo particolare la polizia sarebbe riuscita a risalire alla sua abitazione. Cos� la donna, di cui non � stato rivelato il nome, � stata condannata per adulterio e corruzione, e in questi casi la legge islamica prevede la pena di morte. La condanna, secondo il quotidiano Entekhab, � stata confermata anche dalla Corte suprema.In caso di lapidazione gli uomini sono sotterrati fino al collo, mentre le donne solo fino alle ascelle, ma secondo la tradizione islamica se riescono a scappare sono ritenuti liberi. Era dal 1996 che nella repubblica islamica non si eseguivano lapidazioni: l'ultima era stata riservata a due iraniani accusati di adulterio. La settimana scorsa, tuttavia, la corte suprema ha approvato un'altra sentenza di lapidazione per una donna di 38 anni accusata di aver ucciso il marito.Questa recrudescenza sia nelle condanne ma soprattutto nelle esecuzioni probabilmente fanno parte dello scontro in atto tra i settori pi� integralisti - che controllano la giustizia - e quelli pi� riformisti in vista delle elezioni presidenziali che si terranno l'8 giugno. Uno scontro che ha visto prendere di mira la stampa e i giornalisti riformisti. Non solo, nei giorni scorsi sono entrati nel mirino della polizia anche i cybercaf�, diventati luogo di ritrovo molto frequentati per i giovani iraniani, tra i quali molte donne. Centinaia di questi centri Internet sono stati chiusi e minacciati di chiusura, nonostante pesanti filtri, oltre all'autocensura dei gestori, proibiscano l'accesso a siti che siano contrari ai dettami del Corano o del regime. Uno dei timori � quello che i navigatori possano consultare i siti degli oppositori iraniani che si trovano all'estero. Ma a volte diventa pericoloso - per le autorit� pi� integraliste - anche un solo sguardo sul mondo esterno.Negli anni scorsi il totale isolamento dell'Iran ha pesato enormemente sulla popolazione iraniana, almeno su quella che non poteva permettersi viaggi all'estero.