NO alla Pena di Morte
Campagna Internazionale 

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SECONDO IL WALL STREET JOURNAL LA 'CERTEZZA MORALE' FRENA IL BOIA - NELL'ERA BUSH CALA CONSENSO E CRESCE VOGLIA NUOVE REGOLE

 (di Marco Bardazzi) - NEW YORK, 22 MAG - La colpevolezza 'oltre ogni ragionevole dubbio' non basta piu' agli americani per giustificare la pena di morte. Nell'era di George W. Bush, uno dei piu' strenui sostenitori della pena capitale, gli Usa a sorpresa frenano la mano del boia per riscrivere le regole, all'insegna di un nuovo imperativo: la 'certezza morale'. La macchina delle esecuzioni sta rallentando e il rinvio dell'iniezione letale per l'autore della strage di Oklahoma City, Timothy McVeigh, dopo la scoperta che migliaia di documenti non erano stati depositati al suo processo, ha riportato il tema della pena di morte al centro del dibattito. ''Il freno alle esecuzioni sta guadagnando sostegni'', scrive oggi in prima pagina il 'Wall Street Journal', che ha raccolto isegnali di un calo complessivo del sostegno popolare alla pena di morte e soprattutto di un'attivita' di revisione delle 'regole del gioco' in numerosi stati. Le condanne a morte sono diminuite negli ultimi anni e un numero crescente di governatori e membri del Congresso, molti dei quali repubblicani, sostengono leggi che dovrebbero rafforzare le garanzie per i detenuti e tagliare il numero di coloro che finiscono davanti al boia. ''La politica sulla pena di morte sta chiaramente cambiando, a causa delle falle nel sistema'', ha spiegato il governatore dell'Oklahoma, Frank Keating, che ha evidenziato il bisogno della gente di avere la 'certezza morale' sulla colpevolezza di chi viene giustiziato. ''Nessun sistema - ha detto Keating, un repubblicano - puo' sopravvivere se e' fallibile''. L'Illinois ha deciso a moratoria sulle esecuzioni. Altri stati, come l'Arkansas e la North Carolina, hanno cambiato le regole per l'assistenza legale agli imputati, aumentando le possibilita' di sfuggire alla pena capitale. Anche il Texas, dove Bush come governatore stabili' il record delle esecuzioni, sta rivedendo le regole per offrire piu' garanzie. La Casa Bianca non sembra ostacolare il ripensamento in corsonel paese. Se il Congresso fara' arrivare sul tavolo di Bush una legge di riforma della pena di morte, ''il Presidente probabilmente dovrebbe firmarla'' e non si opporrebbe, ha detto uno dei consiglieri di Bush al 'Wall Street Journal'. Bush avra' la possibilita' di mostrare il suo orientamento nei prossimi giorni, quando dovra' pronunciarsi sul caso di un condannato a morte federale, Juan Raul Garza, che gli ha chiesto la grazia. Garza dovrebbe morire il 19 giugno, otto giorni dopo la nuova data fissata per McVeigh. L'ex presidente Bill Clinton rinvio' l'esecuzione di Garza per i dubbi sulla correttezza del processo, sostenendo che prima di giustiziarlo occorreva una verifica, da parte del governo, sulla fondatezza delle accuse di discriminazione razziale nei processi federali conclusi con condanne alla pena capitale. ''Il caso Garza e' il primo test per verificare se davvero l'amministrazione Bush e' impegnata a realizzare un sistemagiudiziario equilibrato sotto il profilo razziale'', ha detto il difensore del detenuto, Gregory Wiercioch. (ANSA).