San
Quentin, ultima prigione per seicento morti viventi
In questo penitenziario c'� l'unico braccio della morte dello stato della California
dal nostro inviato GIAMPAOLO CADALANU
SAN QUENTIN - Il condannato a morte respira
rumorosamente. Su, gi�, su, gi�, poi un'inspirazione profonda, e
di nuovo le braccia coperte di tatuaggi si gonfiano nella
ginnastica alla sbarra. L'aria fredda di San Quentin condensa il
fiato dell'uomo impegnato nelle flessioni, mentre gli altri
aspettano il loro turno per gli esercizi. In ognuno dei sei
cortili una trentina di carcerati prende aria: sono uniti dal
vestito blu, e divisi dal colore della pelle. I neri della gabbia
centrale giocano a basket con gesti quasi indolenti, gli ispanici
accanto approfittano del sole concesso dall'"estate
indiana" del Pacifico, i bianchi fanno ginnastica o camminano
nei venti metri a disposizione. In un angolo, due fanno la doccia
all'aperto.
Gli uomini che la California ha giudicato irrecuperabili per la
societ� sono tutti qua: 565 persone riconosciute colpevoli di
omicidio, rapina, stupro, "da una giuria di loro pari",
come garantisce la legge americana, affollano l'unico braccio
della morte di questo stato. Un esercito di esseri umani strappati
alla speranza, seppelliti in sei piani di cubicoli microscopici.
Le celle sono inserite in strutture di metallo dipinto in color
crema, lontane dai muri esterni. Non hanno finestre, e sono dotate
di un lavabo e un WC d' acciaio lucido. I carcerati hanno un unico
lusso: non doverne dividere i quattro metri quadri con un
compagno.
Per ora non ci sono esecuzioni in vista, l' ultima � stata a
marzo. I condannati possono ancora godersi la vista del cielo.
Stanno all'aperto dalle 7 alle 13.30, senza dover lavorare come
invece fanno gli altri detenuti. In alto c'� uno scorcio
d'azzurro, i pi� fortunati riescono qualche volta a vedere i
gabbiani, ma la baia di San Francisco � nascosta per sempre.
Qui, al di l� delle mura ricoperte di filo spinato, sulla lingua
di terra che allora si chiamava Point Quentin, nel 1852 le autorit�
californiane avevano fatto ormeggiare la nave prigione "Waban".
I detenuti dormivano a bordo, e di giorno scendevano a terra per
costruire le mura che pi� tardi li avrebbero rinchiusi: un
"istituto di correzione" che serviva "a rispondere
alla mancanza di legge che in quei tempi tormentava la
California", come recita la storia ufficiale.
Oggi attorno ai sei recinti per "lo svago" la rete
metallica � alta sei metri e sormontata da filo a rasoio.
Sull'unico lato in muratura, un cartello in inglese e spagnolo fa
subito chiarezza: "Pericolo, qui si spara senza
preavviso". I detenuti in attesa di esecuzione sono
sorvegliati dall'alto: agenti dei corpi scelti "Swat"
tengono il fucile imbracciato, a terra circolano solo guardie
disarmate. Cos�, nel caso di ribellione con cattura di ostaggi,
nelle mani dei carcerati resta tutt' al pi� la bomboletta di
"pepperspray" OS che scampanella accanto alle manette e
alle chiavi sulla cintura di ogni agente.
Gas urticante, manganello d'ordinanza e addestramento sono l'unica
sicurezza per i 1500 "Correctional officers", di cui 800
guardie in uniforme, che lavorano a San Quentin. "Ho usato il
gas appena due volte in dieci anni", dice il sergente
Snowgrass, mentre avverte i visitatori di stare al di l� della
linea gialla che segnala il passaggio di servizio. Sopra di lui,
la voce di un secondino ha appena annunciato: sta arrivando un
detenuto. Ogni porta che si apre, ogni cancello che scorre, ogni
spostamento dev' essere segnalato dagli angeli custodi armati.
Ospiti e agenti devono lasciar passare il prigioniero - sempre
ammanettato - e la sua scorta.
Gli interventi "duri" sono rari. Carl Wells, sergente
dei "correctional officer" arrivato dall'Ohio, ricorda
l'ultimo episodio: due mesi fa un gruppo di bianchi e uno di neri
hanno cominciato a darsele di santa ragione, a mani nude. Poi
tutto � finito, senza motivo, cos� com'era cominciato. Per i
sorveglianti lo stress � peggio di qualsiasi cosa. "Una
guardia pu� finire in mano ai detenuti. Pu� accadere qualsiasi
incidente. Ma � il mio lavoro: rifarei la stessa scelta, vorrei
un destino del genere anche per mio figlio", dice Wells.
La tensione del carcere � sempre palpabile, quella del braccio
della morte � pi� sottile. Davanti allo spaccio
l'amministrazione carceraria ha fatto costruire una serie di
piccoli recinti "individuali": sono le gabbie per le
belve pi� feroci, ch� stiano sempre sole, fino a quando potranno
godere della compagnia del boia. Uno dei "pericolosi"
passa ammanettato, sorride ai visitatori, il guardiano lo sospinge
via cortese ma deciso.
"Quello che pi� spaventa � il meccanismo che strappa a
questi detenuti l'umanit�", dice Ersilia Salvato, capo della
missione italiana per lo studio della pena di morte,
"l'atteggiamento delle guardie � chiaro: sorvegliano esseri
disumanizzati". A colpire la vicepresidente del Senato �
anche la "razionalit�" dell' istituzione: le maschere e
gli scudi di plastica a disposizione dei secondini per ripararsi
dagli sputi, la perfetta macchina della sorveglianza. La missione
dei senatori � negli Stati Uniti per confermare l' impegno
italiano contro la pena capitale anche alla Convention
internazionale di San Francisco, insomma per parlare, come dice la
Salvato "con l'altra America, minoritaria ma importante, che
� contro la barbarie".
La camera delle esecuzioni si raggiunge uscendo nel cortile
esterno. Non � una grande sala: la morte di stato non ha bisogno
di coreografie importanti, � una questione tecnica. Anche le
pareti della vecchia camera a gas, dipinte di verde ospedale, lo
confermano. E' una cabina ottagonale, adattata alla comodit�
delle iniezioni letali grazie a due forellini. Qui passano i tubi
che portano nelle vene del condannato la miscela mortale. Una,
due, fino a sei pompate, poi si controlla il cuore, e in pochi
attimi � tutto finito, racconta il tenente Vernell 0Crittendon,
orgoglioso di poter garantire l'efficienza dell' impianto.
Sulla parete accanto tre telefoni garantiscono il collegamento con
il mondo dei vivi. Il primo non ha etichette, sul secondo c'�
scritto: "Ufficio del governatore", sul terzo:
"Corte suprema". Fino all'ultimo secondo uno dei tre
apparecchi potr� squillare, poi il vecchio orologio Accutrex
sulla parete scandir� l'ora finale. E i secondini se ne andranno
a lavoro fatto, con un masso pesante sullo stomaco.
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