NO alla Pena di Morte
Campagna Internazionale 

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RAFFICA DI SOSPENSIONI ESECUZIONI, MENTRE SI RIPENSA SISTEMA

 NEW YORK, 25 FEB - Febbraio e' diventato il 'mese del dubbio negli Usa sul fronte della PENA DI MORTE. I rinvii di esecuzioni si susseguono, segnalando una volta di piu' che qualcosa e' cambiato nello scenario della pena capitale. Un paio di casi all'esame della Corte Suprema e una legge allo studio in Congresso potrebbero rappresentare la svolta piu' importante da quando, nel 1976, gli Usa hanno riaperto le camere della morte.  

Su nove esecuzioni previste a febbraio in vari stati degli Usa, ne sono gia' state sospese sei, mentre solo due sono state eseguite (Michael Owsley in Missouri e John Byrd in Ohio) e una e' in programma il giorno 28. In Georgia, i legali di Alexander Williams, uno schizofrenico che uccise nel 1986 quand'era ancora un minorenne, lottano contro il tempo per ottenere nuovi rinvii,dopo aver fermato la mano del boia il 20 febbraio scorso. Quello stesso giorno, in Texas, Thomas Miller ha ottenuto una sospensione alla vigilia dell' esecuzione, per chiarire se la sua condanna fu viziata da motivi razziali.   I giudici, dalla Corte suprema fino alle Corti d'appello locali, appaiono sempre piu' disponibili ad ascoltare gli avvocati della difesa e sempre meno sicuri dell'infallibilita' della giustizia. ''Il sistema della pena capitale in America e' assai malconcio'', ha sentenziato in un editoriale il 'New York Times', sottolineando che e' il momento di ripensare interamente la macchina della morte.

Uno dei primi strumenti, secondo il quotidiano, potrebbe essere un progetto di legge bipartisan che sta acquistando consensi in Congresso, l' 'Innocent Protection Act', che dovrebbe elevare gli standard necessari per pronunciare una condanna e regolamentare in modo rigido l'iter per la revisione dei processi e la conservazione delle prove.   Per effetto dei ripensamenti innescati soprattutto da una ricerca della Columbia University, che nel 2000 scopri' che il 68% delle condanne a morte riesaminate dai giudici nell'arco di 20 anni si e' concluso con l'annullamento della pena a causa di errori gravi, il boia e' sempre piu' disoccupato negli Usa. Dopo le 98 esecuzioni nel 1999, l'anno record dal 1976 ad oggi, si e' scesi a 85 nel 2000 e a 66 nel 2001. Dall'inizio di quest'anno,le esecuzioni sono state 11, quasi tutte a gennaio, prima della 'frenata' di febbraio.  

Due casi all'esame della Corte Suprema potrebbero rivelarsi occasioni di svolta, oltre che di nuovi scontri interni tra i giudici supremi 'dubbiosi', come Sandra Day O'Connor, e i 'duri' come Antonin Scalia (un cattolico che pochi giorni fa ha sfidato anche il Vaticano sul tema della pena capitale).   La Corte ha avviato l'esame dell'appello di Daryl Renard, un uomo con un quoziente di intelligenza di 59 (il minimo sotto il quale si parla di 'ritardati' e' 70). Secondo le organizzazioni contro la PENA DI MORTE, tra i 3.709 detenuti in attesa del boia negli Usa, il 25% hanno malattie o deficit mentali e il caso Renard potrebbe rappresentare uno spiraglio anche per loro.  

Un impatto enorme puo' averlo anche la vicenda giudiziaria di Timothy Ring, un detenuto dell'Arizona che e' riuscito a convincere la Corte Suprema a valutare la correttezza di un sistema di giudizio in vigore in nove dei 38 stati dove esiste la PENA DI MORTE. In questi stati la giuria si pronuncia solo sulla colpevolezza dell'imputato e tocca poi al giudice imporre o meno la pena capitale. Un sistema sulla cui costituzionalita' la Corte si pronuncera' nei prossimi mesi: se lo boccera', potranno gioire circa 800 condannati a morte nei nove stati (tra cui la Florida, che da sola ha 385 detenuti in attesa di iniezione letale). Per loro diventera' concreta la possibilita' di un nuovo processo.