NO alla Pena di Morte
Campagna Internazionale 

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IL MATTINO 23/02/02

Due giornate di lavori

�Diritto alla vita e pena di morte� � il tema del convegno che si conclude oggi all�universit� di Napoli, promosso dal Dipartimento scienze dello Stato della Facolt� di Scienze politiche. Dopo gli interventi, ieri, di Giuliano Vassalli, Guido Trombetti, Giuseppe Cantillo, Tullio D�Aponte, Raffaele Feola, Tullio Padovani, Luigi Ferrajoli, Vincenzo Caianiello, Guido Raimondi, Kurt Seelman e Pio Marconi, oggi ci sar� una tavola rotonda presieduta da Giovanni Conso sul tema �La pena di morte nell�et� liberale: la lezione di Francesco Carrara�. Ne parleranno Raffaele Feola, Paolo Gambescia, Antonio Marchesi, Giorgio Marinucci, Sergio Moccia, Elio Palombi, Vincenzo Siniscalchi e Alfonso Stile. 

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INTERVISTA AD ELIO PALOMBI

�Una sanzione estrema. Contro la legge di natura�

Gigi Di Fiore

La sanzione penale strumento di rieducazione e recupero sociale contrapposta all�idea di pena come vendetta collettiva. � il dualismo millenario, su cui si sono confrontati, nel tempo, il fior fiore di giuristi e filosofi del diritto. Un dualismo non superato, se, in molti Paesi, come in alcuni Stati americani, la pena di morte � ancora in vigore. Da qui il convegno organizzato a Napoli ed un saggio, che ha coinvolto molti studiosi ed esperti per una due giorni di confronti nell�Aula magna storica dell�Universit� di Napoli. Successivamente ai lavori della giornata di ieri, oggi si terr� un dibattito sul tema �La pena di morte nell�et� liberale: la lezione di Francesco Carrara�. Il professore Elio Palombi, studioso del pensiero di Mario Pagano, � con Giovanni Conso l�autore del libro che sar� presentato in occasione della tavola rotonda, cui partecipano docenti, magistrati, giornalisti. Il libro raccoglie gli scritti del criminologo Francesco Ferrara sulla pena di morte.

Professore Palombi, ha ancora senso discutere di pena di morte?

Certamente, il tema � di attualit�. Non solo perch� la pena di morte � ancora accettata in diversi ordinamenti giuridici, ma anche perch� in Italia, con cadenza periodica, c�� chi, provocatoriamente, ripropone questa sanzione estrema come unico deterrente al crimine.

Discutere di pena di morte significa discutere di sanzione penale e del suo significato sociale?

Ha centrato il tema del dibattito. Il rigore del castigo esemplare, quel � appunto la morte, non appartiene pi� alla nostra cultura. Ma in altri Paesi la coscienza collettiva � diversamente orientata, considerando la morte del criminale, che si � reso colpevole di gravi fatti di sangue, una necessit� per placare gli animi.

Perch�, su questo tema, riprendere proprio gli scritti di Francesco Carrara?

Il dibattito sulla pena di morte ebbe nelle idee di Beccaria una forte spinta a sostegno della causa abolizionista. Ma � stato proprio Carrara ad aver dato un contributo significativo all�abolizionismo, dimostrando l�illegittimit� della pena di morte per la legge di natura, che pone al primo posto la conservazione dell�individuo.

Che insegnamento d�attualit� si pu� trarre dagli scritti di Carrara?

Il rifiuto di ogni considerazione utilitaristica della pena. L�esempio scuote gli animi e crea panico, senza sortire effetti positivi, dice Carrara. Pi� che intimidire, spaventa. E quindi, come osservava Bobbio, la violenza chiama violenza in una catena senza fine. Cos�, la salvezza dell�umanit�, ora pi� che mai, dipende dall�interruzione di questa catena.

Perch�, allora, nonostante queste ripetute argomentazioni giuridico-filosofiche, l�opinione pubblica �, a fasi alterne, favorevole alla pena di morte?

Perch� il sentimento comune mostra di credere ancora nell�efficacia dissuasiva della pena di morte. Ma le vere ragioni investono l�emotivit� individuale, che trova espressione nel concetto di giustizia-vendetta. Cos�, l�opinione pubblica, colpita emotivamente dal verificarsi di un gravissimo fatto criminoso, chiede la morte del reo per ristabilire l�equilibrio del sistema.

Come giudica, quindi, i ricorrenti sondaggi di opinione che oscillano su favorevoli e contrari a questa sanzione estrema?

Vanno valutati con attenzione. A volte, prevalgono ragioni utilitaristiche di prevenzione generale, ma principalmente principi etici che fanno riferimento ad una giustizia assoluta. I fautori della pena di morte considerano la sanzione penale come vendetta, in funzione neutralizzante. Dimenticano, per�, le ragioni di utilit� sociale, che sottindendono a tutti gli ordinamenti penali.