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SAFIYA: LE PIETRE LANCIATE SULLE DONNE

SCHEDA

ROMA, 25 MAR - Per una donna salvata dalla lapidazione, come e' il caso di Safiya oggi in Nigeria, altre donne nel recente passato sono state condannate alla lapidazione per adulterio, prostituzione, pornografia o salvate in extremis in seguito a pressioni internazionali. Secondo un rapporto di Amnesty International, sono sette i paesi islamici che nell'applicare la sharia prevedono la lapidazione come pena capitale: Pakistan, Arabia Saudita, Sudan, Emirati, Nigeria (alcuni stati), Iran e Afghanistan. Eccone alcuni casi.

   IRAN. Il 21 maggio scorso una donna iraniana di 35 anni, condannata alla lapidazione per aver preso parte a filmini pornografici venne lapidata a Teheran. I fatti risalivano a otto anni prima. I filmini erano girati nella casa della giovane, a Teheran, che fu riconosciuta dalla polizia attraverso i numeri di un contatore dell'acqua che appariva in una scena.

L'imputata, che partecipava alle scene con il volto coperto, respinse ogni accusa ma i giudici dichiararono di essere in possesso di sufficienti documenti e testimonianze.

   AFGHANISTAN. Il 24 febbraio 2001 a Kandahar due donne ritenute colpevoli di adulterio furono lapidate dinanzi a migliaia di persone. La lapidazione delle donne non fu che il 'clou' di una serie di punizioni islamiche eseguite nella stessa giornata tra cui quelle contro altre due donne flagellate sempre per adulterio, presumibilmente solo di pensiero. L'ordine per la lapidazione venne dal mullah Omar, leader dei teleban al potere.

   SUDAN. Il 9 febbraio scorso la Corte suprema annullo' la condanna a morte per lapidazione della giovane Abok Alfa Akok (18 anni), in seguito a pressioni internazionali. Di religione cristiana, non sposata, la ragazza era rimasta incinta e fu condannata a morte per lapidazione con l'accusa di adulterio. La ragazza era stata condannata da un tribunale senza avere avuto modo di difendersi poiche' il processo si svolse in arabo, lingua che la giovane donna non comprendeva.

   EMIRATI. Il 28 febbraio 2000 un tribunale condanno' alla lapidazione una donna riconosciuta colpevole di adulterio. La donna condannata, Karteen Karikender, di 29 anni, originaria dell'Indonesia, fu giudicata colpevole di aver avuto una relazione adulterina con un indiano che era scappato dagli Emirati per non essere arrestato, ma che fu comunque processato in contumacia e assolto.