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PENA DI MORTE: VELTRONI, RILANCIARE MORATORIA INTERNAZIONALE     PRESENTATO IN CAMPIDOGLIO LIBRO 'I SIGNORI DELLA MORTE'

Roma, 7 mag.- Nel 2001 le esecuzioni capitali nel mondo sono arrivate a quota 2.450. Un forte aumento rispetto al 2000, anno in cui le esecuzioni sono state 1.907, di cui oltre la meta' solo in Cina.

Sono alcuni dati raccolti nell'ultimo libro di Aldo Forbice, 'I signori della morte', un reportage a livello mondiale sui paesi che applicano la pena capitale. Il libro e' stato presentato questa mattina in Campidoglio alla presenza, tra gli altri, del sindaco di Roma Walter Veltroni e dei presidenti emeriti della Corte Costituzionale Giovanni Conso e Giuliano Vassalli.

Durante l'incontro e' stata data lettura di un messaggio del presidente della Camera Pier Ferdinando Casini che, impossibilitato a partecipare, dichiarava il suo pieno appoggio all'iniziativa.

 ''Temo -ha dichiarato Veltroni presentando il libro di Forbice- che in Europa avremo ancora occasione di discutere di questioni che ritenevamo da tempo acquisite, come la liceita' o meno della pena capitale. Quello che piu' mi preoccupa delle oltre 2 mila esecuzioni che avvengono ogni anno, e' che esse sono accompagnate dal piu' totale disinteresse delle istituzioni internazionali''.

       Veltroni ha dunque parlato della moratoria. ''L'Onu e' ferma -ha detto Veltroni-. Quando cercammo di sollecitare la decisione sulla moratoria internazionale per la pena capitale, non solo non ottenemmo nulla, ma dovemmo anche assistere allo sgretolamento della comunita' europea davanti al problema. La moratoria, il libro di Forbice lo dice chiaramente, e' una iniziativa che va rilanciata''.

 ''L'altro giorno -ha proseguito il sindaco- sono arrivate due notizie, relative alla comunita' mondiale: una positiva e l'altra negativa. La prima era relativa alla liberazione di San Suu Kyi, premio Nobel per la pace, da un anno e mezzo agli arresti domiciliari in Birmania. Quella negativa riguardava invece, la mancata ratifica da parte degli Stati Uniti del riconoscimento del tribunale internazionale.

Contrariamente a quanto fatto da Clinton, la mancata ratifica voluta da Bush testimonia l'abbassamento della soglia di attenzione per la questione dei diritti umani''.

       ''La battaglia contro la pena capitale - ha affermato Giovanni Conso, presidente emerito della Corte Costituzionale- e' una battaglia permanente, che non terminera' mai definitivamente, perche' ci sara' sempre qualcuno che giudichera' efficace la risposta dura ed esemplare davanti ad un eventuale crimine. E' un sentimento sbrigativo che ogni volta trova dei rappresentanti''. ''Uno dei punti su cui si dovra' insistere -ha proseguito Conso- e' la questione dell'errore giudiziario. Si stanno moltiplicando i casi di persone condannate a morte e poi riconosciute innocenti: a volte prima dell'esecuzione, altre volte dopo''.


 07 mag 2002

PENA MORTE: CASINI, RILANCIARE TEMA MORATORIA INTERNAZIONALE PRESTIGIACOMO, NUOVO CONCETTO GIUSTIZIA LONTANO DA MORTE 

 ROMA, 7 MAG - ''Rilanciare il tema della moratoria internazionale sulle esecuzioni''. Anche a questo obiettivo - scrive in un messaggio il presidente della Camera, Pierferdinando Casini - puo' servire il libro ''I Signori della morte'', di Aldo Forbice, presentato oggi in Campidoglio.

    Secondo Casini il volume ''e' un'occasione per fare il punto sulla battaglia ideale, sulla battaglia di civilta' che tante persone, associazioni ed istituzioni portano avanti contro la pena di morte''. Ma anche un'occasione ''per una riflessione attenta sulla questione piu' generale della tutela dei diritti umani in tante parti del mondo''.

    Sempre in un messaggio all'autore del libro, il ministro per le Pari Opportunita', Stefania Prestigiacomo, sottolinea ''il dovere di tutti noi, nessuno escluso, di promuovere un nuovo concetto di giustizia che sia lontano dalla morte anche quando questa e' stata provocata. Tutti coloro che credono che il diritto della vita sia insopprimibile devono, dunque - scrive Prestigiacomo - lottare per difenderlo. Un impegno difficile, questo, che non puo' essere a singhiozzo, rilanciato solo dagli eventi di cronaca che per vari motivi possono toccarci direttamente o indirettamente''.

 

Dal 1994 al 2000 23 Paesi hanno licenziato il boia. Piu' della meta' delle nazioni del mondo ha abolito la pena capitale e il fronte abolizionista e' in crescita continua. Nonostante questo, nel 2001 le condanne a morte eseguite sono quasi raddoppiate rispetto al 2000.

    Questa ''incongruenza'', e le tante ''contraddizioni e anomalie'' dei Paesi democratici che ancora applicano la legge del taglione, sono al centro del libro-denuncia del giornalista Aldo Forbice (''I signori della morte'', Sperling & Kupfer Editori), presentato oggi a Roma nell'aula Giulio Cesare in Campidoglio.

    Una ''mappa a livello planetario della pena capitale'', quella di Forbice - vicedirettore del Giornale radio Rai e conduttore di Zapping, il programma radiofonico che con successo ha lanciato la campagna per sottrarre Safiya dalla lapidazione - in cui viene documentato come ''le esecuzioni alla fine del 2000 sono state 1.907'', oltre la meta' delle quali nella sola

Cina.

 L'Iraq di Saddam Hussein ne ha registrate almeno 500 per fucilazione, ''ma gli oppositori del regime sostengono che sono state 2.000''. Seguono l'Iran con 153 esecuzioni (impiccagioni e fucilazioni), l'Arabia Saudita con 121 (decapitazioni pubbliche con un colpo di scimitarra), gli Stati Uniti con 85 (iniezione letale e sedia elettrica), l'Afghanistan con 30, il Congo con 20, il Pakistan con 17, la Liberia con 14 e molti altri.

    Ma nel 2001, un anno caratterizzato da un ulteriore allargamento del fronte dei contrari al patibolo, il numero delle esecuzioni e' aumentato.

Solo in Cina, ''il grande Paese dove nel 2008 si svolgeranno i Giochi Olimpici'', sono state eseguite 2.066 condanne a morte. ''Complessivamente, alla fine del 2001, le esecuzioni nel mondo avevano toccato quota 2.450'', scrive Forbice, anche se per i rappresentanti di alcune delle associazioni  presenti alla presentazione del libro le cifre sono perfino piu' agghiaccianti.    Cosi', secondo Marco Bertotto, presidente della sezione italiana di Amnesty International, ''nel 2001 le esecuzioni sono state almeno 3.000, circa il doppio rispetto a quelle dell'anno precedente''.    

Tutto questo - ha ricordato lo stesso Forbice - quando oggi sono ormai 110 i Paesi che non applicano piu' la pena di morte, mentre sono 85 quelli che hanno ancora il boia nei propri libri paga. In alcuni casi l'abolizione e' stata  una conquista recente  (ed e' singolare il caso del Vaticano, dove la pena capitale e' stata abolita ''esattamente il 22 febbraio 2001'', con l'approvazione della nuova Legge fondamentale); in altri, ''come l'Italia - ha ricordato Giuliano Vassalli, presidente emerito della Corte Costituzionale - e' avvenuto in anni lontani.

 L'ultima condanna capitale e' stata eseguita nell'aprile del '47 e da allora il nostro Paese e' all'avanguardia nella lotta per l'abolizione della pena di morte''.

    Una campagna, quella ''contro la piu' grave violazione dei diritti umani che ancora insanguina il mondo'' (per dirla con Forbice), che proprio dall'Italia vuole ripartire, con una serie di iniziative. A cominciare - come ha sottolineato il sindaco di Roma, Walter Veltroni - dalla proposta di moratoria universale per i condannati a morte, bloccata nel 1999 all'Assemblea delle Nazioni Unite di New York, che ''deve essere rilanciata''.

    Ma importanti sono anche le campagne di informazione, di sensibilizzazione dell'opinione pubblica attraverso i mass media, che accendendo i riflettori ''su fatti intollerabili - ha detto Pierluigi Magnaschi, direttore dell'Ansa - contribuiscono a renderli insostenibili''.

E' proprio il caso di Zapping e di Safiya: ''una singola trasmissione radiofonica ha dimostrato di essere in grado di imporre al mondo intero un caso di palese violazione dei diritti umani. E di risolverlo''.

    Per Mario Marazziti, della Comunita' di Sant'Egidio, ''per vincere la battaglia per l'abolizione della pena di morte bisogna incidere sulla cultura'' e l'informazione, ''il giornalismo come quello di Zapping, consentono di intervenire sulla cultura di morte''. D'accordo Giovanni Conso, altro presidente emerito della Consulta, che propone al fronte degli abolizionisti - nel quale egli stesso e' in primissima linea - di sensibilizzare l'opinione pubblica sull'errore giudiziario: ''i casi - avverte - si stanno moltiplicando''.

    Zapping e Forbice, intanto, annunciano nuove campagne: e' gia' cominciata quella per salvare Amina, un'altra giovane nigeriana condannata a morte per aver concepito una figlia fuori dal matrimonio, ed un caso analogo gia' alla ribalta e' quello di una ragazza pakistana. Ma nel corso del programma, assicura Forbice, ci sara' sempre spazio per tutti quei casi in cui i diritti umani sono violati - dal traffico di organi alle torture - dovunque cio' avvenga.