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NO alla Pena di Morte
Campagna Internazionale
Comunità di Sant'Egidio

 

STRASBURGO, 11 APR - L'Europarlamento ha condannato oggi a Strasburgo la decisione della corte islamica di Bakori, in Nigeria, di condannare a morte tramite lapidazione una donna di 35 anni, Amina Lawal, per avere avuto un bambino al di fuori del matrimonio.

In una risoluzione urgente approvata per iniziativa di Ppe, Pse, Eldr, verdi, comunisti e Uen (destra), l'assemblea comunitaria ha chiesto all'Ue di intervenire in favore della giovane nigeriana, che dispone di 30 giorni per fare appello.

Amina Lawal, del villaggio di Kurami, nello stato di Katsina, sottolinea il documento dell'assemblea Ue, e' stata condannata a morte dopo avere confessato di avere avuto un bambino, benche' divorziata. Lo stesso tribunale ha invece assolto il padre del bambino.

Gli eurodeputati hanno anche chiesto al governo nigeriano di sospendere tutte le esecuzioni capitali e di abolire la pena di morte, manifestando inoltre preoccupazione ''dinanzi a una interpretazione ed a una applicazione fondamentalista della sharia'', la legge islamica. Nel documento - fra i firmatari la Ds Fiorella Ghilardotti e la Prc Luisa Morgantini - l'Europarlamento si e' anche dichiarato ''profondamente preoccupato'' dalle norme imposte dalla sharia che, fra l'altro, ''obbliga le donne a non uscire di casa la sera, impone la separazione fra i sessi nei trasporti e nega alle donne la parita' di diritti in caso di eredita'''. Nella risoluzione l'assemblea Ue ha nuovamente riaffermato ''la propria opposizione categorica alla pena capitale in tutte le circostanze''.