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IL LIBRO Le lettere che pubblichiamo in questa pagina sono solo alcune delle tenere contenute nel libro di Bianca Cerri �America letale� (oggi in libreria per Derive Approdi, pagine 214, euro 13), una denuncia della crudelt� e inutilit� della pena di morte. Il libro raccoglie il frutto di sei anni dl corrispondenza che l�autrice ha intercorso con alcuni detenuti nei bracci della morta delle carceri Usa: dalle battaglie per condizioni di reclusione migliori alle storie intima dei condannati, dalla perdita della propria umanit� alla percezione della banalit� del male. Lettere di condannati a morte Testimonianze dalle carceri americane: storie di esistenze a termine e di un sistema che ha trasformato in un gesto banale l �uccisione di un uomo.
�Cara mamma, io che non ammettevo di aver paura scopro di essere terrorizzato�
�Amore mio, ho scoperto che leggevo solo per te e allora ti ho trovata... Eri dentro una poesia�
Cara mamma, anche questa estate qui � caldissima. Nelle celle fa quasi 50 gradi e il calore non diminuisce sino a notte inoltrata. Eppure, la mia routine giornaliera � sempre la stessa. Vedo la sagoma degli alberi allineati e in mezzo una strada tutta impolverata. Mi piace immaginare che quella sia la mia strada dai mattoni gialli, quella del Mago di Oz percorsa da Dorothy, la strada che potr� un giorno imboccare per tornare a casa. Non smetto mai di pensare a casa. Ogni altra cosa passa in secondo piano quando penso a te e alla nonna, a voi che sperate che un giorno io possa tornare. Non vi vedo da tanto tempo, la nonna non viene da pi� di un ano e sono passati quasi sei mesi dall�ultima volta che ti ho visto. Credo che quel lavoro faticoso che siete costrette a fare vi faccia pagare ormai un prezzo troppo alto. Neanche io riesco a stare bene tanto lontano da casa. Spesso penso che il mondo � un posto strano, specialmente quando si vive all�interna di un sistema governato dal capitale in cui il mondo, oltre che strano, � ingiusto. Specialmente con tutti noi, quelli della nuova generazione. Ogni giorno vedo un gruppo di giovani fratelli in cortile. Alcuni li vedo leggere altri fanno ginnastica, parecchi giocano a baseball. con i corpi sudati che brillano al sole. Mi sembrano il riflesso della mia immagine, attraverso loro rivedo me stesso, mi rivedo a 18, 19, 20 anni: Giovane, nero, ribelle! Non faccio che chiedermi se giocano a baseball, fanno ginnastica o leggono per sfuggire alla realt�, per non sentire il dolore e la paura dell�incertezza. Come loro, una volta non avrei mai ammesso di avere paura. Mi dicevo che ammettere di aver paura era cosa da deboli, una cosa quasi indegna di un essere umano. Oggi � diverso: scopro spesso di aver paura, di essere spaventato e anche terrorizzato. Non tanto per me ma per i fratelli della generazione che verr�. Per un giovane nero � una cosa quasi impossibile spiegare cosa vuoi dire essere nati in un mondo in cui le possibilit� sono limitate a causa del colore della pelle o dello status sociale. Non ho avuto una figura forte che mi ha fatta da guida. come non ce l�hanno molti fratelli pi� giovani e credo che questo faccia rimanere molti in una specie di stato di sottosviluppo, una specie di congelamento che poi porter� alcuni a sbagliare gravemente. E impossibile per un bambino nero passare senza traumi dall�infanzia all�adolescenza e dall�adolescenza alla maturit� senza un ruolo maschile positivo. L�idea che ci facciamo della nostra virilit� spesso basata su falsi concetti, proprio perch� maturiamo in una specie di congelamento provvisoria. Inconsciamente, ogni tentativo di maturazione � pregiudicato da questo. t veramente un grave danno avere un concetto di mascolinit� pregiudicato da concezioni errate. Molti di noi hanno maturato tutto quello che sanno vivendo per strada. Ritengo che molti neri della nuova generazione finiranno inevitabilmente in prigione. Come me, si troveranno a vivere tra sbarre d�acciaio e cemento armato. Ormai, tutto il mondo per me � al di l� di queste sbarre. Un futuro?... � veramente triste ma, tra 20, 30 anni, vedo un�altra giovane vita, un altro fratello nelle mie stesse condizioni. Forse sar� addirittura pi� giovane di quanto ero io quando arriver� anche lui nel braccio della morte, forse Io metteranno in questa stessa cella. E star� qui, al buio e cercher� di capire. Cercher� di trovare un perch�. Come me, guarder� fuori da questa stessa finestra, sbircer� tra le sbarre, anche lui alzandosi in punta di piedi - e vedr� la stessa strada polverosa, la stessa fila di alberi... Mamma, � ora che qualcuno faccia cambiare le cose! Ti abbraccio forte. In lotta, Emerson. Emerson, Rudd braccio della morte Texas � 15 luglio 1998 Amore mio, ti vedo ancora davanti agli occhi come eri venerd�. Certo, anche giovedi era bellissima, ma in modo diverso. Cos�, quando te ne sei andata, ho passato un sacco di tempo a riflettere sulle cose che abbiamo discusso. Ti confesso che cercavo di seguire tutto quello che dicevi ma non sempre ci riuscivo e a volte afferravo solo dei frammenti delle cose che dicevi. t che ogni volta che ti guardavo negli occhi -di certo i pi� sensuali che ho mai visto! Insomma, con la fantasia ti portavo in un altro luogo. Quando le guardie mi hanno riportato in cella, sono rimasto sdraiato sul letto per pi� di un�ora, con le mani dietro la testa e ho guardato il soffitto. Sai, quando ti ho conosciuto, all�inizio eri solo un�infatuazione per me, e poi ho cominciato ad amarti, a volerti bene veramente. Nel frattempo, quel bene ha continuato a irrobustirsi e adesso so che posso chiamarlo amore, L�unica paura che ho � di essere frainteso. l� fatto � che mi susciti talmente tante sensazioni che ormai hai preso possesso della mia vita. Non mancare alla prossima visita. Per ora, li mando una poesia del mio poeta preferito... Speriamo ti piaccia. Ricordati la carta da lettere, per favore. Non fa alcuna differenza se abbiamo o no commesso il delitto di cui siamo accusati. Non ho ucciso mia nonna, mi hanno accusato di una cosa che non ho commesso, ma so che mi uccideranno ugualmente e l�unica cosa che non voglio � essere seppellito in quell�orrore di cimitero Joe Byrd dove vengono sotterrati i detenuti poveri, innocenti o colpevoli che siano. Non so se credo in Dio: � quello che c�� nel cuore di un uomo a determinare la sua fede. Non so nemmeno cosa farei se mi aprissero le porte del carcere, perch� sono vivo ma, a volte, mi sembra di essere morto. Sono gi� vicino alla morte. Mi hanno gi� chiesto cosa vorrei indossare per andare a morire. Non lo so cosa avr� indosso, ma so che ormai penso continuamente alla morte. A volte penso anche a cosa significa la mia morte per chi sta fuori. Ma l�unica cosa veramente sicura � che uccidermi sar� la cosa pi� facile del mondo. Uccidermi sar� la cosa pi� facile del mondo! David Hicks � braccio della morte - Gennaio 2000 Amore mio, le scorse due settimane i prigionieri del braccio della morte sono stati segregati. Hanno buttato all�aria le celle cercando armi, droga e altro e con questa scusa hanno invaso il piccolo spazio che abbiamo. Come regola, quando c�� lo stato di segregazione. passo il tempo a leggere perch� so di averne bisogno, ma da quando sei tornata a casa, in me � prevalso l�amante e allora ho scoperto che leggevo solo per te, leggevo per noi e allora ti ho trovata... Eri dentro una poesia, una poesia di Neruda che si chiama Il pozzo. Te la mando ed � un modo di condividerla con te: con te voglio condividere tutte le cose che voglio, tutte le cose di cui ho bisogno e tutte le cose che amo, ossia te. Mi manchi follemente,.. Ti amer� sino alla fine dei miei giorni. |