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GIUSTIZIATO NEL TEXAS IL MESSICANO CHE UCCISE UN POLIZIOTTO

Ha chiesto scusa per il crimine e ha ringraziato i messicani

Huntsville, 15 ago. (Ap) - Un uomo condannato per l'omicidio nel 1988 di un poliziotto di Dallas � stato giustiziato ieri nonostante le proteste secondo le quali � stato messo a morte violando il diritto internazionale.

Parlando in inglese e in spagnolo, Javier Suarez Medina ha chiesto scusa per il crimine, ha chiesto alla famiglia della vittima di dimenticarlo e ha ringraziato il popolo messicano per

l'appoggio dato al suo caso.

La madre e il figlio del poliziotto hanno assistito all'esecuzione.

 Le proteste e i ricorsi al tribunale contro l'esecuzione si basavano sul fatto che a Suarez Medina non � stato permesso di contattare il consolato messicano per essere aiutato dopo il suo arresto, violando la convenzione di Vienna del 1963 sulle relazioni consolari, che anche gli Stati Uniti hanno firmato.

Le autorit� di Dallas hanno replicato che Suarez, oggi trentatreenne e all'epoca dell'omicidio diciannovenne, aveva dato al momento dell'arresto due informazioni contrastanti, dicendo di essere messicano e texano. Suarez ha passato la maggior parte della sua vita negli Stati Uniti e parlava inglese.

La Suprema Corte americana, senza commenti, ha respinto l'ultimo appello circa novanta minuti prima della prevista esecuzione.

Poi, il governatore Rick Perry ha negato a Suarez Medina il rinvio dell'esecuzione per trenta giorni. 


 

 Texas Executes Mexican Citizen for 1988 Murder

Aug 14, 2002

HUNTSVILLE, Texas - Mexican citizen Javier Suarez Medina died by lethal injection on Wednesday for the 1988 murder of a Dallas narcotics officer in an execution his president tried to stop.

Suarez, 33, was put to death after the U.S. Supreme Court  rejected a last-ditch appeal from Mexico and Texas Gov. Rick Perry refused Mexican President Vicente Fox 's request for a reprieve.

He was executed for shooting and killing undercover police officer Lawrence Cadena, 43, during a buy-and-bust drug sting in a Dallas parking lot on Dec. 13, 1988. Suarez, 19 at the time of the crime, confessed to the murder, but said he did not know the victim was a police officer.

Mexico sought a stay from the Supreme Court on grounds that Suarez's rights were violated because he was not put in contact with the Mexican consulate in Dallas at the time of his arrest, as required under the Vienna Convention diplomatic treaty. The court rejected the appeal shortly before Suarez was put to death.

Fox pleaded with his friend President Bush  and with Perry to stop the execution. Perry denied Suarez's request for a one-time, 30-day stay of execution.