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GIAPPONE, ESEGUITE DUE CONDANNE PER IMPICCAGIONE TOKYO, 18 SET - Due condannati a morte sono stati impiccati oggi in Giappone, nelle prime esecuzioni di pena capitale quest'anno che fanno seguito ad altre due eseguite il 27 dicembre scorso, le prime e ultime per l'anno 2001. Lo ha reso noto oggi il ministero della giustizia senza rendere noti i nomi dei due impiccati, in linea con la pratica consolidata delle modalita' di esecuzione, denunciate piu' volte come contrarie ai fondamentali diritti umani da organizzazioni internazionali, tra cui il Consiglio d'Europa. Secondo mezzi di stampa giapponesi e 'Amnesty International' i due giustiziati sono Tetsuya Tamoto, 36 anni, condannato a morte per aver sequestrato a scopo di estorsione e ucciso uno studente universitario nel 1987, e Yoshiteru Hamada, 51 anni, responsabile di tre assassinii nel 1996. I condannati nel braccio della morte vengono informati dell'imminente esecuzione solo poche ore prima e i loro parenti solo dopo l'impiccagione. Nel maggio scorso la lega parlamentare giapponese per l'abolizione della pena di morte che raccoglie un centinaio tra gli oltre 700 deputati e senatori, ha intensificato la sua campagna, che raccoglie tuttavia ancora scarsi consensi tra l'opinione pubblica, a causa anche della tradizionale indifferenza dei mass media verso il problema.
PENA MORTE: GIAPPONE, AMNESTY ITALIA RILANCIA CAMPAGNA CONTRO ROMA, 18 SET - All'indomani delle due esecuzioni nelle prigioni di Fukuoka e Nagoya, la Sezione italiana di Amnesty International ha ridato fiato alla propria campagna per l'abolizione della PENA DI MORTE in Giappone. Avviata alla fine di maggio in occasione dei mondiali di calcio, la campagna intitolata 'Cartellino rosso alla pena di morte' si rivolge direttamente al premier Junichiro Koizumi, esortandolo a spingere il Giappone verso l'eliminazione della massima pena. Attualmente nel mondo sono 111, su poco piu' di 180, i Paesi che hanno rinunciato alla condanna capitale. Con l'impiccagione di Tetsuya Harada e Yoshiteru Hamada avvenuta ieri sono 43 le esecuzioni portate a termine in Giappone nell'ultimo decennio, stando ad Amnesty Italia che, in un comunicato diffuso oggi a Roma, denuncia il trattamento riservato ai condannati a morte nel Paese estremorientale. Questi apprendono la data della fine solo il giorno stesso dell' esecuzione, mentre i familiari ne vengono informati solo in seguito.
18-SET-02 CONSIGLIO EUROPA CONDANNA ESECUZIONI IN GIAPPONE STRASBURGO, 18 SET - Il presidente dell'assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa Peter Schieder ha condannato questo pomeriggio a Strasburgo le due esecuzioni di condannati a morte intervenute in Giappone, una pratica che ha definito ''indegna di un paese civile''. ''Chiedo alle autorita' giapponesi di porre fine a questa pratica barbara, non solo per quello che gli europei possono pensare o fare, ma perche' e' disumana, intollerabile e indegna di un paese civile'' ha detto Schieder. All'organizzazione paneuropea di Strasburgo aderiscono 44 paesi del vecchio continente: tutti gli euro-occidentali piu' la Turchia e 17 stati postcomunisti. 19.09.02 Giappone, il boia uccide a sorpresa Tokyo Uccisi due detenuti colpevoli di omicidio. L'esecuzione � avvenuta senza avvisare n� i condannati n� le famiglie PIO D'EMILIA TOKYO Niente da fare. Sembrava che con l'intensificarsi della campagna abolizionista, le pressioni del Consiglio d'Europa (che minaccia di revocargli lo status di paese "osservatore") e la nomina, per la prima volta dal dopoguerra, di una donna alla carica di ministro della Giustizia, il Giappone avesse imboccato la via della civilt� e della riflessione, della moratoria di fatto, dell'avvio di un serio dibattito sulla pena di morte. E invece no. Puntuale e come sempre senza preavviso, come vuole la crudele tradizione locale (le esecuzioni in genere avvengono mentre il Parlamento non � in seduta, senza alcun preavviso al condannato e senza avvertire n� legali n� familiari) ieri il boia ha ucciso ancora. A Nagoya e a Fukuoka, per la precisione, anche se il ministero della Giustizia, che fino al 1998 rifiutava perfino di confermare le esecuzioni, si limita, in uno scarno comunicato, ad annunciare le due impiccagioni. Si tratta, secondo Amnesty International che ha puntualmente diramato un comunicato, di Tetsuya Tamoto, 36 anni, che nel 1987 aveva sequestrato ed ucciso uno studente, e di Yoshiteru Hamada, 41 anni, che nel 1996 aveva ucciso, a scopo di rapina, un'intera famiglia di tre persone. �Ovviamente qui non si tratta di discutere sulla colpevolezza dei condannati o sull'iter processuale che spesso in Giappone � comunque viziato da errori e mancato rispetto dei diritti della difesa - spiega Nobuto Hosaka, socialista, segretario della Lega Parlamentare per l'Abolizione della Pena di Morte - Il punto in questione � che il governo continua imperterrito ad eseguire le condanne a morte. Speravamo davvero in un'inversione di tendenza, ma sembra non ci sia davvero nulla da fare. Siamo davvero un paese barbaro�. Le esecuzioni di ieri, che i giornali giapponesi riportano con un piccolo trafiletto, mantenendo la tradizionale indifferenza verso la questione della pena di morte, sono le prime del 2002 e seguono le due effettuate lo scorso dicembre, sempre in coincidenza con la sospensione dei lavori parlamentari. �In questo modo - spiega Hosaka - il governo evita che i mass media siano obbligati a dare pi� risalto alla vicenda, magari a causa delle proteste e delle interrogazioni parlamentari�. Attualmente in Giappone vi sono 56 condannati a morte, le cui condizioni di detenzione formano un capitolo a parte delle dure denunce effettuate sia dai vari movimenti per i diritti civili ed umani, sia dal Consiglio d'Europa. Dopo una missione guidata dall'onorevole Jansson, nella primavera del 2000, il Consiglio d'Europa ha infatti approvato un rapporto nel quale si accusa il Giappone di violare sistematicamente i diritti fondamentali dei detenuti, perpretando un sistema di crudele isolamento e di regole che aumentano drammaticamente la sofferenza dei condannati. I quali sono tenuti in assoluto isolamento, non possono lavorare, possono comunicare solo una volta al mese con i familiari "legittimi" (non con amici o ex conviventi) e previa censura, e sono costretti a dormire in alcune posizioni designate (vitata quella supina, ad esempio) con una luce al neon accesa 24 ore su 24. Il tutto, spiegano le autorit�, per evitare i suicidi. Che tuttavia avvengono. L'ultimo qualche mese fa, proprio nel carcere di Fukuoka, nel sud del Giappone, dove ieri � stata eseguita una delle due impiccagioni. Lo scorso maggio il Consiglio d'Europa, assieme alla Lega Parlamentare Abolizionista, ha organizzato un simposio internazionale a Tokyo, al quale, per la prima volta, aveva partecipato, sia pure difendendo la posizione ufficiale del governo, anche l'attuale ministro della Giustizia, signora Mayumi Moriyama. Gi� ministro della pubblica istruzione nel 1993, la nomina della Moriyama aveva fatto ben sperare i sostenitori della moratoria: �Le donne sono pi� sensibili ai valori della vita umana - spiega ancora l'onorevole Hosaka - e poich� l'ordine dell'esecuzione deve essere firmato dal ministro in persona, speravamo che, come era successo in passato quando a capo del ministero c'era un fervente buddista, questi ordini non venissero pi� firmati�. E invece, due giorni fa, il ministro ha firmato. 19.09.02 Giappone, il boia uccide a sorpresa Tokyo Uccisi due detenuti colpevoli di omicidio. L'esecuzione � avvenuta senza avvisare n� i condannati n� le famiglie PIO D'EMILIA TOKYO Niente da fare. Sembrava che con l'intensificarsi della campagna abolizionista, le pressioni del Consiglio d'Europa (che minaccia di revocargli lo status di paese "osservatore") e la nomina, per la prima volta dal dopoguerra, di una donna alla carica di ministro della Giustizia, il Giappone avesse imboccato la via della civilt� e della riflessione, della moratoria di fatto, dell'avvio di un serio dibattito sulla pena di morte. E invece no. Puntuale e come sempre senza preavviso, come vuole la crudele tradizione locale (le esecuzioni in genere avvengono mentre il Parlamento non � in seduta, senza alcun preavviso al condannato e senza avvertire n� legali n� familiari) ieri il boia ha ucciso ancora. A Nagoya e a Fukuoka, per la precisione, anche se il ministero della Giustizia, che fino al 1998 rifiutava perfino di confermare le esecuzioni, si limita, in uno scarno comunicato, ad annunciare le due impiccagioni. Si tratta, secondo Amnesty International che ha puntualmente diramato un comunicato, di Tetsuya Tamoto, 36 anni, che nel 1987 aveva sequestrato ed ucciso uno studente, e di Yoshiteru Hamada, 41 anni, che nel 1996 aveva ucciso, a scopo di rapina, un'intera famiglia di tre persone. �Ovviamente qui non si tratta di discutere sulla colpevolezza dei condannati o sull'iter processuale che spesso in Giappone � comunque viziato da errori e mancato rispetto dei diritti della difesa - spiega Nobuto Hosaka, socialista, segretario della Lega Parlamentare per l'Abolizione della Pena di Morte - Il punto in questione � che il governo continua imperterrito ad eseguire le condanne a morte. Speravamo davvero in un'inversione di tendenza, ma sembra non ci sia davvero nulla da fare. Siamo davvero un paese barbaro�. Le esecuzioni di ieri, che i giornali giapponesi riportano con un piccolo trafiletto, mantenendo la tradizionale indifferenza verso la questione della pena di morte, sono le prime del 2002 e seguono le due effettuate lo scorso dicembre, sempre in coincidenza con la sospensione dei lavori parlamentari. �In questo modo - spiega Hosaka - il governo evita che i mass media siano obbligati a dare pi� risalto alla vicenda, magari a causa delle proteste e delle interrogazioni parlamentari�. Attualmente in Giappone vi sono 56 condannati a morte, le cui condizioni di detenzione formano un capitolo a parte delle dure denunce effettuate sia dai vari movimenti per i diritti civili ed umani, sia dal Consiglio d'Europa. Dopo una missione guidata dall'onorevole Jansson, nella primavera del 2000, il Consiglio d'Europa ha infatti approvato un rapporto nel quale si accusa il Giappone di violare sistematicamente i diritti fondamentali dei detenuti, perpretando un sistema di crudele isolamento e di regole che aumentano drammaticamente la sofferenza dei condannati. I quali sono tenuti in assoluto isolamento, non possono lavorare, possono comunicare solo una volta al mese con i familiari "legittimi" (non con amici o ex conviventi) e previa censura, e sono costretti a dormire in alcune posizioni designate (vitata quella supina, ad esempio) con una luce al neon accesa 24 ore su 24. Il tutto, spiegano le autorit�, per evitare i suicidi. Che tuttavia avvengono. L'ultimo qualche mese fa, proprio nel carcere di Fukuoka, nel sud del Giappone, dove ieri � stata eseguita una delle due impiccagioni. Lo scorso maggio il Consiglio d'Europa, assieme alla Lega Parlamentare Abolizionista, ha organizzato un simposio internazionale a Tokyo, al quale, per la prima volta, aveva partecipato, sia pure difendendo la posizione ufficiale del governo, anche l'attuale ministro della Giustizia, signora Mayumi Moriyama. Gi� ministro della pubblica istruzione nel 1993, la nomina della Moriyama aveva fatto ben sperare i sostenitori della moratoria: �Le donne sono pi� sensibili ai valori della vita umana - spiega ancora l'onorevole Hosaka - e poich� l'ordine dell'esecuzione deve essere firmato dal ministro in persona, speravamo che, come era successo in passato quando a capo del ministero c'era un fervente buddista, questi ordini non venissero pi� firmati�. E invece, due giorni fa, il ministro ha firmato.
Koishi Hikaru 18-SET-02 JAPAN - Today the Japanese government executed 2 people in secret. Those are Mr.Tatsuya Harutad(36) and Mr.Yoshiteru Hamada (51). Haruta's execution took place at Fukuoka Detention Center and Hamada's at Nagoya Detention Center. Haruta was charged with the murder of a young man and abduction of a young lady in 1987. Hamada was convicted of a triple murder in 1994. This is the 2nd execution since Ms. Mayumi Moriyama acceded to the Minister of Justice in Koizumi Cabinet. The Minister of Justice announced merely the fact that they executed 2 people and declined to publicize any more information including the names of the prisoners.
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