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AMINA LAWAL, ORA TOCCA A LEI 

HA AVUTO BIMBA DOPO IL DIVORZIO, CONDANNATA A LAPIDAZIONE

  (di Gisella Pandolfo)

 ROMA, 25 MAR - Safiya e' salva. Ora tocca a un'altra.

Si chiama Amina Lawal, e' una contadina, ha 35 anni come Safiya, e' stata condannata alla lapidazione per adulterio: ha confessato di avere avuto una bambina dopo il divorzio.

   A condannarla e' stato un tribunale di Bakori, nello stato di Katsina, uno dei dodici stati del nord della Nigeria dove i musulmani sono la stragrande maggioranza e dove dall'inizio del 2000 e' stata reintrodotta la sharia (legge islamica). Questa viene applicata nonostante la costituzione nigeriana preveda uno stato laico e il governo mandi continui avvertimenti ai responsabili locali che tali decisioni sono, appunto, anticostituzionali. Solo una settimana fa il ministro federale della giustizia Kanu Agabi ha notificato ai 12 stati del nord che essi violano la Costituzione, che mette al bando ogni discriminazione in base alla religione o al sesso.

    Lo scontro e' politico, e la condanna di Amina Lawal rappresenta una ennesima umiliazione per il governo del presidente Olesegun Obasanjo, oltre che per i difensori, nel mondo, dei diritti umani. Una nuova mobilitazione internazionale forse potrebbe salvare anche lei.

   Amina Lawal ha divorziato tra la fine del 2000 e l'inizio del 2001, ha detto alla corte. Nei successivi undici mesi ha frequentato un uomo del suo stesso villaggio, Yahaya Mohammed, che - secondo la sua versione - le aveva promesso di sposarla se ella avesse acconsentito ad avere rapporti sessuali con lui. Ha detto di si', e' rimasta incinta, e all'inizio del 2001 ha dato alla luce una bambina.

   E' stata la gente del suo villaggio - che si chiama Kurami - ad 'arrestarla' invocando vendetta - quando non e' stato reso noto - e venerdi' scorso e' iniziato il processo a suo carico.

   Amina Lawal non ha potuto dimostrare che il padre della bambina e' l'uomo con cui e' uscita nei mesi passati: lui ha ammesso di avere avuto una relazione con lei, ma ha negato i rapporti sessuali (se li avesse ammessi, avrebbe rischiato anche lui una condanna alla lapidazione). E la donna non aveva i quattro testimoni oculari richiesti dalla sharia per confermare l'avvenuto rapporto.

   Il giudice del tribunale islamico Nasiru Lawal Bello Dayi ha quindi scagionato Yahaya Mohammed, mentre ha condannato la donna alla lapidazione, avendo lei stessa confessato e peraltro la nascita della bambina essendo la prova della 'colpa'. Il magistrato della sharia ha pero' ordinato che la pena di morte sia rinviata di otto mesi, per consentire alla madre di allattare la piccola fino ad allora.

   Amina ha ora trenta giorni di tempo per presentare appello.

Se lo fara', la condanna dovra' essere approvata da un consiglio di Stato sulla sharia e dal governatore dello Stato di Katsina Umar Musa Yar'Adua, prima di essere uccisa. Quest'ultimo, vicino al presidente Obasanjo, e' noto per essere un moderato rispetto alla legge islamica.

   La rigida applicazione della sharia ha paradossalmente salvato, il gennaio scorso, un'altra donna nigeriana accusata di adulterio e che aveva dato alla luce una bambina fuori dal matrimonio. Nello stato di Sokoto - lo stesso di Safiya - Hafsatu Abubakar, 18 anni, aveva avuto una bimba. Buttata in carcere dopo essere stata denunciata dai vicini, aveva fornito versioni diverse circa il suo essere stata sposata o meno.

Comunque, poiche' non c'erano i quattro testimoni del presunto atto sessuale, in mancanza della flagranza di reato il tribunale la assolse.


Sky News

NIGERIA - Another female is sentenced to death by stoning 

Woman Faces Death Penalty

A 2nd Nigerian woman has been sentenced to death by stoning, court officials have revealed.

The news came as a sharia appeals court reversed a similar sentence on a mother-of-five in a case that sparked international outrage.

Officials said a court in the remote village of Bakori had sentenced Amina Lawal Kurami, who was charged with having a baby out of wedlock.

Confession

The case had been before the court for the past 10 months.

"The sentence was based on her own confession and the evidence of the baby she had," a court official said.

"The man she said lured her into having sex denied it," the official said. "She has been given 30 days to decide whether to challenge the sentence."

 Witnesses

Sharia judge Nasiru Lawal Bello Dayi acquitted the man accused by Amina because she could not produce four witnesses as demanded by the Islamic penal code.

 But the judge said the death sentence should be delayed for 8 months to allow Amina to breastfeed her baby.

 A court in the northern city of Sokoto earlier freed Safiya Hussaini Tungar-Tudu, whose case had inflamed religious tensions in Nigeria and brought international condemnation.

 Hussaini had been found guilty of adultery despite claiming she had been raped.

 Nigeria has been under intense international pressure to stop this and similar sharia sanctions such as amputation of hands for theft.