ARGENTINA: MENEM PROPONE PENA CAPITALE PER SEQUESTRI MORTALI

BUENOS AIRES, 13 AGO - L'ex presidente Carlos Menem ha ribadito la sua proposta di pena di morte per i sequestri che si concludono con il decesso del rapito, come e' avvenuto nel caso di un ragazzo trovato morto ieri dopo 30 giorni dalla sua scomparsa a 30 chilometri da Buenos Aires, tragica fine che ha scatenato l'ira dei vicini che hanno dato fuoco al commissariato e saccheggiato negozi.

   Molte persone, nel corso di una manifestazione di protesta per quest'ennesimo episodio di violenza, inalberavano cartelli proprio con la scritta ''Giustizia no, pena di morte si''.

   Con l'aggravarsi della crisi economica e sociale nell'intera Argentina, un tempo uno dei paesi piu' tranquilli dell'America Latina, sono balzati nettamente in alto gli indici di violenza.

   Nei primi sei mesi dell'anno, ha reso noto oggi il governo della provincia di Buenos Aires (dove risiede oltre un terzo dei 35 milioni di abitanti), sono stati commessi almeno sei reati ogni ora. Nella sola capitale, invece, secondo l'organizzazione non governativa Sophia, i reati sono triplicati e ne avviene almeno uno ogni sei secondi.

   In tanto esplodere di violenza, inoltre, e' noto il coinvolgimento di parte della polizia, tanto che, oggi, il capo del governo di Buenos Aires, Anibal Ibarra, in riferimento appunto al sequestro conclusosi tragicamente ieri ed in cui sarebbero implicati degli agenti, non ha esitato a sostenere:    ''Se i settori della polizia che commettono reati da soli o i connivenza con la delinquenza comune facessero il loro dovere gli indici di criminalita' si ridurrebbero del 60 per cento''.

   D'altra parte, ci sono anche poliziotti che compiono il loro dovere come l'agente ucciso oggi alla periferia di Buenos Aires da due giovanissimi deliquenti, portando cosi' a 39 il numero dei poliziotti assassinati a partire dall'inizio dell'anno.