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NIGERIA, RINVIATA AL 3 GIUGNO LA SENTENZA D�APPELLO CONTRO AMINA LAWAL, LA DONNA CONDANNATA ALLA LAPIDAZIONE

  28 MAG 2002

Il Tribunale di Bakori (nello Stato di Katsina, Nigeria del nord) ha rinviato al prossimo 3 giugno l�annuncio della sentenza d�appello sul caso di Amina Lawal, 30 anni, condannata alla lapidazione per aver avuto una figlia al di fuori del matrimonio. Contro la donna, i giudici di Katsina ha applicato la sharia (la legge islamica), in vigore in 12 Stati della federazione nigeriana.

L�annuncio del rinvio della decisione � stato dato oggi dalla presidente della sezione spagnola di Amnesty International, Eva Su�rez-Llanos, nel corso di una conferenza stampa a Madrid (Spagna). Per il momento gli avvocati di Amina non hanno giudicato positivamente il rinvio stabilito dalla corte d�appello.

Lo scorso 22 marzo il tribunale dello stato di Katsina ha emesso contro la donna una condanna di primo grado alla lapidazione per adulterio. Il caso di Amina � scoppiato proprio nel giorno in cui si � concluso l�incubo di Safyia Husseini Tungar Tudu, un�altra nigeriana vittima della sharia e poi assolta in appello grazie a una mobilitazione dell�opinione pubblica a livello mondiale.

Ora a lottare per ottenere il diritto a essere giudicata secondo le leggi della Nigeria e non sulla base della legge coranica, c�� Amina. Nei mesi scorsi, di fronte a questi 2 casi, si � infiammato il dibattito in corso in Nigeria sull�applicazione delle norme islamiche, che a partire dal 2000 sono state introdotte in una dozzina stati del nord della Nigeria a maggioranza musulmana.