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NO alla Pena di Morte
Campagna Internazionale
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ITALIA: MORATORIA NEL SEMESTRE UE

PENA DI MORTE UN PASSO INCORAGGIANTE

Elio Maraone

Ha destato indignazione e sconcerto, lo scorso mese, l'esecuzione di tre �dissidenti� cubani, condannati a morte per aver tentato di dirottare un battello. Una vicenda non del tutto sorprendente, � stato detto, in quanto la pena � stata inflitta da un regime liberticida. Ma che dire della notizia proveniente ieri dagli Stati Uniti, dove un detenuto ha ricevuto in Georgia l'iniezione letale dopo esser rimasto per trent'anni nel �braccio della morte�? Il minimo indispensabile l'ha detto il suo avvocato: �Quell'uomo � stato rinchiuso in una piccola gabbia, da dove ogni tanto prendevano qualcuno e l'ammazzavano. Dopo la sua morte siamo tutti diventati tutt'uno con i killer. Siamo tutti un po' peggiori�.

 Senza voler in alcun modo paragonare un colosso della democrazia come gli Usa alla dittatoriale Cuba, mestamente annotiamo che negli Stati Uniti, nonostante molteplici e autorevolissimi appelli alla clemenza, le esecuzioni proseguono al ritmo di circa una la settimana, che quasi tremila persone aspettano nelle carceri di essere uccise, e che la maggior parte di esse (ottanta per cento) appartiene a minoranze etniche ed � di estrazione sociale poverissima, dunque non in grado, tra l'altro, di pagarsi buoni avvocati.

Ma pur nella spietatezza, non tutti gli Stati Uniti, non tutti i Paesi (nel mondo - ricordiamolo - � la Cina a detenere il triste record delle pene, con almeno mille esecuzioni l'anno) sono uguali. L'ex governatore dell'Illinois George Ryan - blocc� le esecuzioni nel suo Stato dopo aver scoperto che il numero dei condannati poi riconosciuti innocenti e liberati era superiore a quello dei condannati giustiziati, e oggi si batte contro la pena capitale - George Ryan, dicevamo, ha ricevuto dal vicepresidente del Consiglio Gianfranco Fini l'annuncio che il governo italiano, durante il prossimo �semestre europeo�, int ende presentare all'Assemblea generale dell'Onu la proposta di moratoria universale delle esecuzioni capitali.

Si tratta di un'iniziativa che rientra tra le nostre migliori tradizioni, dato che una proposta analoga fu lanciata dall'Italia (purtroppo senza essere approvata) nel 1994, e che da allora si sono moltiplicate le azioni per esigere il rispetto di ogni vita, compresa quella di chi non mostra rispetto per gli altri. Basti qui ricordare la campagna sostenuta dalla Comunit� di Sant'Egidio e da �Nessuno tocchi Caino� culminata, durante il Giubileo, dall'illuminazione del Colosseo ogni volta che si aveva notizia della commutazione di una condanna o dell'abolizione della pena in qualche Stato. Gianfranco Fini ha saggiamente osservato che la campagna per l'abolizione si deve tradurre non in uno scontro di civilt�, ma in occasione di pacato confronto, di civile emulazione. Dove � stata applicata, la moratoria ha gi� dimostrato, con effetti permanenti, di essere un formidabile strumento di verit�: quella che dice che la pena di morte non guarisce le ferite della violenza, ma coinvolge nella propria brutalit� chi la commina, chi la esegue, chi vi assiste senza un nobile scopo.