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PAPA: SANITA' RISPETTI SEMPRE INVIOLABILE DIGNITA' DEL MALATO

CITTA' DEL VATICANO, 7 FEB - Sperimentazioni, trapianti e in genere ogni ''azione terapeutica'', deve tener conto della ''fondamentale verit�' che destinatari sono i malati, ''nel rispetto della loro inviolabile dignita'''. Per questo ''mai e' lecito uccidere un essere umano per guarirne un altro'' e se alla fine della vita ''possono essere incoraggiate le cure palliative, evitando l'accanimento terapeutico, non sara' mai lecita'' l'eutanasia.

Solenne riaffermazione del rispetto dei diritti del malato e delle conseguenze che cio' porta nel messaggio del Papa per l'XI Giornata mondiale del malato, che invita i cattolici e le loro strutture ospedaliere non solo alla comunita' di motivazioni e di intenti, ma anche ad un ''movimento unitario'' anche sul piano ''economico-organizzativo''.

La Giornata, che sara' celebrata il prossimo 11 febbraio, avra' il suo momento celebrativo piu' solenne negli Stati Uniti, al santuario nazionale dell'Immacolata Concezione a Washington.

In un Continente, scrive Giovanni Paolo II, dove vive piu' della meta' dei cattolici, con un modello di societa', improntato, come in altri luoghi, ''alla cultura della morte'', nella quale ''dominano i potenti, emarginando e persino eliminando i deboli: penso qui ai bambini non nati, vittime indifese dell'aborto; agli anziani ed ai malati incurabili, talora oggetto di eutanasia; ed ai tanti altri esseri umani messi ai margini dal consumismo e dal materialismo. Ne' posso dimenticare il non necessario ricorso alla pena di morte...''.

Nel mondo, rileva il Papa, ci sono ''domande urgenti sul dolore e sulla morte, drammaticamente presenti nel cuore di ogni uomo nonostante i continui tentativi di rimuoverle o di ignorarle messi in atto da una mentalita' secolarizzata''. Esse ''attendono risposte valide'' che i cristiani debbono saper dare.

(�)Pertanto, mai e' lecito uccidere un essere umano per guarirne un altro. E se nella tappa finale della vita possono essere incoraggiate le cure palliative, evitando l'accanimento terapeutico, non sara' mai lecita alcuna azione o omissione che di sua natura e nelle intenzioni dell'agente sia volta a procurare la morte''.


Il testo in italiano

Noi stessi abbiamo veduto e attestiamo che il Padre ha mandato il suo Figlio come Salvatore del mondo... Noi abbiamo riconosciuto e creduto all'amore che Dio ha per noi" (1 Gv 4,14.16).

Queste parole dell'apostolo Giovanni ben sintetizzano anche le finalit� della Pastorale della Salute, attraverso cui la Chiesa, riconoscendo la presenza del Signore nei fratelli che sono nel dolore, si impegna a recare loro il lieto annuncio del Vangelo e ad offrire a ciascuno segni credibili di amore.

In tale contesto si inserisce l'XI Giornata Mondiale del Malato, che si terr� l'11 febbraio 2003 a Washington D.C., negli Stati Uniti, presso la basilica dell'Immacolata Concezione, santuario nazionale.

(�)

Domande urgenti sul dolore e sulla morte, drammaticamente presenti nel cuore di ogni uomo nonostante i continui tentativi di rimuoverle o di ignorarle messi in atto da una mentalit� secolarizzata, attendono risposte valide. Specialmente quando si � in presenza di tragiche esperienze umane, il cristiano � chiamato a testimoniare la consolante verit� del Cristo risorto, che assume le piaghe e i mali dell'umanit�, compresa la morte, e li converte in occasioni di grazia e di vita. Quest'annuncio e questa testimonianza vanno comunicati a tutti, in ogni angolo del mondo.

 2. Grazie alla celebrazione della prossima Giornata Mondiale del Malato, possa il Vangelo della vita e dell'amore risuonare con vigore specialmente in America, dove vive pi� della met� dei cattolici. Nel Continente americano, come in altre parti del mondo, "sembra oggi profilarsi un modello di societ� in cui dominano i potenti, emarginando e persino eliminando i deboli: penso qui ai bambini non nati, vittime indifese dell'aborto; agli anziani ed ai malati incurabili, talora oggetto di eutanasia; ed ai tanti altri esseri umani messi ai margini dal consumismo e dal materialismo. N� posso dimenticare il non necessario ricorso alla pena di morte... Un simile modello di societ� � improntato alla cultura della morte ed � perci� in contrasto col messaggio evangelico" (Esort. post-sinodale Ecclesia in America, 63). Di fronte a tale preoccupante realt�, come non porre tra le priorit� pastorali la difesa della cultura della vita? E' urgente compito dei cattolici, che operano nel campo medico-sanitario, fare il possibile per difendere la vita quando maggiormente � in pericolo, agendo con una coscienza rettamente formata secondo la dottrina della Chiesa.

(�)

Dal Vaticano, 2 Febbraio 2003

IOANNES PAULUS II


The message in English

THE MESSAGE OF THE HOLY FATHER FOR THE WORLD DAY OF THE SEEK (Washington Feb. 11th 2003)

1. �We have seen and testify that the Father has sent his Son as the Saviour of the world . . . We know and believe the love God has for us� (1 Jn 4:14,16).

 

These words of the apostle John are a good summary of what the Church seeks to do through her pastoral work in the area of health care. Recognizing the presence of the Lord in our suffering brothers and sisters, she strives to bring them the good news of the Gospel and to offer them authentic signs of love.

 This is the context of the Eleventh World Day of the Sick, which will take place on February 11, 2003 in Washington, D.C., in the United States, at the National Shrine of the Basilica of the Immaculate Conception. The choice of place and day invites the faithful to turn their hearts and minds to the Mother of the Lord. The Church, entrusting herself to our Lady, is inspired to bear renewed witness to charity, in order to be a living icon of Jesus Christ, the Good Samaritan, in the numberless situations of physical and moral suffering in the world today.

Urgent questions about suffering and death, dramatically present in the heart of every person despite the continual attempts by a secular mentality to remove them or ignore them, await satisfactory answers. Especially in the presence of tragic human experiences, the Christian is called to bear witness to the consoling truth of the Risen Lord, who takes upon himself the wounds and ills of humanity, including death itself, and transforms them into occasions of grace and life. This proclamation and this witness are to be delivered to everyone, in every corner of the world.

2. Through the celebration of this World Day of the Sick, may the Gospel of life and love resound loudly, especially in the Americas, where more than half the world�s Catholics live. On the continents of North and South America, as elsewhere in the world, �a model of society appears to be emerging in which the powerful predominate, setting aside and even eliminating the powerless: I am thinking here of unborn children, helpless victims of abortion; the elderly and incurable ill, subjected at times to euthanasia; and the many other people relegated to the margins of society by consumerism and materialism. Nor can I fail to mention the unnecessary recourse to the death penalty . . . This model of society bears the stamp of the culture of death, and is therefore in opposition to the Gospel message� (Apostolic Exhortation Ecclesia In America, 63). Faced with this worrying fact, how can we fail to include the defence of the culture of life among our pastoral priorities? Catholics working in the field of health care have the urgent task of doing all they can to defend life when it is most seriously threatened and to act with a conscience correctly formed according to the teaching of the Church.

 (�)

To each of you I affectionately impart my Blessing!

From the Vatican, 2 February 2003

IOANNES PAULUS II


Espanol

1. "Nosotros hemos visto y damos testimonio de que el Padre envi� a su Hijo, como Salvador del mundo... Nosotros hemos conocido el amor que Dios nos tiene, y hemos cre�do en �l" (1 Jn 4,14.16).

 

Estas palabras del ap�stol Juan sintetizan muy bien las finalidades de la Pastoral de la Salud, por medio de la cual la Iglesia, reconociendo la presencia del Se�or en los hermanos aquejados por el dolor, se esfuerza en llevarles el gozoso anuncio del Evangelio y ofrecerles signos cre�bles de amor.

En este contexto se enmarca la XI Jornada Mundial del Enfermo, que tendr� lugar el 11 de febrero de 2003 en Washington D.C., Estados Unidos, en la bas�lica dedicada a la Inmaculada Concepci�n, santuario nacional. El lugar y el d�a escogidos invitan los creyentes a dirigir la mirada hacia la Madre de Dios. Encomend�ndose a ella, la Iglesia se siente impulsada hacia un renovado testimonio de caridad, para hacerse icono viviente de Cristo, Buen Samaritano, en tantas situaciones de sufrimiento f�sico y moral del mundo de hoy.

Hay preguntas urgentes sobre el dolor y la muerte que, sentidas dram�ticamente en el coraz�n de todo hombre, no obstante los continuos intentos por eludirlas o ignorarlas por parte de una mentalidad secularizada, esperan respuestas v�lidas. Especialmente ante tr�gicas experiencias humanas, el cristiano est� llamado a testimoniar la consoladora verdad de Cristo resucitado, que asume las heridas y los males de la humanidad, incluida la muerte, y los convierte en momentos de gracia y de vida. Este anuncio y este testimonio deben ser comunicados a todos, en cualquier lugar del mundo.

 

2. Es de desear que el Evangelio de la vida y del amor, gracias a la celebraci�n de la pr�xima Jornada Mundial del Enfermo, resuene con vigor, especialmente en Am�rica, donde viven m�s de la mitad de los cat�licos. En el Continente americano, como en otras partes del mundo, "parece perfirlarse un modelo de sociedad en la que dominan los poderosos, marginando e incluso eliminando a los d�biles. Pienso ahora en los ni�os no nacidos, v�ctimas indefensas del aborto; en los ancianos y los enfermos incurables, objeto a veces de la eutanasia; y en tantos otros seres humanos marginados por el consumismo y el materialismo. No puedo ignorar el recurso no necesario a la pena de muerte... Semejante modelo de sociedad se caracteriza por la cultura de la muerte y, por tanto, est� en contraste con el mensaje evang�lico" (Exhort. ap. postsinodal Ecclesia in America, 63). Frente a esta preocupante realidad, �c�mo no poner entre las prioridades pastorales la defensa de la cultura de la vida? Para los cat�licos que trabajan en el campo m�dico-sanitario, es una tarea urgente hacer todo lo posible por defender la vida, principalmente cuando est� en peligro, actuando rectamente con una conciencia formada seg�n la doctrina de la Iglesia.

(�)

�A todos os doy con afecto mi Bendici�n!

Vaticano, 2 de febrero de 2003.

IOANNES PAULUS II