4.078
ESECUZIONI NEL 2002, IN TESTA CINA E IRAN NEGLI USA SONO STATE 71, DI CUI
3 SU MINORENNI
ROMA,
- Lo scorso anno sono state compiute nel mondo 4.078 esecuzioni, un po' in
calo rispetto al 2001, quando erano state 4.700. Ben 3.138 (il 77% del
totale) sono state effettuate in Cina, il Paese che continua a detenere il
record mondiale. Nel complesso, 34 i Paesi che nel 2002 hanno fatto
ricorso alla morte di stato: in Asia si sono svolte 3.925 esecuzioni, in
Africa 63, in Europa 19 (15 in Russia, 3 in Biellorussia e 1 in Georgia).
71 (di cui su 3 minori) le esecuzioni avvenute negli Usa. Nel 2003, Cuba
ha rispeso le esecuzioni giustiziando 3 persone.
E'
il desolante quadro sulla pena di morte nel mondo contenuto nel rapporto
2003, curato annualmente dall'associazione 'Nessuno tocchi Caino',
presentato oggi. I Paesi nel mondo dove ancora vige questo tipo di pena
sono 66; 52 sono dittatoriali o illiberali.
Ma
si muore per mano del boia anche nei paesi democratici come gli
Stati Uniti, l'India, il Giappone, la Tailandia, Taiwan. Cina, Iran e Iraq
i primi paesi boia del 2002. La classifica continua con l'Arabia
Saudita (49), il Sudan (40), il Vietnam (34), il Kazakistan (31), il
Tagikistan (25). In circa dieci anni, 33 paesi hanno rinunciato a
praticare la pena di morte (lo scorso anno e' avvenuto, ad esempio, in
Serbia e Montenegro, a Timor Est, in Guatemala). Molti dei Paesi che
ancora vi fanno ricorso non forniscono statistiche ufficiali, perche'
l'argomento e' considerato segreto di stato.
Decapitazioni,
lapidazione, impiccagione, fucilazione, iniezione letale sono le forme
piu' diffuse scelte dai governi per trasmettere la morte. Ecco una sintesi
del fenomeno.
-CINA.
Secondo stime, dal 1998 al 2001 sono state mandate a morte 15 mila persone
per presunti crimini. Nel 2002 si ritiene siano state 3.138. Anche lo
scorso anno si sono registrate voci relative alla pratica degli espianti
di organi di condannati amorte poi venduti per i trapianti.
-IRAN.
Salgono le esecuzioni in questo paese: da 198 nel 2001 a 316 nel 2002, fra
cui una donna lapidata.
-IRAQ.
Le esecuzioni registrate sono state 214 esecuzioni contro le 179 dell'anno
precedente. Il maggiore dei figli di Saddam Hussein, Uday, era considerato
un patito delle esecuzioni pubbliche e, con il fratello Qusay, avrebbe
firmato 10 mila decreti di esecuzione. Insieme alla morte altra pena era
la tortura, come le lingue mozzate e la marchiatura sulla fronte.
Il
regime iracheno per svuotare le carceri effettuava esecuzioni di massa
fino a centinaia di detenuti alla volta. Esecuzioni in massa si sono
verificate anche nel 2002.
-STATI UNITI. Nel 2002 le esecuzioni sono leggermente aumentate (71 contro
66). Dei 38 stati su 50 che prevedono la pena di morte solo 13 hanno
compiuto esecuzioni capitali. Il Texas da solo ha compiuto 33 esecuzioni;
sempre il Texas ha giustiziato minorenni, 3 nel 2002, tutti neri. Dei 21
minorenni giustiziati in Usa dal 1976, 13 sono stati uccisi in questo
Stato. Il rapporto ricorda che nel gennaio 2003, il Governatore
dell'Illinois, Gorge Ryan (che firma l'introduzione del rapporto), come
ultimo atto del suo mandato, ha commutato in ergastolo le condanne a morte
di 167 detenuti nel braccio della morte e ha liberato 4 persone della cui
innocenza si era personalmente convinto. Anche il suo successore, Rod
Blagojevich, ha continuato la moratoria.
-GIAPPONE.
Si rischia la pena di morte per 13 reati. 2 le esecuzioni avvenute lo
scorso anno. Di solito si effettuano durante le pause parlamentari.
-TAILANDIA.
Una decina le esecuzioni nel 2002. Non c'e' preavviso prima di
un'esecuzione. Le esecuzioni avvengono cosi': i prigionieri stanno con le
mani dietro la schiena legate ad un palo e vengono fucilati con una
mitragliatrice.
-AFGHANISTAN.
Nel 2002 per la prima volta dopo moltissimi anni non si sono registrate
esecuzioni e vi e' stata una sola condanna a morte. Nel 2001, l'ultimo
anno di regime dei talebani, le esecuzioni erano state almeno 68.
PERCHE'
LA CONDANNA DI MORTE. Nel 2002 almeno 773 esecuzioni sono state effettuate
in 18 paesi o territori a maggioranza musulmana, molte delle quali
ordinate da tribunali islamici in base a una stretta applicazione della
Sharia. La morte di stato arriva anche per blasfemia (come a Teheran) e
per reati legati alla droga: la Cina celebra frequentemente la giornata
internazionale contro la droga con un'ondata di esecuzioni pubbliche (nel
solo 26 giugno 2002 sono state 64). Dal 1991 l�Iran ha giustiziato circa
5 mila spacciatori di droga.
Singapore
che e tra i paesi con la piu' alta percentuale di esecuzioni rispetto alla
popolazione, piu' della meta' delle persone impiccate erano state
condannate per traffico di droga.
Pena
di morte anche: -per 'terrorismo'; in molti Paesi sono state approvate
leggi antiterrorismo che prevedono - afferma il rapporto - ''la pena
capitale e, in nome della lotta al terrorismo internazionale, sono state
perseguite e giustiziate persone in realta' coinvolte nella opposizione al
regime, come e' accaduto, ad esempio, da parte dei russi nei confronti dei
ceceni e da parte dei cinesi contro i militanti islamici dello Xiniang,
dei Tibetani e del Falun Gong''.
-Per
appartenenza a movimenti spirituali: dal 1983, piu' di 23 mila persone
sono state arrestate in Cina per pratiche religiose non autorizzate,
almeno 123 sono state condannate a morte.
-Per
reati politici e di opinione: nell' aprile 2002 sono stati impiccati in
Iran quattro residenti a Esfahan arrestati dopo scontri con la polizia,
accusati di 'teppismo' e 'aggressione'.
-Per
reati sessuali: molte delle esecuzioni in Arabia Saudita sono state
inflitte per omicidi, stupri e traffico di droga ma il 1 gennaio 2002 tre
omosessuali sono stati decapitati per sodomia. Il rapporto e' dedicato al
presidente del Kenya, Mwai Kibaki per aver annunciato, dopo la vittoria
elettorale, di voler abolire la pena di morte e per aver commutato in
ergastolo le condanne a morte di 195 detenuti e averne liberato 28.
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