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USA; E' MATTO,  VA CURATO PRIMA DI ESECUZIONE

SENTENZA SHOCK, LECITO CURARE DETENUTO PER FARGLI CAPIRE CONDANNA

NEW YORK, 11 FEB - Tra le controindicazioni sulle confezioni degli psicofarmaci americani, tra qualche tempo potrebbe comparire una scritta del tipo: ''Puo' provocare l'esecuzione di condannati a morte''. Una Corte d'appello federale ha sancito che se un detenuto soffre di problemi mentali, e' lecito curarlo con farmaci adeguati, fino a quando non sia ritenuto sano abbastanza da essere messo a morte.

   I giudici di St.Louis si sono spaccati, sei contro cinque, sul caso di un detenuto nel braccio della morte in Arkansas, Charles Laverne Singleton, condannato per l'uccisione nel 1979 della cassiera di un negozio di alimentari. Durante gli anni della detenzione, la salute mentale di Singleton e' andata peggiorando, al punto che oggi tutti gli esperti lo ritengono mentalmente incapace e per questo la sua esecuzione ricade sotto quelle che la Costituzione americana giudica ''punizioni crudeli ed inusuali''.

    Ma l'Arkansas non ha rinunciato a portare Singleton nella camera della morte, ha avviato una battaglia legale sul suo status mentale e ora la Corte di St.Louis ha aperto la strada verso l'esecuzione, stabilendo che uno stato ha il diritto di curare un detenuto per renderlo pronto a subire la morte legale.

   ''Questo caso - ha commentato il giudice Roger Wollman, nel giudizio di maggioranza - ha messo la Corte di fronte ad una scelta tra cure involontarie seguite da un'esecuzione e nessuna cura seguita da psicosi e detenzione''.

   La Corte d'appello ha scelto la prima opzione, ritenendo che sia la migliore perche' i farmaci costituiscono comunque un beneficio per il condannato. Il fatto che la cura abbia come esito quello di dare a Singleton tutti i requisiti per essere giustiziato ''e' l'unica conseguenza indesiderata'' dei farmaci, ha scritto Wollman.

    I cinque giudici finiti in minoranza non hanno usato giri di parole per esprimere il loro sdegno. ''Giustiziare un uomo che e' gravemente malato senza i trattamenti - ha scritto il giudice Gerald Heaney - e che resta discutibilmente incompetente dopo essere stato curato e' il culmine di cio' che il giudice supremo Marshall (autore di una sentenza del 1986 sui ritardati mentali, ndr) chiamava 'la barbarie di estorcere una vendetta senza senso'''.

   I giudici di minoranza e alcuni esperti di diritto si sono interrogati, dopo la sentenza, sulle prospettive etiche che questa apre per i medici. Come puo' un dottore - si sono chiesti

i giuristi - prestarsi ad offrire cure ad un condannato a morte, quando sa che l'esito positivo del trattamento sara' seguito da un'esecuzione? ''Non puoi curare qualcuno per farlo giustiziare'', ha commentato il dottor Howard Zonana, docente di psichiatria a Yale, ricordando che l'American Medical Association vieta trattamenti del genere.

    I difensori di Singleton intendono portare ora il caso davanti alla Corte suprema, per far esaminare ai giudici di Washington il caso del loro cliente, che sostiene di avere diavoli nella cella e accusa i medici del carcere di avergli impiantato una microspia in un orecchio.


12 febbraio 2003

�Curatelo prima di giustiziarlo�

Arkansas: terapia obbligata per un condannato schizofrenico

di Giampaolo Cadalanu

Charles Laverne Singleton non � convinto di essere un assassino. La donna che aveva accoltellato net 1979 non � morta, anzi, lo attende da qualche parte. Lui confida alle guardie: �Mi aspetta, perch� sono il suo sposo�. Poi rivela che, per ordine di Dio, deve uccidere il presidente Bush e insieme anche il dottor Oglesby, il suo medico nel braccio della morte. Una volta al mese, la fiala di Prolixin lo riporta alla realt�.

E� schizofrenico e paranoico, ma deve morire. E se la Corte suprema degli Stati Uniti ha vietato l'esecuzione dei malati mentali, i giudici d'appello dell'Ottavo circuito, a St. Louis, hanno deciso che il problema non sussiste: basta curare la malattia. Insomma, il detenuto 874 dell'unit� di massima sicurezza a Jefferson County, nell'Arkansas, dovr� essere sottoposto a una terapia in grado di riportarlo all'equilibrio mentale per il tempo sufficiente a comparire davanti al boia, e rendersene conto. Una puntura di psicofarmaci Io porter� via dal suo mondo immaginario, e poco dopo un'iniezione letale lo canceller� anche da quello concreto.

Un case simile aveva turbato le coscienze dei giudici in Louisiana, nel 1992. Ma la Corte suprema di quello stato aveva deciso che �non c'� un bisogno impellente di uccidere un folle�. Per non farci i conti con questo precedente i magistrati dell'Arkansas si sono affrettati a dire che le cure mediche sono necessarie al detenuto. Un argomentazione delicata, che ha spaccato a met� la giuria, con 6 voti a favore e 5 contro. Ma Roger Wollman, il giudice che ha scritto la sentenza non ha dubbi: per lui l'esecuzione � �solo una conseguenza non voluta del trattamento medico�.

L'avvocato Jeff Rosenzweig, uno specialista di pena capitale, strilla che �in questo modo le cure perdono la natura benefica�, ma non serve a nulla. Justice for All, un'associazione di sostenitori del boia, replica senza piet�: �Capisce bene che se smette di prendere le medicine, verr� giustiziato. E questo non � certo un ragionamento da persona mentalmente incapace�.

Singleton ha anche cercato di rifiutare la terapia, ottenendo solo la somministrazione coatta, perch� � considerato �pericoloso per s� e per gli altri�, e lo stato dell'Arkansas ha il preciso dovere di evitare danni alla salute delle guardie e dei detenuti, quanto meno fino a quando non vengono giustiziati.

Sotto I�effetto del farmaco, Singleton smette di lottare con i demoni che infestano la sua cella, non cerca pi� di strappare via il congegno che qualcuno - giura � gli ha installato nelle orecchie, capisce persino di non essere Ges�. E dice il suo parere. �La medicina mi fa stare in armonia con il mondo. Mi rende lento, ma non fa nulla, sto meglio. Per� voglio vivere. Sto male, ma non fa nulla. Posso fare a meno della medicina, voglio vivere�.


11 February, 2003

US inmate faces deadly drugs cure

Taking drugs may mean the prisoners can be executed

By Susannah Price

New York 

 A United States federal appeals court has ruled that mentally ill prisoners can be forced to take drugs even if it makes them sane enough to be executed.

The US Supreme Court prohibits the execution of the mentally ill but says inmates can be forced to take anti-psychotic medication in some cases.

Judges ruled Singleton would be better off with drugs

The decision breaks new ground, allowing officials in Arkansas to force a mentally-ill prisoner to take medication so that he can subsequently be executed.

In this case, the prisoner Charles Singleton was sentenced to death 24 years ago for murder.

Some years later, his mental health began to deteriorate.

'Mentally incompetent'

His lawyers argued he was mentally incompetent and should not face the death penalty and a panel of the court had commuted his death sentence to life imprisonment.

 But the appeals court, by a close margin, decided it was better to force Mr Singleton to take drugs rather than leave him without medication because it would benefit him.

 One of the judges wrote they did not need to consider the ultimate result of the medication which would be Mr Singleton's execution.

 Mr Singleton's lawyer said he would take the case to the Supreme Court, which has never ruled on whether prisoners may be medicated to make them sane enough to be executed.