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NO alla Pena di Morte
Campagna Internazionale
Comunità di Sant'Egidio

 

16/04/03

IL COMMENTO

I silenzi e l�indulgenza della sinistra antiamericana

�D'ora in avanti Cuba andr� per la sua strada. Io mi fermo qui�. Cos� lo scrittore comunista (e premio Nobel) Jos� Saramago ha reso pubblica su El Pa�s la sua rottura con il regime castrista dopo l'ultimo giro di vite messo in atto da Fidel, con oltre 70 arresti per reati di opinione e l'esecuzione di tre giovani cubani condannati (dopo un processo che lo stesso regime ha definito �sommario�) per aver tentato di fuggire dall'isola dirottando un traghetto. Nulla di simile alle affermazioni di Saramago, purtroppo, si � potuto ascoltare in Italia, dove una parte, minoritaria ma non irrilevante, della sinistra ha perfino difeso la dittatura di Castro. Qualcuno, ricorrendo a una delle tipiche giustificazioni con cui mezzo secolo fa il Pci rispondeva a chi criticava l'assenza di libert� in Urss, ha ricordato come i cubani usufruiscano per� di un buon servizio sanitario. Qualcun altro (Rizzo dei Comunisti italiani, il cui partito � il �referente politico per l'Italia� del partito unico cubano) � giunto ad affermare che gli arresti di dissidenti rappresenterebbero dei �peccati veniali�, giustificati dall'accerchiamento e dall'embargo Usa. Certo (e per fortuna) la maggioranza della sinistra italiana non si trova su queste posizioni, e qualche voce critica c'� stata. Ma l'impressione generale � che ancora una volta, quando si tratta di Cuba, prevalga una certa indulgenza e con essa la tendenza ad attenuare le critiche, a giustificare ci� che in altri casi non si tollererebbe. Chi aveva criticato le violenze delle forze dell'ordine italiane contro i no-global, o l'umiliante regime di detenzione imposto ai talebani reclusi a Guantanamo, questa volta ha preferito tacere.

L'indulgenza verso la �rivoluzione cubana� � del resto un fatto antico, da cui sono rimasti segnati la cultura politica e gli stessi sentimenti dell�attuale classe dirigente diessina: non � un caso che, quando era direttore dell' Unit� , Veltroni regalasse ai suoi lettori il libro-intervista a Castro curato da Min�, un testo non privo di toni apologetici. Alla generazione degli attuali dirigenti Ds, delusa (o forse mai sedotta) dai regimi dell'Est comunista, quella cubana appariva come una rivoluzione idealista e liberatoria, dotata di una sua insopprimibile peculiarit�. Un tale fascino � stato ben testimoniato dallo straordinario successo arriso a sinistra alla figura di Guevara che, morto in Bolivia mentre cercava di suscitare una rivoluzione armata, � stato poi considerato come un rivoluzionario idealista, quasi un esempio del giovane intellettuale inquieto.

Ma l'elemento decisivo nel determinare, ancora oggi, un eccesso di prudenza (quando non - come nel caso dei Comunisti italiani o di Rifondazione - una vera e propria reticenza) ogni volta che si parla di repressione a Cuba, risiede nel fatto che l'isola impersona da tempo, verrebbe da dire non pu� non impersonare, qualunque cosa faccia o non faccia Castro, Davide contro il Golia americano. In questo senso, la prudenza o la reticenza anzidette testimoniano di un abito mentale da cui una parte della sinistra italiana fatica ancora a liberarsi: l�antica predisposizione a giudicare una causa, a posizionarsi pro o contro, a seconda di dove sono collocati gli Stati Uniti. Del resto, abbiamo appena visto come la causa dei curdi - che in passato non mancava d'essere ricordata ogni volta che qualche �carretta del mare� li portava da noi - ha cessato di suscitare interesse una volta che essi si sono schierati a fianco dei marines nell'Iraq settentrionale.

Nei giorni scorsi qualche esponente diessino, come il segretario Ds del Piemonte, Pietro Marcenaro, ha invece criticato in modo netto quel che � successo a Cuba. E ieri (finalmente) i Ds hanno preso una posizione ufficiale chiedendo al governo italiano di adoperarsi per la liberazione dei detenuti politici cubani. I toni non sono quelli asciutti e severi di Saramago. Ma la via, se percorsa fino in fondo (dunque polemizzando con i �castristi� presenti nello stesso Ulivo), � quella giusta.


15/04/03

Castro,l'ultimo pugno diferro.

Repressione e morte per i dissidenti.

Il Nobel Saramago: "Fidel ha tradito chi credeva in Cuba

OMERO CIAI

L'ULTIMO a saltare il fosso a Jose Saramago, il premio Nobel portoghese. Con un breve articolo per El Pais ha chiuso i suoi buoni rapporti con Fidel Castro e la Rivoluzione. <<Fin qui ci sono arrivato�, scrive Saramago,,<daoggiCuba seguiry it suo cammino, io mi tiro fuori. Fucilando tre uomini Cuba non ha vinto nessuna eroica battaglia, pert) ha perso ]a mia fiducia, ha ferito Ie mie speranze, ha deluso le mie illusioni << Saramago a I'ultimo grande che abbandona Castro seguendo it cammino che prima di lui hanno percorso molti scrittori e intellettuali europei e latinoamericani innamorati della rivoluzione castrista. Basterebbe pensare a Jean Paul Sartre o a Mario Vargas Llosa, tra i tanti.

A convincere Saramago sono state le ultime pesanti condanne contro on gruppo di 78 dissidenti, accusati come ai tempi della conquista dell'Avana e della cacciata di Batista, di �aver tradito la Rivoluzione�. E la fucilazione, dopo un processo definito dallo stesso regime molto sommario,<, di tre giovani che avevano sequestrato on traghetto per fuggire negli Stati Uniti. Due atti the Fidel Castro giustifica - come ha sempre fatto - con la necessity di difendersi dal pericolo che rappresentano per Cubagli Stati Uniti, il vicino da cui non pub prescindere. Solo che, dopo 44 anni di regime, quasi mezzo secolo di dittatura, appoggiata da una parte pi� o meno ampia della popolazione - che comunque non hamai avuto la possibilit� di esprimersi liberamente -, bisognerebbe chiedersi se gli Stati Uniti minacciano qualcosa d'aitro che non sia semplicemente it suo potere, personalissimo e indiscutibile, di fare dell'isola "lo que leda lagana", ci� di cui ha voglia.

Arrestando e condannando oppositori politici e fucilando tre ragazzi the volevano scappare dal suo paradiso, Fidel Castro semina it terrore. Dice a tutti coloro the ancora sperano in una transizione politica the lui vuol morire net suo letto di capo supremo, tragica icona di una rivoluzione the ha deluso tutti i suoi esegeti. E alza un muro, l'ennesimo, contro chi - l'Europa a it Papa, per esempio - ha cercato in questi ultimi dieci anni di tracciare una via pacifica al post-castrismo. Le riforme politiche, l'accettazione del dissenso a del pluralismo, non sono valori the fanno parte del1'orizzonte civile del vecchio leader. A Cuba comanda soltanto lui. Net paese e net partito comunista the non riunisce it suo massimo organo da oltre cinque anni.

Con le condanne della settimana scorsa, Fidel Castro ha praticamente smantellato tutta la rete del cosiddetto < progetto Varela,,, it movimento perle riforme politiche the aveva chiesto un referendum nazionale per abolire la norma del partito unico. Ora tutte le speranze della dissidenza interna sono legate agli organismi internazionali, all'Europa, all'Onu e al Vaticano. In questi giorni

la Commissione per i diritti umani delle Nazioni Unite dove approvare una risoluzione, presentata da Peru, Costarica, Uruguay e Nicaragua, the chiede all'Avana di accettare una commissione internazionale di verifica.

Dopo Saramago anche il giudice spagnolo Garzon ha parlato di Cuba. �Arresti ed esecuzioni sono un attentato contro i principi elementari di umanit� '>, ha detto il magistrato pi� impegnato contro i crimini delle dittature in America Latina. All'appello perb mancano ancora in tanti. Al piit grande di tutti - Gabriel Garcia Marquez - non si pub chiedere di rinunciare ad una grande amicizia the nacque ben prima del '59 e grazie alla quale ha, senza pubblicare appelli, aiutato scrittori e poeti cubani dissidenti. Gli altri cosaaspettano aduscire dal club?


�Fidel sbaglia, non lo seguir� pi��
Lo scrittore Sepulveda critica Castro: �Nulla giustifica la pena di morte�

di PIERPAOLO MARCHETTI

Luis Sepulveda parla come scrive. E scrive come vive. Semplice, diretto, guarda negli occhi e scolpisce concetti che vengono dall�anima di un uomo che � uscito dall�inferno della dittatura con un rispetto della democrazia ed un rigore morale che lo porta a non ammettere compromessi nel suo impegno politico. I suoi personaggi sono perdenti teneri, gente che non si allinea. Ma le sue idee sono dure come il granito. Idee taglienti che puoi condividere o no, ma sai che con lui non c�� possibilit� di equivoci o doppia morale. Sepulveda, scrittore di riferimento di una larga parte della sinistra italiana, aveva iniziato gi� da qualche anno la sua presa di distanza dal castrismo. Oggi, le notizie che arrivano dall�Avana, lasciano comunque quel dolore rabbioso che ti d� un amico che proprio non vuol saperne di abbandonare la cattiva strada e che, ad un certo punto del cammino, non si pu� far altro che lasciar andare.

�Io - dice lo scrittore cileno - condivido perfettamente quello che ha detto giorni orsono Jos� Saramago - Fino a qui sono arrivato anch�io. Ma d�ora in avanti Cuba andr� per la sua strada ed io non la seguir�. Non c�� nulla che possa giustificare la pena di morte, a L�Avana o in qualsiasi altra parte del mondo. Nulla che possa giustificare quei giudizi sommari, quella parodia di giustizia che fanno agli uomini ed alle idee della sinistra, il peggior danno che si possa immaginare�.

Un colpo a sorpresa, decisamente inatteso dopo le speranze di transizione "guidata" suscitate dalle prime aperture economiche e politiche e consolidate dalla visita del Papa: �Sono stupefatto anch�io e non riesco a trovare una spiegazione per quel che � accaduto. E� stato come ripiombare improvvisamente, dolorosamente indietro di quasi trent�anni. L�unica cosa che posso pensare � che ai dirigenti cubani la realt� sia definitivamente sfuggita dalle mani. Che abbiano perso il contatto con la realt�. Una brusca marcia indietro di Cuba che provava ad aprirsi al mondo. C�� chi parla addirittura di un punto di non ritorno: �Magari si potesse tornare indietro. A parole forse s�, ma i morti restano morti. A loro nessuno potr� rendere giustizia�.

Ma non � tutto. Sepulveda si spinge oltre e non nasconde il proprio timore di scenari terribili di guerra: �Visto il periodo storico che stiamo vivendo, temo che Castro con questa ultima ondata di repressione abbia offerto su un piatto d�argento la scusa per un�invasione armata di Cuba�. Pessimismo? Visione apocalittica? Una nuova Baia dei Porci in pieno terzo millennio? Non � un po� troppo? �No davvero. Con questa amministrazione americana tutto � possibile a livello militare. Non credo di essere molto lontano dalla realt� dicendo che il conflitto in Iraq potrebbe essere solo l�inizio di una nuova, terribile eradi gestione della politica internazionale. Del resto, personaggi come George W. Bush, Rumsfeld, Cheeney, la Rice sono il peggio che possa offrire l�inesauribile fucina dei reazionari statunitensi. Sono riusciti nell�impresa per nulla facile di far impallidire anche il ricordo di Reagan. Al loro confronto, l�ex stella di Hollywood sembra quasi un vero democratico...�


Saramago se desmarca de Cuba por las ejecuciones

MADRID (AFP) - El escritor portugu�s Jos� Saramago, Premio N�bel de Literatura de 1998, se desmarc� este lunes de la revoluci�n cubana tras la ejecuci�n de los tres principales secuestradores de un ferry con la intenci�n de llegar a Estados Unidos, en una editorial publicada en el diario El Pa�s bajo el t�tulo "Hasta aqu� he llegado".

"Hasta aqu� he llegado. De ahora en adelante Cuba seguir� su camino, yo me quedo (...) Cuba no ha ganado ninguna heroica batalla fusilando a esos tres hombres, pero s� ha perdido mi confianza, ha da�ado mis esperanzas, ha defraudado mis ilusiones. Hasta aqu� he llegado", afirma el escritor, que ha sobresalido recientemente en las manifestaciones espa�olas contra la guerra en Irak.

"Ahora llegan los fusilamientos. Secuestrar un barco o un avi�n es un crimen severamente punible en cualquier pa�s del mundo, pero no se condena a muerte a los secuestradores, sobre todo teniendo en cuenta que no hubo v�ctimas", subraya el autor de "El factor Dios", "Historia del cerco de Lisboa" y de "El Evangelio seg�n Jesucristo".

El viernes, los tres autores principales del secuestro de una embarcaci�n cubana con 40 pasajeros a bordo a principios de abril, fueron ejecutados por las autoridades del pa�s, causando indignaci�n a nivel internacional.