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NO alla Pena di Morte
Campagna Internazionale
Comunità di Sant'Egidio

 

ROMA, 15 MAG - Il Senato ha approvato all' unanimita' una mozione a favore di Amina Lawal, la donna nigeriana condannata alla lapidazione perche' giudicata colpevole, secondo la legge islamica, di aver dato alla luce una bambina fuori dal matrimonio.

''Con l' approvazione in tempi brevi della mozione - ha detto il presidente della commissione Diritti umani del Senato, Enrico Pianetta - il Parlamento ha dimostrato grande sensibilita' e impegno per mettere in atto tutto quanto possibile al fine di scongiurare il pericolo che la condanna a morte di Amina sia attuata. Restano pochi giorni, ormai, per salvarla: il 3 giugno prossimo, infatti, la Corte d'appello decidera' in merito alla condanna, prevista per il 25 settembre''. Pianetta, che e' stato il promotore della mozione, ha detto che la commissione da lui presieduta ''sta da tempo lavorando con iniziative a livello parlamentare e internazionale al fine di ottenere l' abolizione della pena di morte, presupposto perche' si affermi nel mondo la cultura del valore irrinunciabile della vita umana, primo e fondamentale diritto di ogni persona''. 


Il Senato chiede la grazia per Amina Lawal Kurami

 Approvate due mozioni
L'Assemblea ha approvato le mozioni 1-00094 (senatore Pianetta ed altri) e 1-00143 (senatrice Vittoria Franco ed altri) relative alla grazia per Amina Lawal Kurami, la cittadina nigeriana condannata alla lapidazione per adulterio

MOZIONI

(1-00094) (19 settembre 2002)

    PIANETTA, TOIA, DE ZULUETA, MANIERI, MARTONE, BIANCONI, COZZOLINO, BOLDI, FORLANI. � Il Senato,

        premesso che:

            l�abolizione della pena di morte nel mondo � il presupposto perch� in tutti i paesi si affermi il valore universale della vita umana sancito dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell�Uomo del 1948, dal Patto sui Diritti Civili e Politici del 1966 e dalle Convenzioni Regionali sui diritti umani;

            la tutela del diritto alla vita ed il rifiuto della pena di morte fanno parte della Carta dei Diritti Fondamentali dell�Unione Europea e di specifiche risoluzioni dell�Assemblea Parlamentare del Consiglio d�Europa;

            nello scorso mese di aprile il Parlamento Europeo ha chiesto al Governo federale nigeriano di assicurare che i tribunali operino nel rispetto delle leggi internazionali sui diritti umani e della dichiarazione dei diritti inclusa nella Costituzione di quel paese; ha chiesto inoltre alla Nigeria di intraprendere tutti i passi necessari per mettere termine alle esecuzioni ed abolire la pena di morte;

            il Senato della Repubblica � da tempo impegnato contro la pena di morte attraverso la costituzione di uno specifico Comitato nella XIII legislatura, la Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani, nonch� numerose mozioni approvate all�unanimit� dall�Assemblea;

            nell�ottobre del 1999 gli Stati di Zamfara e Sokoto nella zona settentrionale della Repubblica federale di Nigeria hanno adottato la legge islamica della Sharia; successivamente altri dieci Stati settentrionali della Nigeria hanno adottato la Sharia; l�adozione della Sharia ha provocato scontri sanguinosi nella regione in quanto i cittadini di fede non musulmana si oppongono per le severe punizioni che essa prevede, tra le quali il taglio della mano per i ladri o la lapidazione delle adultere;

            nello scorso mese di marzo, dopo che alcuni ministri federali si erano pubblicamente espressi in questo senso, il Governo federale nigeriano ha decretato che la legge islamica, la Sharia, � incostituzionale;

            nel febbraio del 1999 il generale Olusegun Obasanjo � stato eletto Presidente della Repubblica federale della Nigeria; per il presidente Obasanjo era stata chiesta la pena capitale per il suo presunto coinvolgimento in un progettato colpo di stato ma � stato invece condannato a 15 anni di reclusione e, dopo poco, rilasciato; assunta la carica di Presidente ha ordinato la liberazione di molti detenuti escludendo dal provvedimento chi si era macchiato di reati particolarmente gravi, come omicidio o rapina; nel 2000 il Presidente ha inoltre concesso la grazia ai condannati a morte in attesa di esecuzione da oltre 20 anni e ha commutato in ergastolo le condanne a morte di chi ha trascorso tra i 10 e i 20 anni nel braccio della morte;

            lo scorso 22 marzo il tribunale di Bakori, nello stato nigeriano di Katsina, nel quale all�inizio del 2000 � stata introdotta la Sharia, ha condannato Amina Lawal Kurami alla lapidazione per adulterio; Amina Lawal Kurami ha 35 anni e vive in un villaggio di contadini a Kurami; ha divorziato tra la fine del 2000 e l�inizio del 2001; nei successivi undici mesi ha frequentato un uomo del suo stesso villaggio, Yahaya Mohammed, il quale aveva promesso di sposarla; Amina � poi rimasta incinta e, all�inizio del 2001, ha dato alla luce una bambina; i suoi stessi concittadini l�hanno accusata di adulterio dando origine al processo contro di lei; ella non ha potuto dimostrare che il padre della bambina fosse l�uomo che frequentava; lui stesso ha ammesso di aver avuto una relazione con lei, ma ha negato di aver avuto rapporti sessuali, in quanto se lo avesse ammesso avrebbe rischiato la condanna a morte; il giudice del tribunale islamico Nasiru Lawal Bello Dayi ha quindi scagionato l�uomo e condannato Amina Lawal Kurami alla lapidazione, dal momento che ella stessa aveva confessato la sua "colpa" di cui la piccola appena nata costituiva la "prova";

        il 28 marzo scorso l�analoga, triste storia di Safiya Hussaini � come Amina condannata alla lapidazione per adulterio � si � conclusa positivamente con il suo proscioglimento da parte della Corte d�Appello della Sharia dello Stato di Sokoto,

        chiede al Governo:

            di impegnarsi perch� in Nigeria venga abolita la pena di morte o almeno promossa una moratoria unilaterale delle esecuzioni, sostenendo il Presidente della Nigeria Obasanjo nella sua azione contro la pena capitale;

            di sollecitare e promuovere presso le organizzazioni internazionali e comunitarie tutte le iniziative per l�affermazione dei diritti umani in Nigeria, in particolare attraverso il puntuale richiamo all�accordo di partenariato tra i membri del gruppo degli Stati dell�Africa, dei Caraibi e del Pacifico e l�Unione Europea, firmato a Cotonu il 23 giugno del 2000;

            di attivarsi perch� i Tribunali competenti pronuncino il pieno proscioglimento di Amina Lawal Kurami;

            di adoperarsi presso il Presidente della Nigeria Obasanjo affinch� sia adottata la grazia nei confronti di Amina Lawal Kurami.

 

(1-00143) (10 aprile 2003)

FRANCO Vittoria, PILONI, PAGANO, ACCIARINI, D�IPPOLITO, SOLIANI, BONFIETTI, STANISCI, DONATI, DENTAMARO, DE PETRIS, BAIO DOSSI, MANIERI, MAGISTRELLI, TOIA, THALER AUSSERHOFER, BOLDI, ALBERTI CASELLATI. � Il Senato,

        rilevato:

            che il tribunale islamico di Katsina, nel nord della Nigeria, ha condannato, in primo grado, alla lapidazione Amina Lawal, per aver avuto una figlia al di fuori del contesto matrimoniale;

            che la condanna, ratificata dalla Corte suprema della Nigeria, � stata rinviata dalla stessa Corte di due mesi per consentire ad Amina di portare a compimento l�allattamento della propria figlia;

            che si �, altres�, in attesa della sentenza d�appello, prevista per il prossimo 3 giugno, la quale potrebbe confermare l�esecuzione della condanna;

        osservando con attenzione e interesse alle prossime elezioni politiche in Nigeria e al processo di democratizzazione in atto, che dovr� risolvere, in particolare, la questione della incompatibilit� della Sharia (introdotta in alcune regioni del nord del paese) con la Costituzione e con l�ordinamento federale nigeriano;

        nell�esprimere forte preoccupazione per il fatto che i nuovi codici penali basati sulla Sharia introdotti nella Nigeria settentrionale prevedono la pena di morte per reati quali l�adulterio e istituiscono pene crudeli, inumane e degradanti come le frustate e le amputazioni e che tali punizioni rappresentano una violazione degli strumenti internazionali sui diritti umani, tra cui la Convenzione contro la tortura e il Patto internazionale sui diritti civili e politici, entrambi ratificati dalla stessa Nigeria;

        nel confermare la sua pi� netta opposizione alla pratica della pena di morte, in quanto violazione del diritto alla vita,

        impegna il Governo:

            a porre in atto tutte le iniziative necessarie nei confronti del governo nigeriano perch� la condanna capitale comminata ad Amina Lawal non sia eseguita ed essa possa tornare libera all�affetto di sua figlia;

            a proporre e sostenere, in tutte le sedi comunitarie e internazionali di cui l�Italia fa parte, azioni, anche attraverso campagne pubbliche di sensibilizzazione, perch� la pratica della pena di morte venga abbandonata in tutti i paesi del mondo.