NIGERIA: PENA MORTE, ANNULLATA CONDANNA UOMO A LAPIDAZIONE
E' ACCUSATO DI AVER STUPRATO BAMBINA 9 ANNI
DUTSE (NIGERIA), 19 AGO - Un tribunale islamico
nigeriano ha annullato oggi la condanna a morte per lapidazione inflitta ad un uomo accusato di aver stuprato una bambina di
nove anni.
La Corte d'appello islamica della citta' di Dutse, nel nord
della Nigeria, ha accolto le ragioni della difesa di Sarimu Mohamed, 54 anni, che invocava l'infermita' mentale, e ne ha
ordinato l'internamento in un istituto psichiatrico.
Sarimu era stato riconosciuto
colpevole in maggio di aver stuprato una bambina di nove anni in un villaggio vicino alla sua abitazione a Baranda, nello Stato
rurale di Jigawa ed era stato condannato a morte per lapidazione.
Sarimu era diventato cosi' il primo uomo ad essere condannato
a tale pena in Nigeria dopo la reintroduzione dalla 'Sharia', la legge islamica, in dodici Stati del nord del paese avvenuta nel
1999.
La famiglia aveva presentato ricorso in appello, sostenendo
l'infermita' mentale dell'uomo, e aveva chiesto, e ottenuto, che fossero chiamate a testimoniare alcune persone in grado di
corroborare tale tesi.
''Essendo noi convinti che Sarimu e' pazzo, la condanna non
e' valida. Tutti i saggi musulmani sono d'accordo sulla non-ricevibilita' della confessione di un alienato mentale e
della sua immunita' a tutte le accuse'', ha stabilito il giudice Mohamed Inuwa.
''La Corte annulla la prima sentenza pronunciata contro
Sarimu e decide che il governatore (dello Stato) lo interni nell'istituto di Kazaure in attesa di una decisione del
governatore che lo riguarda'', ha proseguito il giudice.
NIGERIA: PENA MORTE, I CASI DI AMINA E SAFIYA
SCHEDA
ROMA, 19 AGO - Sarimu Mohamed, il nigeriano di 54
anni la cui condanna a morte per lapidazione e' stata annullata oggi, e' l'unico uomo cui era stata inflitta in Nigeria tale
pena, che e' stata invece pronunciate nei confronti di due
donne.
Amina Lawal, 33 anni, e' stata condannata nel marzo 2002 alla
pena capitale dal tribunale islamico di Bakoro (stato di
Katsina in Nigeria) per ''adulterio'', avendo avuto, dopo il divorzio,
rapporti con un altro uomo da cui e' nata una bambina, Wasila, che ora ha un anno e mezzo.
Per la seconda volta il tribunale islamico di massimo grado,
che avrebbe dovuto riesaminare il suo caso lo scorso 4 giugno, ha rinviato l'udienza di appello. La nuova data e' stata
fissata al 27 agosto. Il rinvio ha dato nuovo vigore al movimento internazionale che rivendica la sua assoluzione.
Il governo federale nigeriano, imbarazzato per le reazioni
internazionali, ha assicurato che ''Amina non sara' mai giustiziata'', ma la data dell'esecuzione e' gia' fissata
per il 25 settembre 2003, alla fine del periodo di allattamento di Wasila.
Amina non ha finora avuto finora la stessa fortuna di Safiya
Hussaini Tungar Tudu, l'altra nigeriana condannata alla lapidazione per aver avuto un figlio fuori dal matrimonio, per
la quale si e' mobilitata l'opinione pubblica mondiale, con particolare intensita' in Italia, e che e' stata assolta l'anno
scorso.
In base alla Sharia, la legge islamica tornata in vigore dal
1999 in dodici stati della Nigeria settentrionale, avere un figlio fuori dal matrimonio equivale a commettere adulterio, un
reato per il quale e' prevista la pena di morte, mediante lapidazione.
Perche' un uomo sia condannato occorrono almeno quattro
testimonianze oculari, ma per una donna una gravidanza fuori
del matrimonio e' considerata di per se' una prova sufficiente.
Quelli di Amina e di Safiya non sono pero' casi giudiziari
quanto politici. Rientrano nel braccio di ferro in atto tra il governo federale ed i 12 Stati del nord della Nigeria - Sokoto,
Jigawa, Niger, Zamfara, Yobe, Kaduna, Katsina, Borno, Bauchi, Kano, Kebbi, Gombe - che tre anni fa hanno deciso di introdurre
la legge islamica, in contrasto con i 24 del centro e del sud del paese, dove prevale il cristianesimo o l'antica religione
animista.
Attraverso la Sharia gli Stati del nord intendono affermare
la propria autonomia, e chi ne fa le spese sono le donne come Amina, che rischiano di essere sepolte in una buca, con solo la
testa fuori, a ricevere sassate, fino alla morte.
Il gran kadhi' Aminu Ibrahim, presidente dell'alta corte
islamica nigeriana, ha detto che la pena e' stata introdotta
per salvaguardare ''la santita' del matrimonio''.
Nigeria-Death
by Stoning accepting insanity defense
By OLOCHE
SAMUEL
DUTSE, Nigeria (AP) _ An Islamic court on Tuesday suspended
what would have been Nigeria's first execution by stoning, ordering the
defendant _
convicted of raping a 9-year-old girl _ into a psychiatric
hospital instead.
Family members had sought clemency for Sarimu Mohammed Baranda,
54, saying
he was mentally ill.
A Shariah court earlier had ordered that Baranda be buried up
to the neck
and stoned to death, the penalty for adultery under the strict
Islamic legal
code adopted by 12 states in Nigeria's predominantly Muslim
north.
Baranda had confessed in his May 2002 trial. His family
launched an appeal
the following month, citing Baranda's alleged
insanity.
Presiding appeal Judge Isa Inua Ali, presenting the unanimous
verdict of
his three colleagues, ordered Baranada into a mental hospital
until the
local state governor decides to release
him.
<We accept his withdrawal of his earlier confessional
statement. We
suspend the guilty verdict earlier passed by the lower
court,> Ali read from
the judgment.
Baranda stared into space while the judgment was being read,
shaking his
head at times.
He told reporters outside the court he was grateful to God for
his
reprieve but added he would rather be taken home than to the
mental
institution <because I can be treated at home.>
Jigawa state prosecutor
Muktari Abdullahi said he would await instructions from the
state government
on whether to challenge the verdict at the federal court of
appeal.
<As a personal opinion I'm satisfied with the judgment, but
if my
employers insist we take the case up, I will comply,> he
told reporters.
Baranda had been one of four people fighting to have
death-by-stoning
sentences overturned by Shariah courts in Nigeria.
The most prominent is Amina Lawal, a 32-year-old single mother,
whose case has
provoked an international outcry.
She was convicted in March 2002 of having sex outside marriage
and
sentenced to be stoned once the baby born of her liaison is
weaned.
A couple in central Niger state received the same sentence in
August 2002,
also for adultery.
The adoption of strict Islamic law in northern Nigeria has
heightened
tensions with the mainly Christian
south.
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