PENA
CAPITALE: ARABIA SAUDITA, 65 NEL BRACCIO DELLA MORTE SOLTANTO NELLE
CARCERI DELLA PROVINCIA DELLA MECCA, STAMPA
BEIRUT,
- Sessantacinque persone di varie nazionalita' condannate alla pena
capitale in Arabia Saudita per reati gravi come l'omicidio, lo stupro ed
il traffico di stupefacenti stanno aspettando la decapitazione nelle
prigioni della sola provincia della citta' santa di La Mecca.
Lo
riferisce il quotidiano saudita Okaz, il quale precisa che l'80 per cento
dei condannati sono sauditi e, al tempo stesso ricorda, che -nei soli casi
di omicidio e violenza carnale- i condannati a morte possono aver salva la
vita se prima della loro esecuzione interviene il perdono della famiglia
della vittima. Se questo avviene, in genere, e' in cambio di una somma di
denaro ed e' comunicato al condannato solo all'ultimo minuto, quando e'
gia' salito sul patibolo.
In
Arabia Saudita, un tradizionale regno islamico, vige la legge coranica (Sharia)
che, per reati particolarmente gravi o efferati come il traffico di
stupefacenti, l'omicidio e la violenza sessuale, prevede la pena capitale.
Per
l'adulterio o i rapporti sessuali extraconiugali viene invece comminata la
pena di morte tramite lapidazione, mentre e' prevista la flagellazione in
pubblico per coloro che vengono sorpresi a consumare bevande alcoliche.
Secondo
fonti non ufficiali, le condanne a morte eseguite nel regno saudita
dall'inizio di quest'anno sono state almeno 17, mentre l'anno scorso erano
state 45, 75 nel 2001 e 121 nel 2000.
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