INDIA:
MISE MOGLIE UCCISA IN FORNO ACCESO, ALLA FORCA/ANSA MA FORSE LO SALVERA'LA
MORATORIA DELLA PENA CAPITALE LO SALVERA'
(di Roberto
Scarfone)
NEW DELHI,
- Alla fine della lettura della sentenza il presidente della corte, con un certo
compiacimento, ha sottolineato che l'assassino finira' con una corda al collo e
restera' sospeso e scalciante fino al sopraggiungere della morte. Pena capitale,
oggi, a New Delhi irrogata all'ex dirigente del partito del Congresso, accusato
di aver ucciso la moglie e di aver fatto scempio del cadavere per cuocerlo nel
forno di un ristorante. La folla, che da due giorni circondava il tribunale
reclamando la forca - che e' il modo in cui viene eseguita la pena capitale in
India - e' andata via finalmente soddisfatta.
Sushil Shirma,
gia' presidente della Gioventu' del Congresso, un'organizzazione politica molto
potente in questi giorni impegnata nella campagna elettorale, uccise la moglie
Ravi Naina Sahni il 2 luglio 1995 sospettandola di tradirlo con un amante.
Accecato dalla
gelosia, dopo aver sparato due colpi di pistola a bruciapelo contro la donna, ne
trascino' il corpo nel ristorante di un suo amico, nel centro di Delhi, dove lo
smembro', ne condi' le parti e le infilo' per cuocerle in un forno di terracotta
che ha la forma di un cono tronco, il noto tandoori della cucina indiana.
La
testimonianza di alcuni vicini permise alla polizia di arrivare nel ristorante,
dove furono trovate parti gia' cotte del corpo della vittima. I parenti della
donna si rifiutarono di
effettuare il riconoscimento del corpo, smembrato e sfigurato dal calore;
l'identificazione venne fatta da un collega che riconobbe le fattezze di Ravi.
Il giorno dopo
fu perquisito l'appartamento dell'ex leader politico dove furono trovati abiti
macchiati di sangue e altre prove giudicate ''schiaccianti''. Gli inquirenti
risolsero il caso in pochi giorni.
L'uomo si diede
alla macchia e la polizia diffuse foto segnaletiche. Il 10 luglio fu fermato a
Bangalore, nel sud del Paese, da dove fu trasferito nella capitale.
Insieme
all'uomo e' stato condannato a sette anni di prigione anche il proprietario del
ristorante, che aveva aiutato l'amico a disfarsi del corpo della vittima. Altre
persone, sospettate di averlo aiutato a nascondersi a Bangalore dopo il delitto,
sono state assolte per mancanza di prove.
Il caso del
delitto d onore, con la sua macabra appendice nel ristorante, suscito' larga
impressione nell'opinione pubblica indiana. Ora si teme che la sentenza possa
influire sulla competizione elettorale attesa per i primi mesi del 2004; oggi a
urlare intorno al tribunale c'erano anche militanti dei partit di governo pronti
a strumentalizzare la sentenza.
Il particolare
della corda al collo evocato dal giudice e' servito forse a placare gli esaltati
che reclamavano la forca, ma in India e' sostanzialmente accettata la moratoria
sulla pena di morte. L'ex leader politico probabilmente finira' i suoi giorni in
un penitenziario.
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