CINA:
FURGONI PER PENA CAPITALE IMMEDIATA
ACQUISTATI DA IVECO.
NEI PICCOLI CENTRI PER ESEGUIRE SENTENZA
ROMA, 19 DIC - La Corte suprema della Cina ha esortato i tribunali
del
paese a dotarsi di furgoni dove giustiziare, subito dopo il verdetto,
le
persone condannate a morte. La disposizione sarebbe stata data
soprattutto
per i piccoli paesi che non dispongono di posti attrezzati per le
esecuzioni.
Furgoni che sono prodotti, secondo quanto riportato da un funzionario
dell'Alta Corte della provincia di Liaoning (nel nord del paese), da
una joint venture cui partecipa l'Iveco, controllata della Fiat, che ha
sede nella citta' di Nanjing nell'est della Cina. Secondo il giornale
''Pechino news'' l'alta corte della provincia del nord-est Liaoning ha
recentemente acquistato veicoli per un totale di 43,800 dollari e la cifra e' stata
confermata dalla Corte.
''In base alla raccomandazione della corte suprema le corti di molte
province hanno acquistato furgoni - ha spiegato un ufficiale di polizia
al quotidiano ''Pechino News''- necessari per compiere le esecuzioni nei
piccoli centri che non hanno, al contrario delle grandi citta', luoghi
fissi per giustiziare i condannati a
morte''.
Gia' nel marzo scorso, il giornale ''Pechino Oggi'' aveva riferito che
dei van erano attrezzati per l'iniezione letale, metodo differente dal
tradizionale colpo di pistola alla nuca, e che diciassette corti
intermedie nella provincia dello Yunnan si erano gia' dotate dei ''furgoni della
morte''.
Oggi, alla luce della notizia che il governo cinese avrebbe acquistato
i furgoni dall'Iveco, l'associazione italiana contro la pena di morte
''Nessuno tocchi Caino'' ha chiesto all'azienda Torinese se sia al
corrente che quanto produce in Cina, venga poi usato come ''celle della
morte'',
e l'ha invitata a promuovere una campagna contro la pena capitale nel
Paese, che, secondo dati recenti di Amnesty International, ha eseguito nello
scorso anno ben 1,060 condanne a morte.
Dati che non combaciano con quelli divulgati dal gruppo internazionale
''Hands off Cain'', secondo il quale sono stati 3000 i condannati alla
pena capitale nel Paese asiatico.
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